Nel libro di Saviano un riferimento a Sapri, ‘Zero zero zero’ è soprannome dato a Salvatore Mancuso

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Nel libro di Saviano un riferimento a Sapri, ‘Zero zero zero’ è soprannome dato a Salvatore Mancuso

Ad aprile è tornato in libreria con un nuovo libro edito da Feltrinelli: «ZeroZeroZero». Lo scrittore napoletano, Roberto Saviano, ha raccontato nel suo romanzo inchiesta «il viaggio nei gironi infernali del mondo contemporaneo. L’assalto del narcotraffico ai santuari dell’economia mondiale». La cocaina. 

Zero Zero Zero, per la precisione Triple Cero, era il soprannome dato a Salvatore Mancuso, capo delle unità paramilitari colombiane e pezzo grosso del narcotraffico mondiale. Nel libro si racconta la sua storia e quella dei principali narcos colombiani e messicani, si ricostruiscono le battaglie tra i cartelli e l’incredibile ferocia di killer capaci di torturare l’agente della Dea Kiki Camarena conficcandogli nel cranio una vite d’acciaio, avvitata poi con sadismo fino a fargli perdere i sensi dal dolore. 

«’Triste’ riferimento a Sapri», come ha scritto il sindaco della città della Spigolatrice, Giuseppe Del Medico, sulla sua pagina Facebook. Infatti, il Salvatore Mancuso raccontato da Saviano, conosciuto anche come el Mono Mancuso, Santander Lozada, il Signore della Droga o Triple Cero, nato a Montería nel 1964, è un «criminale, paramilitare e narcotrafficante colombiano di origini italiane, il padre infatti era di Sapri». Su un articolo del quotidiano La Stampa datato al 2006 si leggeva: «Quarantadue anni, di origini italiane, Mancuso resta il capo indiscusso dell’Auc, l’Autodefensas Unidas de Colombia, il più forte gruppo paramilitare di estrema destra al quale sono attribuiti migliaia di omicidi. E’ indagato nell’inchiesta «Galloway Tiburon», condotta dalla Dda di Reggio Calabria, su un traffico di stupefacenti tra Europa e Sud America».

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