Giochi d’azzardo: a Vallo della Lucania giocate minorili record, il 35%

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Giochi d’azzardo: a Vallo della Lucania giocate minorili record, il 35%

È Vallo della Lucania la città italiana con più minorenni a giocare d’azzardo. Ma è solo la punta di un iceberg. Infatti “L’Italia ha il primato, in Europa, per la maggior cifra giocata al tavoli da gioco, una media quasi 2.195 euro a persona, che vengono sottratti all’economia reale, minorenni inclusi, il cui numero è passato da 860 mila unità a 3,1 milioni. L’Erario si preoccupa più di fare cassa che di sensibilizzare sulle tematiche di dipendenza da gioco.” Lo ha affermato Vittorio Carlomagno, presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani alla presentazione dello studio “Giochi e Usura: il triste primato italiano”, avvenuta ieri mattina, 31 luglio.  

Ancora più preoccupante il dato relativo ai minorenni. Nel 2011 c’è stato un vero e proprio boom. In Italia si è arrivati al 7,6% delle giocate, passando da 750 mila euro a 3,1 milioni. In questa speciale classifica primeggia la Campania dove ben il 32% delle giocate sono effettuate da minorenni e il record lo detiene Vallo della Lucania con il 35%.

Ciò comporta un enorme esborso da parte dei giocatori d’azzardo a tutto vantaggio delle agenzie di scommesse e dell’erario italiano. Solo nei primi mesi dell’anno in corso le perdite dovute alla dipendenza da gioco d’azzardo sarebbero aumentate del 19,7% rispetto all’anno precedente, corrispondente a 860 milioni in più e la tendenza potrebbe portare la percentuale a 28.

La responsabilità e delle istituzioni. Il presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, individua subito il responsabile: “Lo scopo delle istituzioni è quello di educare i cittadini, proteggere la loro salute, mentale e fisica, non certo quello di indurli a giocare a poker o ad indebitarsi con persone senza scrupoli. Senza contare che sono non pochi i giocatori che fanno uso di sostanze stupefacenti o si prostituiscono per racimolare i soldi. Per un reale rilancio dell’economia e per accompagnare il paese dall’uscita della crisi economica i risparmi degli italiani dovrebbero entrare in circolazione nel mercato attraverso canali legali e produttivi e non lasciare che le perdite al gioco diventino prima fonte di entrate nelle casse statali”. Infatti, secondo l’indagine di Contribuenti.it, se il consumo e l’abuso di alcol e droghe è visto come un problema sociale per la collettività e il singolo, la dipendenza da gioco d’azzardo non è riconosciuta dallo stato come una malattia, anche se per gli psichiatri è una patologia. Oltre a ciò c’è da considerare che con la crisi il gioco d’azzardo sta aumentando, a testimoniare che gli italiani sono alla ricerca della fortuna facile, che poi, a conti in tasca, tanto facile non è, anzi depaupera i più disperati.

La richiesta dell’associazione contribuenti italiani è chiara ed è indirizzata alle istituzioni: più misure restrittive del gioco legalizzato, per evitare il riciclaggio di denaro sporco e l’accesso ai minori, il divieto del gioco d’azzardo in tutti i luoghi pubblici e l’aumento della tassazione sulle vincite al fine di renderle meno appetibili, la proposta è quella di istituire un imposta unica per i giochi d’azzardo pari al 50% della vincita. 

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