Tragedia dei sub nel mare del Cilento, Ruggiero: «Escluso il crollo, la causa è nel fango che si è sollevato»

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Tragedia dei sub nel mare del Cilento, Ruggiero: «Escluso il crollo, la causa è nel fango che si è sollevato»

Tragedia sabato nel mare del Cilento, a Palinuro. Sono tutti morti i quattro sommozzatori romani rimasti bloccati nella ‘Grotta del Sangue’ durante un’immersione in uno dei posti più battuti e conosciuti dai sub, la grotta che deve il suo nome al colore delle pareti interne, accese da un rosso che si riflette sul mare e lo colora.

Tra le ipotesi più accreditate, si sarebbe parlato di un crollo di una parete della grotta ma il comandante della Capitaneria di Porto di Palinuro, Massimo Ruggiero, ha smentito l’ipotesi al Giornale del Cilento: «Il crollo è stato categoricamente escluso dai vigili del fuoco che sono andati giù ieri, tutte le pareti sono integre e ricoperte di alghe. Nessun crollo. Purtroppo i sub hanno imboccato un tunnel sbagliato, un vicolo cieco che li ha condotti su una parte di grotta in cui il fondale non era roccioso ma limaccioso, per cui si è sollevato un polverone e solo i più fortunati sono riusciti ad uscire».

L’ultimo corpo è stato recuperato intorno alle 20.30, si trattava del sub più giovane, il 23enne di origini greche, Telios Panaiotis.

«Le operazioni di recupero dei malcapitati – spiega il comandante Ruggiero al Giornale del Cilento – sono state completate sabato sera alle 20:20; le difficoltà incontrate dai sommozzatori nel recupero dei quattro sub erano strettamente connesse alla visibilità pari a zero nella grotta perché si era sollevata una coltre di fango che impediva addirittura di individuare l’ingresso nella grotta, per questo motivo i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno dovuto fare prima un’indagine preliminare sulla grotta stessa e poi sono dovuti entrare per prelevare una ad una le persone rimaste bloccate. La difficoltà è stata attraversare i 12-13 metri di fango che separavano l’ingresso della grotta dal luogo in cui erano rimasti intrappolati e fare il tragitto al contrario con il peso della persona recuperata».

Il primo corpo ad essere recuperato dai soccorsi è stato Andrea Pedroni, romano di 41 anni, avvocato penalista. Alle 16.32 sono stati avvistati gli altri tre. Il secondo è stato estratto alle 17.40. Apparteneva a Douglas Rizzo, il capo cordata, 41 anni, nato a Londra. Alle 19.13 è venuto alla luce anche il corpo di Susy Cavaccini, 36enne salernitana, ex giocatrice di pallavolo e scrittrice. Si sono protratte ancora più a lungo, invece, le ricerche del 23 enne di origini greche, Panaghiotis Telios, che è stato infine estratto intorno alle 20.30.

Aggiornamenti Effettuato dal medico legale, Adamo Maiese, l’esame esterno sui corpi dei quattro sub: non sarebbe stato necessario l’esame autoptico p0erché ormaii chiara la causa del decesso.

Un disperato tentativo di risalita, evidenziato dalla rottura dei timpani a testimonianza di una volontà dei sub di scampare ad una morte atroce resa inevitabile dalla mancanza di ossigeno nelle bombole, è quanto emergerebbe dall’esame; intanto, il sostituto procuratore di Vallo della Lucania, Renato Martuscelli, ha aperto una inchiesta per chiarire circostanze e dinamica della tragedia.

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LA PHOTOGALLERY A CURA DI LUIGI MARTINO

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