Giornata nazionale del sollievo: Sapri è in campo per migliorare la vita del malato

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Giornata nazionale del sollievo: Sapri è in campo per migliorare la vita del malato

Migliorare la qualità di vita dell’ammalato. E’ questo lo spirito che ha animato la 23esima edizione della Giornata nazionale del Sollievo che si è svolta a Sapri, nell’aula magna dell’ospedale per promuovere e testimoniare la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso vitale, non potendo giovarsi di cure destinate alla guarigione. La Giornata del Sollievo promossa dalla direzione sanitaria ed amministrativa del presidio ospedaliero e dall’amministrazione comunale di Sapri è stata presentata domenica 25 maggio nell’aula delle conferenze dell’ospedale. Sono intervenuti Maria Ruocco, direttore sanitario dell’ospedale, Carmine Travaglini, oncologo, specialista in cure palliative, Giuseppe del Medico, sindaco di Sapri, Enrico Lomonte, medico di medicina generale, Adele Falcone, insegnante, Giuseppe di Vita, medico anestesista e rianimatore, Rosario Nicoletti, direttore sanitariodel del distretto sanitario di Vallo della Lucania e alcuni rappresentati dell’associazione volontari ospedalieri.

Nel corso del convegno è stato presentato l’ambulatorio della terapia del dolore, istituito all’ospedale saprese, con il patrocinio del Comune, che si è già distinto in questi anni con iniziative di sostegno e solidarietà a favore delle persone diversamente abili, degli anziani e dei bambini poveri. L’ambulatorio della terapia del dolore si colloca in un contesto socio-economico e territoriale fortemente penalizzato da tagli strutturali della spesa pubblica e da politiche di sviluppo che, nel corso degli anni, hanno penalizzato le fasce più deboli della popolazione.  Basti riflettere sul fatto che in Campania gli Hospice programmati erano 10. Nel 2014,secondo uno studio condotto dalla Federazione Cure Palliative Onlus, risultano 8  hospice operativi (3 in provincia di Salerno). In Lombardia i centri residenziali di cure palliative sono più di 60, mentre in Emilia Romagna 21. Le problematiche trattate nel convegno confermano quanto recentemente pubblicato dal Formez (aprile 2014) sul sistema di cure domiciliaridella Provincia di Salerno.

In particolare questo studio rileva che la Provincia di Salerno «presenta una organizzazione del servizio di cure domiciliari che può costituire un caso rilevante in quanto è gestito in buona parte con proprio personale, i costi forniti appaiono molto dettagliati, anche se non abbastanza specifici per il tipo di analisi da realizzare». Il Formez evidenzia però che nel 2014, nell’Asl di Salerno,grazie al monitoraggio dei costi delle cure domiciliari prestazionali e delle cure domiciliari integrate e cure palliative il costo complessivo medio stimatoper cure domiciliari prestazionali si è assestatointorno ad un minimo di 25,42 euro per 30 minuti d’intervento (medico + infermiere) a un massimo di 60 euro al giorno, nel caso di cure palliative terminali con complessità assistenziale alta.

Si tratta di cifre nettamente inferiori al costo medio di una degenza ospedaliera che invece può oscillare da un minimo di 154,00 euro ad un massimo di 264,00 euro per giorno di ricovero, nel caso di pazienti in stato vegetativo. La salute delle persone ovviamente non può  e non deve valutarsi solo in termini di costi. Oggi sono sempre più numerose le Asl in pareggio o con deficit sotto il 5 per cento comprese quelle di alcune regioni  del Sud (tra cui la Campania) storicamente con più difficoltà economiche. Forti diseguaglianze si osservano però nell’ambito della salutein conseguenza di  fattori socio-economici, ma ancheterritoriali a parità di livelli di istruzione e condizioni economiche. Si evidenza che il 14,7 per cento dei cittadini  del Sud  rinunciano alle curemediche (nelle regioni del Nord-est, la percentuale è del 9,7) per motivi economici (il 50,4 per cento), per le lunghe liste di attesa o per scomodità degli orari di ricevimento il 34,4 per cento. Molte sono poi le persone  (l’84,4 per cento) che rinunciano alle cure odontoiatriche per motivi economici. In tale contesto nazionale e regionale, l’iniziativa saprese si colloca in un ottica di lungimirante attenzione e di profondorispetto della vita delle persone che attraversano nel dolore le ultime fasi della loro esistenza, confermando cosìl’indiscusso fondamentale ruolo dell’ ospedale Immacolata.

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