Trivellazioni nel Vallo di Diano, comitato chiede ai 15 Comuni veloce approvazione di delibera

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Trivellazioni nel Vallo di Diano, comitato chiede ai 15 Comuni veloce approvazione di delibera

«Serve una soluzione veloce al rischio delle trivellazioni petrolifere nel Vallo di Diano». Ecco perché il Comitato No Petrolio ha chiesto alle 15 amministrazioni comunali del territorio di procedere in tempi rapidi alla approvazione della delibera o di giunta o di consiglio da inviare alla Regione Campania entro l’8 ottobre affinchè la stessa impugni il decreto Sblocca Italia. 

Cosa prevede il decreto I quindici sindaci del territorio insieme alla comunità montana Vallo di Diano hanno già espresso parere contrario al decreto in Conferenza dei sindaci che si è svolta a Padula la scorsa settimana. «Ma è necessario nonché urgente che ogni Comuni faccia propria la Delibera e la invii in Regione Campania», ha detto il Comitato, preoccupato dal decreto, pubblicato in Gazzetta, che «fa riferimento all’applicazione concreta della Strategia Energetica Nazionale. Quest’ultima prevede che verrà dato il riconoscimento del carattere strategico praticamente di ogni infrastruttura legata agli idrocarburi: gassificatori, gasdotti, stoccaggi di gas nel sottosuolo, attività di prospezione e sfruttamento di giacimenti di idrocarburi, che la realizzazione di queste attività con procedure di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità prevede l’ apposizione di vincolo preordinato all’esproprio dei terreni, che il titolo concessorio sarà unico mentre ora sono due: permesso di ricerca e concessione di coltivazione».

Per il comitato il decreto è «un grande favore alle multinazionali che, una volta individuato un giacimento, potranno reclamare ‘un diritto acquisito’ per lo sfruttamento del patrimonio dello Stato. Ma prevede anche che tutte le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale per le attività di ricerca, prospezione ed  estrazione in terraferma saranno sottratte alle regioni e assegnate allo Stato, con conseguente accentramento dei poteri a discapito del diritto dei cittadini che abitano su territorio di far sentire la propria voce». 

«Inoltre il decreto stabilisce che il Governo, in caso di ‘inerzia’ delle Regioni, avoca a sé i titoli  minerari pendenti (alla data di entrata in  vigore del presente Decreto Legge relativi alla prospezione, ricerca e coltivazione di  idrocarburi) di quelli cioè non definiti entro il  31 dicembre 2014 (comma 4  articolo 38). Trascorso ‘inutilmente’ il  termine del 31 dicembre 2014, ‘la Regione deve trasmettere – recita il decreto – la  relativa documentazione al Ministero  dell’Ambiente della tutela del territorio e del  mare per i seguiti istruttori di competenza,  dandone notizia al Ministero dello sviluppo economico’».

L’appello ai sindaci e ai comitati «Chiediamo con forza ai sindaci – dice il Comitato – di inviare le delibere al governatore Caldoro,  affinché proceda alla convocazione immediata di un consiglio regionale straordinario con la quale la Regione Campania  fa ricorso contro decreto legge n.133/2014 chiedendo la non conversione in Legge e di impugnare per incostituzionalità lo stesso Decreto “Sblocca Italia”. Invitiamo inoltre tutti i presidi territoriali quali Il Comitato Nessun Dorma di Montesano sulla Marcellana, Diano in Piena, i Comitati del Cilento impegnati contro il Gasdotto ad intervenire con determinazione e tutti i partiti e movimenti politici del territorio ad intervenire a prendere una posizione netta sul Decreto Sblocca Italia in quanto lo stesso riguarda tutte le opere energetiche ritenute strategiche, svincolandole dal potere decisionale di Comuni e Regioni, ed escludendo di fatto i cittadini e i loro più vicini rappresentanti dalla progettazione territoriale e dalla costruzione di una visione autonoma del proprio paese e della propria città. Questo decreto di fatto svilisce il senso e la denotazione della parola Politica togliendo ogni spazio di mediazione».

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