Convegno su lingua italiana e dialetti, Corsi: «Bombardati da anglicismi, moda sbagliata tra i mass media»

| di
Convegno su lingua italiana e dialetti, Corsi: «Bombardati da anglicismi, moda sbagliata tra i mass media»

«Spread è forse una bibita come lo spritz? E Dow Jones è forse un altro esploratore come Indiana Jones? E bond si riferisce al noto James Bond dei film di spionaggio?» chiede Ermanno Corsi alla platea del Museo Archeologico di Paestum, nel suo intervento al convegno ‘Difendiamo la lingua italiana attraverso la valorizzazione dei dialetti locali’, che si è svolto lunedì pomeriggio ed è stato promosso dal Lions Club Paestum.

«Tutti i giorni siamo continuamente bombardati da termini anglosassoni, soprattutto finanziari, che invadono la nostra lingua e che spesso noi usiamo senza capire. Sono soprattutto i mass media a incentivare questa moda: si usa timing al posto di programma, spending review al posto di revisione della spesa e focus per indicare il dibattito su un argomento di interesse. Eppure se sento a dire a due persone ‘andiamo a fare un focus’ chiamo istintivamente i pompieri. Un conto è usare parole straniere che nascono da convenzioni internazionali, e sono quindi intraducibili nella lingua nazionale, un altro quello di usarle per fare sfoggio di modernità. Non è modernità ma provincialismo».

Se oggi l’inglese ha esteso la propria egemonia in tutto il mondo, nel passato un altro popolo aveva fatto lo stesso. «Strabone, parlando della conquista romana della Lucania, diceva che i romani ne avevano cancellato la lingua. La lingua lucana fu sostituita col latino – racconta Marina Cipriani, direttrice del museo archeologico. – Cancellare una lingua cancella un’identità. Oggi non dobbiamo difenderci da un conquista romana, da una negazione della nostra lingua ma da noi stessi». Segue l’intervento di Rita Bellelli, responsabile per la quarta circoscrizione del distretto 108 YA del progetto di difesa della lingua italiana. «Diversamente da quanto si possa pensare l’italiano è la quarta lingua studiata al mondo. La nostra lingua ha otto secoli di storia ma prima del 1861, cioè prima dell’unificazione, veniva usata solo dai letterati. E nel 1861 l’80% della popolazione era analfabeta. Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, parlava bene il francese ma non l’italiano».

Nel corso della serata sono intervenuti anche l’assessore alla cultura del comune di Capaccio Eustachio Voza, il presidente del Lions Club Paestum Enrico Bellelli, il past governatore Bruno Cavaliere, Elena Guarino, presidente della quarta circoscrizione, e Pasquale De Cristoforo, regista teatrale e drammaturgo.

©

Consigliati per te

©Riproduzione riservata