Ospedale unico Valle del Sele, cittadina scrive a Caldoro: «Niente più nascite ad Eboli, Oliveto e Roccadaspide»

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Ospedale unico Valle del Sele, cittadina scrive a Caldoro: «Niente più nascite ad Eboli, Oliveto e Roccadaspide»

Con la delibera del direttore generale dell’Asl Antonio Squillante del 4 febbraio scorso si è proposto alla Regione Campania «la rimodulazione dei presidi ospedalieri di Eboli, Battipaglia, Oliveto Citra e Roccadaspide, nelle more della costruzione dell’ospedale unico della Valle del Sele». Quindi un ospedale unico al posto di quattro presidi ospedalieri, anzi cinque se inseriamo anche l’ormai ex ospedale di Agropoli. 

Oltre alle preoccupazioni riguardanti il ricovero e, soprattutto, le emergenze sanitarie anche le domande in merito alle natalità: «Nella provincia di Salerno, per dare la luce al proprio figlio ci si possa recare solo in pochi luoghi; ospedale di Salerno, Nocera, Battipaglia e Vallo della Lucania, togliendo con ciò la possibilità alla città in cui vivo di poter rivendicare la gioia e magari l’onore d’avere qualche futuro illustre concittadino». Queste alcune parole di una cittadina, Assunta Niglio, che ha scritto una lettera aperta al presidente della regione Campania Stefano Caldoro

La lettera integrale:

Lettera aperta al Presidente della Regione Campania On.Stefano Caldoro

Egregio Presidente, le scrivo nella qualità di normale cittadina che aspirerebbe a vivere in un Paese normale, un Paese che fosse in grado di assicurare, alle tante famiglie e ai tanti giovani, condizioni normali e dignitose; aspirazione logica ma quasi sempre impossibile da ottenere oggi in Italia. Infatti ancora una volta mi tocca registrare come le logiche dei partiti, per una serie di interessi non certo rapportabili al bene del popolo, ci stanno trascinando nell’ennesimo errore sostanziale e culturale. Nello specifico il mio dissenso è dovuto al nuovo accordo sul riassetto del piano ospedaliero della piana del Sele, accordo conclusosi nei giorni scorsi con la scusante delle solite difficoltà economiche e che Lei sarà chiamato presto a firmare.

A proposito di dette difficoltà economiche vorrei rappresentarLe come le medesime non siano da addebitare a uno sperpero di denaro pubblico effettuato dal popolo bensì a motivazioni non proprio edificanti e che, a tutti note stanno sempre più irritando il popolo. In parole povere il popolo, ora, non ritiene giusto che possa essere chiamato a pagare sperperi altrui poiché ciò rappresenterebbe oltre al danno anche la beffa.

Infine i cittadini sono stanchi di una politica così poco lungimirante che effettua indiscriminatamente tagli sempre più consistenti alla Sanità, ovvero tagli che nella sostanza significano la negazione del diritto di una persona alla sua vita?

Pertanto, giunti a tal punto, comprenderà signor Presidente che noi, cosiddetti cittadini normali, non possiamo più far finta di non vedere la perversità e il danno che andrebbero a provocare alcune decisioni che sono state prese, in questi giorni, nella nostra provincia; e in aggiunta assistere anche alle esternazioni positive che ne fanno i nostri politici locali i quali, unitamente al sindaco di Eboli, fanno a gara per prendersi i meriti di un accordo stipulato sulla Sanità della Piana del Sele, piano, invece, fortemente contestato dai cittadini soprattutto ebolitani. Infatti ci tornano davvero inconcepibili le dichiarazioni del nostro primo Cittadino quando afferma che “Questo Assetto Ospedaliero della Piana del Sele è stato concepito nell’interesse della Sanità locale”. Ma di quale interesse parla?

Purtroppo con la nuova ripartizione non solo l’ospedale di Eboli diventerà un ospedale con solo qualche reparto d’eccellenza per la Sanità locale, ma di contro e sicuramente, per noi ebolitani rappresenterà la perdita di una naturale continuazione della nostra storia, piccola o grande che sia.

Infatti quando il Polo delle nascite sarà trasferito nella città di Battipaglia, noi perderemo quella identità natale che sta alla base della continuazione identitaria di una città e di una intera popolazione, comprendente non solo il territorio di Eboli ma anche quello più ampio che comprende tutta la Valle del Sele e di altri paesi intorno. A mio avviso se Carlo Levi ripassasse dalle nostre parti riscriverebbe il suo libro -Cristo si è fermato ad Eboli- con un più attuale: Cristo si è fermato a Battipaglia.

La presente recriminazione nulla ha a che vedere con l’amica città di Battipaglia, ma vuol semplicemente essere naturale difesa del territorio che ci ha dato i natali poichè, come Ella ben sa, Il luogo d’Origine È importante non solo per il nascituro ma anche per il luogo. E questo è facilmente desumibile allorchè una città da i natali ad un illustre personaggio di rilievo. Infatti a fare testo non è il luogo originario di famiglia ma quello ove, sia pure per pochi giorni, si è recata la partoriente.

Con questa logica e in forza di questo accordo ci risulta improponibile pensare che, nella provincia di Salerno, per dare la luce al proprio figlio ci si possa recare solo in pochi luoghi; ospedale di Salerno, Nocera, Battipaglia e Vallo della Lucania, togliendo con ciò la possibilità alla città in cui vivo di poter rivendicare la gioia e magari l’onore d’avere qualche futuro illustre concittadino.

Tutto ciò rattrista me e tante altre donne poichè in questo modo noi ci vediamo togliere anche quei piccolissimi diritti che, tanto cari al Meridione, aiutavano a vivere e a conservare la propria identità.

Gentile Presidente, forse per Lei, quanto sopra detto, potrà rappresentare ben poca cosa ma Le assicuro che per noi cittadini di Eboli e di altre città della Campania, la mannaia che sta per calare sul reparto delle nascite,rappresenta una sconfitta. Forse Eboli in cambio avrà Un Ospedale con qualche Eccellenza, e neppure questo, per come vanno le cose in Italia, È certo, ma di sicuro perderà parte della sua storia futura che, grande o piccola che avrebbe potuto essere, era pur sempre la continuazione di una comunità che non merita di vedersi estinta con semplice e ingrato tratto di penna.

Questa, dunque, la preghiera che Le rivolgo: oltre ai politici locali voglia per una volta ascoltare anche i semplici cittadini, ovvero dia attenzione a quelli che infine costituiscono il vero tessuto di un Paese che, come noto, viene mantenuto dal loro lavoro… sempre che questo lavoro sia ancora possibile trovarlo!

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Twitter @BiagioCafaro

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