Cilentani nel mondo, Mauro Ruggiero conquista la Repubblica Ceca: «Mi mancano i tramonti e il calore della gente»
| di Francesco ChiricoOriginario di Acciaroli, attualmente amministratore presso l’ufficio culturale dell’ambasciata d’Italia in Repubblica Ceca, Mauro Ruggiero è l’emblema dei giovani che non si fermano mai e che portano l’Italia (e il Cilento) nel mondo. Due lauree, una in Storia e filosofia mentre la seconda in Lingua e cultura italiana per stranieri, e la mansione di ricercatore all’università Carlo IV di Praga, Mauro è un giornalista professionista e, oltre a scrivere per giornali e riviste sia italiane che ceche, ha fondato una sua rivista online www.cafeboheme.cz e giovedì 17 dicembre è prevista l’uscita del suo libro sulla Dieta mediterranea dove un’ampia parte è dedicata al Cilento che, grazie ad Ancel Keys, può definirsi patria del buon cibo.
Dal Cilento a Praga, come ci sei arrivato in Repubblica Ceca?
Praga è una città che mi ha sempre affascinato: vuoi per le suggestioni letterarie derivanti dalla lettura delle opere di Kafka, Meyrink, Ripellino, Hasek; vuoi per la sua storia affascinante, vuoi per la sua straordinaria bellezza. Fatto sta che volevo assolutamente andarci a vivere, anche se non avevo una ragione precisa per farlo. Ho avuto l’occasione di realizzare questo mio desiderio approfittando di uno stage di 3 mesi che il ministero degli Affari Esteri metteva a disposizioni per studenti laureati, da svolgere nelle ambasciate italiane sparse per il mondo. Ho partecipato alle selezioni indicando Praga come destinazione preferita e sono stato scelto. Poi una volta qui ho immediatamente provato una straordinaria affinità con questa città così diversa dai luoghi nei quali sono nato e cresciuto, allora ho fatto il possibile per rimanervi. Ho vinto un concorso come lettore presso un liceo della città, ho iniziato a lavorare come giornalista collaborando con alcune riviste e ho continuato a collaborare con l’Ufficio Culturale dell’Ambasciata d’Italia a Praga. Oggi sono ancora qui, anche se non credo che vi rimarrò per tutta la vita, chissà!
Vivi dal 2004 all’estero, cosa ti manca di più del Cilento e cosa ti ha lasciato questa terra?
In realtà vivo all’estero dal 2001, perché prima della Repubblica Ceca ho vissuto in Spagna per quasi due anni accademici completi. Del Cilento mi mancano molte cose: il calore della gente, il sole, il cibo, i tramonti marini, le passeggiate in montagna e sulla spiaggia, i silenzi di certi luoghi, i miei due paesi: Cardile e Acciaroli, ma il non viverci e il ritornarvi poche volte all’anno, paradossalmente, me lo fa apprezzare e amare ancora di più. Mi sento privilegiato ad essere nato e cresciuto in questa terra, perché nel bene come nel male mi ha insegnato e dato veramente molto.
Hai diversi lavori ma tutti incentrati nella divulgazione della lingua e della cultura italiana. L’Italia piace? Come viene vista la nostra Nazione, in particolar modo il Cilento, all’estero?
È vero, mi occupo della promozione della lingua e della cultura italiana all’estero in vari modi. Lavoro come amministratore presso l’ufficio culturale dell’ambasciata d’Italia in Repubblica Ceca, sono giornalista e ricercatore universitario. Qui in Repubblica Ceca l’Italia piace e piace molto, anche se devo dire che l’immagine del nostro Paese negli ultimi 15 anni ha accusato qualche colpo dovuto a una politica governativa che non ha dato sempre una bella immagine dell’Italia, ma fortunatamente all’estero molte cose non si sanno… e comunque la creatività, la capacità e altre virtù degli italiani prevalgono ancora, nell’immaginario collettivo dei nostri “vicini di casa”, su altri aspetti meno edificanti del carattere del nostro popolo. Le eccellenze italiane sono ancora riconosciute e apprezzate praticamente in tutto il mondo, e questo deve stimolarci a fare sempre meglio, nonostante tutto. Il Cilento, da chi lo conosce, è visto come una specie di paradiso terrestre per i suoi luoghi meravigliosi, ma ho sentito anche molte critiche sulla mancanza di trasporti, strutture, organizzazione ecc. Insomma, tutte cose che già sappiamo.
Dove è nata la tua scelta di portare l’Italia nel mondo, facendola conoscere ed apprezzare?
Credo che tutte le diverse culture del mondo abbiano ricchezze immense e il conoscerle ci aiuti ad essere più tolleranti e rispettosi verso il prossimo. Le discordie tra gli esseri umani nascono dall’incomprensione reciproca e dall’intolleranza. Conoscere culture diverse è un modo di evolvere e prendere coscienza delle diversità, e ci dà la possibilità di prendere da esse quanto di positivo possono offrire. La cultura italiana di cose positive da dare ne ha tante. Lo dimostra il fatto che, pur essendo il nostro un piccolo paese, la nostra lingua è la quarta più studiata al mondo e il Bel Paese è da sempre una meta turistica importante. Poi c’è il cibo: la dieta mediterranea, il vino, l’arte, il cinema. Insomma: Dio, l’universo o il caso qualcosa di buono ce lo hanno dato, ed è giusto e importante che lo facciamo conoscere al resto del mondo. Lavorare in questo settore mi stimola molto, è stata una scelta meditata, valutando bene i pro e i contro; i vantaggi e i sacrifici. Finché avrò gli stimoli necessari a continuare andrò avanti su questa strada, poi la vita non si sa mai dove e cosa ti porterà.
Pensando alla tua esperienza all’estero cosa ti senti di consigliare ai ragazzi cilentani, restare o andare via?
Non mi permetto mai di dare consigli a nessuno. Ciascuno trova sempre dentro di sé i motivi per andare via o per restare. Io sono andato via perché per qualche strano motivo metto sempre una certa distanza tra me e le cose che amo di più, ma non mi sono mai sentito costretto ad andare via. Sento spesso dire che dal Cilento bisogna scappare, non è vero! Molti miei amici sono rimasti lì e hanno creato cose belle: piccole aziende in vari settori, strutture turistiche di nuova generazione, hanno concretizzato idee, rivitalizzato tradizioni… Certo, ci sono mille problemi: la politica, la mentalità, la burocrazia i soldi. Ma anche mille scuse per non darsi da fare. Puoi girare il mondo, ma non muovere un passo dentro di te, e allora i tuoi peregrinaggi sono inutili, e viceversa puoi rimanere tutta la vita in un posto e fare cose importanti, anche se piccole. Il Cilento ha potenzialità immense, ha una qualità della vita che in molti altri posti del mondo neanche si sognano. Di gente in gamba, nel Cilento, ce n’è tanta e sempre di più. Questo lascia sperare bene per il futuro di questa nostra ‘amata-odiata’ terra.
Progetti futuri?
A giorni uscirà il mio secondo libro sulla Dieta Mediterranea: Il Mediterraneo a tavola. Storia, virtù e segreti della Dieta Mediterranea che ho realizzato insieme alle università Federico II di Napoli e La Sapienza di Roma. Il libro è patrocinato dal Comune di Pollica, dalla Fondazione Alario e dall’Accademia Italiana della Cucina (sez. di Praga) Nel libro, naturalmente, al Cilento è dedicato molto spazio. Il primo, Mare Nostrum, uscito nel 2010 in lingua ceca, ha avuto un certo successo e questo che esce adesso è la versione italiana con alcune aggiunte. Dal 2010, insieme all’Istituto Italiano di Cultura di Praga e altre istituzioni, sto portando avanti un progetto di promozione della Dieta Mediterranea in Repubblica Ceca. Oltre alle 2 pubblicazioni sono stati fatti workshop di cucina cilentana, con professionisti della ristorazione venuti appositamente dal Cilento, due mercatini cittadini con prodotti di eccellenza cilentani e un incontro presso l’Ambasciata d’Italia di promozione turistica del territorio. Per aprile 2016 sto organizzando insieme al Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga, Giovanni Sciola, e all’Università Carlo IV, un convegno internazionale sulla letteratura italiana del primo Novecento al quale parteciperanno 80 relatori circa provenienti da molti paesi mondo. Il prossimo anno lavorerò ad altri progetti editoriali che mirano alla promozione delle eccellenze italiane all’estero, e vorrei organizzare, sempre con l’Università Carlo IV e l’Ambasciata d’Italia, un convegno internazionale sul tema: cibo e letteratura. Di certo non avrò molto tempo per annoiarmi.
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