Balneari contro il Comune di Camerota: pronto il ricorso al Tar

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Balneari contro il Comune di Camerota: pronto il ricorso al Tar

Alcuni concessionari del Comune di Camerota, proprietari di stabilimenti balneari, che appartengono al sindacato di categoria Sib-Confcommercio di Salerno, tramite il referente di zona, il consigliere comunale di minoranza Pierpaolo Guzzo, hanno annunciato il ricorso al Tar Campania contro il Comune di Camerota. Il perché riguarda la richiesta di annullamento e/o la riforma della deliberazione di consiglio comunale sulle modifiche al rilascio delle concessioni dei beni del demanio comunale e marittimo. Per i balneari il Comune «pur in assenza del Puad regionale e del conseguente piano comunale trova un escamotage per il rilascio di nuove concessioni demaniali marittime finalizzate all’accesso sugli arenili agli avventori diversamente abili. Inoltre, col medesimo documento, si permette, ai concessionari delle strutture balneari ricadenti nell’area della Cala del Cefalo, di realizzare, qualora ve ne fosse l’esigenza, intercapedini di altezza elevata, con riscontro della misura solo dal lato monte della struttura». Un fatto che Guzzo – come spiega in una nota – avrebbe sottolineato già in un consiglio comunale di novembre 2016, in linea con la posizione del collega Vincenzo Del Gaudio.

«Allo stato odierno il Comune di Camerota non dispone di un Piano Comunale consequenziale al Piano di utilizzazione delle aree demaniali marittime. Una carenza significativa. – si legge nella nota dei balneari – Inoltre, è parimente da notarsi che l’art. 5 del Regolamento per il Demanio Marittimo, approvato dal Comune di Camerota con deliberazione del Commissario Prefettizio N.61 del 21/02/2012, espressamente prevede il “Divieto di rilascio di nuove concessioni demaniali dalla data di adozione dello stesso fino all’approvazione del PUAD e consequenziale Piano Comunale”»

Nella nota Guzzo sottolinea che lo scorso giugno il Comune di Camerota aveva emanato un bando per l’assegnazione di concessioni demaniali marittime con finalità di promozione turistica del territorio, una determinazione che però era stata annullata dopo la segnalazione di illegittimità messa in atto dal gruppo di opposizione consiliare.  «Per evitare nel futuro simili errori, giunge in soccorso la Deliberazione del Consiglio Comunale N.31 del Novembre 2016. Ma come evidenziato dall’Avv. Nicola Scarpa, detto atto è palesemente illegittimo e viziato, pertanto va annullato, riformato e/o disapplicato, per diversi motivi. – spiegano – Illegittimo poiché in contrasto con diverse prescrizioni legislative. Viziato perché presenta difetti istruttori e procedurali. L’atto deliberativo è privo del necessario parere di regolarità tecnica, che obbligatoriamente sarebbe dovuto essere reso dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico, ovvero del Settore Urbanistica, Edilizia Pubblica e Privata. Parere non solo obbligatorio, ma anche opportuno e fondamentale, visto che l’atto adottato ed oggi contestato, incide in maniera significativa sul territorio dell’Ente. Inoltre – continuano – qualora la proposta di deliberazione comporti riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria, o sul patrimonio dell’Ente, serve anche il parere del responsabile di ragioneria, in ordine alla regolarità contabile. Ed i suddetti pareri devono essere allegati alle deliberazioni, costituendone, quando prescritto, contenuto necessario ai fini della regolarità e validità dell’atto. Dunque la Deliberazione del Consiglio Comunale N.31 del 21/11/2016, constatato che presenta alcune illegittimità, nonché vizi di naturale formale e procedurale, viene impugnata dinanzi al TAR Campania sezione di Salerno».

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