Vallo di Diano, Robustelli: «A proposito dei pareri sul Tribunale di Sala Consilina»

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Vallo di Diano, Robustelli: «A proposito dei pareri sul Tribunale di Sala Consilina»

«Ad una prima analisi dei pareri espressi nei giorni scorsi dalle commissioni parlamentari del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati sulle sorti dei tribunali da salvare dalle ipotesi di soppressione formulate nello schema del decreto legislativo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie approvato il 6 luglio scorso, possono evidenziarsi alcune  concomitanze di valutazione al riguardo dei criteri da porgere all’attenzione del Ministro di giustizia Severino, prima che diventi esecutivo tale strumento normativo. Difatti entrambe le commissioni esplicitano il proprio giudizio favorevole alla salvaguardia dei presidi di giustizia “con un tasso rilevante di impatto della criminalità organizzata”, tant’è che l’elenco è eguale in tutte e due le sedi istituzionali: Caltagirone, Sciacca, Lamezia Terme, Rossano, Castrovillari e Paola. Anzi, ad essere più precisi, la Commissione giustizia della Camera aggiunge all’elenco anche il Tribunale di Chiavari, mentre quella omologa del Senato inserisce quello di Pinerolo, che, a suo dire, varrebbe la pena di conservare perché il carcere è attiguo alla sede giudiziaria di recente costruzione (il cui costo, sostenuto dallo Stato è  stato pari a 14 milioni di euro).Quest’ultimo rilievo appalesa l’altro criterio adottato dalle suddette commissioni parlamentari nei loro pareri, ossia sarebbero da salvaguardare i presidi territoriali di giustizia edificati da poco, come è il caso sia di Bassano del Grappa, rivalutato maggiormente a causa di “un’area offerta gratuitamente dal sindaco per la costruzione del nuovo carcere”, che di Castrovillari, completato ma non ancora operante. L’ultimo principio, alla base delle ipotesi di diniego alla soppressione dei c.d. tribunali minori, viene infine individuato nella precipua estensione territoriale del circondario giudiziario di riferimento e nella correlata utenza.

Alla luce della comparazione delle soluzioni avanzate dalle due commissioni parlamentari sulla base dei tre criteri concordemente prescelti, secondo il parere espresso al Senato del Tribunale di Sala Consilina si salverebbe l’autonomia in qualità di sede giudiziaria afferente alla Corte d’Appello di Salerno, mentre alla Camera la formula impiegata nel parere è che le competenze di tale tribunale debbano considerarsi interne alla Corte d’Appello di Salerno. In questa seconda valutazione, però, non riesce a comprendersi se il Palazzo di Giustizia sia o no da mantenere come sede principale. Parrebbe desumersi che la commissione parlamentare della Camera dei Deputati sia per un’interpretazione negativa al riguardo, propendendo per un suo ruolo di sede distaccata, che insieme alle altre in tali condizioni continuerà a sopravvivere nella sua autonomia per altri cinque anni “in attesa del completamento dell’informatizzazione degli Uffici giudiziari e della realizzazione degli sportelli telematici di giustizia”, come recita il testo parlamentare. Se così fosse al danno si aggiungerebbe anche la beffa, perché il Tribunale di Sala Consilina, avendo già realizzato il progetto del processo civile telematico, vedrebbe ridotti i tempi della sua permanenza in vita come autonomo presidio giudiziario.

Che dire, i criteri chiave adottati nelle suddette sedi istituzionali sono più che chiari e, ahimè,  non concernono il Palazzo di Giustizia di Sala Consilina. Se, infatti,i principi adottati dalle commissioni parlamentari per salvare i tribunali minori hanno riguardo alla presenza della criminalità organizzata, ai costi sostenuti per l’edificazione di nuovi tribunali e all’entità della popolazione afferente alle competenze di tali presidi, la nostra sede giudiziaria non può usufruire di nessuno di queste tre ancore di salvataggio. In ciò consiste la sconfitta della nostra classe politica comprensoriale e di quanti con essa hanno collaborato, suggerendogli, peraltro, anche l’ipotesi di un unico tribunale tra Sala Consilina e Lagonegro. A ben ragionare, difatti, l’unico criterio a cui potevano essere aggrappate le speranze di una sua salvezza era quello dell’ampliamento della correlata utenza, come conclamato dal parere del Senato che così recita: “ con l’accorpamento di alcuni comuni finitimi facenti parte della sezione distaccata di Eboli”. Siffatta strada era stata sollecitata anche negli incontri avuti sin dallo scorso inverno con alcuni rappresentanti istituzionali da parte degli esponenti politici del nostro comprensorio territoriale. Un così importante suggerimento doveva essere onorato in tempi celeri, perché occorreva un lavoro preparatorio di non poco conto e le circostanze erano sempre più stringenti. Si è preferito percorrere altre strade, con il risultato più che certo che il Tribunale di Sala Consilina  è stato inserito dalla prima bozza del decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 luglio scorso, nell’elenco dei presidi giudiziari da sopprimere.

A voler essere “più realisti del re”, comparando i pareri della due commissioni parlamentari, obbligatori ma non vincolanti per il Governo, che potrà rivedere il suddetto elenco con margini non molto ampi  di modifica, a Roma si è sancito che così com’è il Palazzo di Giustizia di Sala Consilina non si salverà. Se il percorso passato è stato lastricato da errori, si tratta ora di capire se, al di là delle attribuzioni delle palesi responsabilità per gli errori precedenti, l’intera comunità del distretto giudiziario abbia il coraggio, la determinazione e la forza di difendere in modo nuovo il proprio presidio di giustizia, oppure se, dovendo trattare al ribasso, le convenga che il proprio tribunale sia accorpato a Lagonegro o diventi sezione distaccata di Salerno. Potrebbe al riguardo ben dirsi “ai posteri ( a dir la verità, poi, non tanto tali) l’ardua sentenza”! Un aforisma più che calzante in materia, perché la difficoltà del responso non sta tanto nell’opzione tecnica da scegliere, ma nelle valutazioni politiche che sull’intera vicenda dovranno essere svolte da chi al momento dovuto sarà chiamato ad esprimersi   favorevolmente o no nei riguardi dei possibili candidati alle prossime consultazioni elettorali. Con una consapevolezza nuova, si spera, quella di guardare ai risultati positivi conseguiti in termini di servizi alla comunità e non di rendite di posizione per sé stessi».

Maddalena Robustelli

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