Giovane morto per presunta overdose, il testimone: «Ecco come è andata». Due medici indagati

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Giovane morto per presunta overdose, il testimone: «Ecco come è andata». Due medici indagati

Da Avellino al Cilento. A Camerota e Palinuro non si parla d’altro. La morte di un giovane di 21 anni non passa mai inosservata, soprattutto quando di mezzo c’è una sospetta overdose. Nel salernitano non è una causa di morte molto frequente e nel Cilento, all’uscita di una discoteca, non era mai capitato un episodio del genere. C’è chi preferisce non parlarne per dimenticare in fretta e sperare che nessuna vita verrà più stroncata in questo modo da quelle parti. C’è chi invece tuona, accusa. Chi vuole chiarezza, parla e denuncia. La procura del tribunale di Vallo della Lucania ha aperto un fascicolo di indagini. Il procuratore ha emesso due avvisi di garanzia per altrettanti medici. Per comprendere meglio la situazione occorre fare un passo indietro e cercare di ricostruire la vicenda tramite le testimonianze raccolte dal giornale del Cilento e la ricostruzione degli inquirenti. 

Cosa sarebbe successo davvero quella mattina? Cosa è successo davvero quella mattina lo sapeva solo Simone Pandolfi, il 21enne di Monteforte Irpino deceduto, e il suo amico. I carabinieri della compagnia di Sapri affermano per certo che il gruppo di amici, formato probabilmente da tre persone, aveva trascorso la notte tra sabato e domenica all’interno della discoteca ‘Il Ciclope’ di Marina di Camerota. Quello che è accaduto all’interno del locale non è ancora noto a chi indaga, ma gli inquirenti stanno lavorando per cercare di fare piena luce sulla situazione. Il giornale del Cilento ha raccolto la testimonianza di una persone che afferma di essere amico alle tre persone protagoniste del fatto. Questa stessa persona non si è identificata, ma afferma con certezza di aver parlato con uno dei componenti del gruppo dopo la morte di Simone. Chi racconta avrebbe parlato con il ragazzo che si sarebbe incamminato in compagnia di Simone e che quindi è l’unico che saprebbe davvero ricostruire i fatti con sicurezza. «Simone ha acquistato le prevendite della discoteca ‘Il Ciclope’ a Palinuro sabato sera – afferma l’interlocutore – in compagnia di altri due amici ha bevuto qualche cocktail nei bar del centro e poi si è recato in discoteca dopo la mezzanotte». Il racconto è molto dettagliato, ma non certo. Sui fatti restano molti punti interrogativi. «I tre ragazzi hanno trascorso la serata insieme fino alle 4 di notte – continua il giovane – a quell’ora, però, il conducente e proprietario dell’automobile ha deciso di tornare sul porto di Camerota e lasciare i due amici in discoteca. Lui dorme in barca insieme al papà e sarebbero dovuti andare a dormire lì anche Simone e l’altro amico. Secondo quanto mi hanno detto – dice – il ragazzo ha avvertito gli altri due che sarebbe andato a dormire, ma che quando si sarebbero stancati lo potevano telefonare e lui sarebbe riandato al ‘Ciclope’ per dare un passaggio agli amici». Ma all’interno della discoteca succede che Simone e l’altro amico perdono il cellulare o, probabilmente, come afferma sempre chi rilascia l’intervista al giornale del Cilento, «gli vengono rubati gli smartphone». «Sono trascorse le 7 del mattino quando Simone e l’amico escono dal locale – continua il racconto – sono senza cellulare e decidono di incamminarsi a piedi verso il centro del paese dopo aver perso alcune decine di minuti nel parcheggio tra la grotta del Ciclope e la spiaggia». La discoteca dista diversi chilometri dal centro urbano di Marina di Camerota. Bisogna poi tenere conto del sole, della stanchezza e della probabilità, al vaglio dei medici e delle forze dell’ordine, che i giovani abbiano assunto sostanze stupefacenti e alcool. Se così fosse un mix letale per il 21enne avellinese. 

La passeggiata e i soccorsi «I due amici senza cellulare escono dal locale e si dirigono verso il porto di Marina di Camerota». Al porto non ci arriveranno mai. La passeggiata diventa presto estenuante. Uno dei due giovani si ritrova a soccorrere l’amico in diversi punti lungo il percorso. «Simone si accascia a terra la prima volta in località ‘Arconte’ – racconta ancora chi afferma di aver parlato con il gruppo dopo la morte del giovane – ma qui l’amico gli da’ coraggio e dice che manca poco per il porto e che presto si sarebbe messo dormire nel letto e gli sarebbe passato tutto». La temperatura sale. Il sole diventa cocente. «Simone cammina a fatica, dice di avere caldo e che gli fa male lo stomaco e la testa. Una volta giunti davanti al supermercato Conad di Marina di Camerota Simone cade a terra, caccia schiuma rosa dalla bocca e la faccia è livida, leggermente di colore viola». Qui si sarebbe scatenato il panico. Una donna del posto avrebbe allertato la centrale del 118 di Vallo della Lucania. La prima ambulanza, di tipo B non medicalizzata, parte dalla guardia medica di Camerota e a bordo c’è un medico originario del napoletano. Adesso indagato. Simone viene soccorso dai sanitari, ma c’è bisogno di una ambulanza medicalizzata per il trasferimento in ospedale. La seconda ambulanza parte dal Saut di Palinuro, a bordo c’è un medico originario di Pisciotta. L’equipe della seconda ambulanza avverte anche i carabinieri di quanto stesse accadendo. 

Il trasbordo e il decesso Il pubblico ministero è proprio qui che vuole vederci chiaro. Al centro delle indagini c’è l’adeguatezza dell’assistenza sanitaria e la prima diagnosi effettuata. In bocca al giovane, al momento del primo soccorso, è stata ritrovata della carta. Probabilmente per tamponare la schiuma rosa che fuoriusciva dalla bocca oppure perchè qualcuno ha pensato si trattasse di un attacco epilettico, invece Simone è morto, probabilmente, per una embolia polmonare dovuta ad una overdose. Mercoledì pomeriggio il medico legale Adamo Maiese effettuerà l’autopsia sul corpo del cadavere ora trattenuto nell’obitorio dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Simone Pandolfi è morto sulla seconda ambulanza, dopo pochi minuti dal trasferimento avvenuto lungo la strada che collega Marina di Camerota e Palinuro, all’altezza dello spiaggione del Mingardo. 

Dall’altare il prete tuona Il fatto ha destato non poco scalpore in paese, ma non solo. Le parole più pesanti sono arrivate dall’altare della chiesa San Domenico di Marina di Camerota. A pronunciarle il prete don Gianni Citro che ha cercato di ricostruire ciò che accadrebbe all’interno della discoteca ‘Il Ciclope’ durante le serate d’estate. «La morte del 21enne – rivela don Citro in una intervista – è la cronaca di una morte annunciata. I ragazzi all’interno del Ciclope si riducono a nulla, ogni mattina è uno scenario vergognoso. E il dato poi triste e che nessuno ne parla. Su questo locale c’è un clima di omertà spaventoso. Il Ciclope é considerato un tempio inviolabile perché porta economia. Anche la morte del giovane sembra essere solo un guaio di cui liberarsi».

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