Abusivismo, dalla Corte d’Appello di Salerno un allarmante richiamo: «Nel Cilento pochi procedimenti perché i reati si sono in gran parte prescritti»

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Abusivismo, dalla Corte d’Appello di Salerno un allarmante richiamo: «Nel Cilento pochi procedimenti perché i reati si sono in gran parte prescritti»

«Cilento terra di illegalità con il record di prescrizioni».E’ questa l’allarmante conclusione di un attento reportage a firma di Gigi Di Fiore cronista della testata giornalistica Il mattino. Dalla sua inchiesta emerge un abusivismo da record che invade l’intera provincia di Salerno, dove a farla da padrone sono i «lunghi tempi della burocrazia: sospensioni, condoni, processi e due anni per arrivare in Appello».

«Tante prescrizioni, troppe. E i mostri di cemento – scrive Di Fiore – partoriti da anni di miopie e connivenze, sono diventati case senza più ostacoli, da poter abitare nel Cilento. Un territorio e una costa spesso scempiati, sotto il controllo di una Procura, quella di Vallo della Lucania, che nel 1994 fu investita da un vero terremoto. Venne decapitata da un’inchiesta – ricorda il giornalista de ‘Il Mattino’ – che travolse i vertici Nicola Boccassini e Anacleto Dolce. Nel fascicolo anche le complicità che evitarono l’abbattimento di un villino abusivo dell’imprenditore Elio Graziano ad Ascea».

Inquitante il numero dei processi giunti a sentenza definitiva: solo 8. «Va detto con chiarezza – afferma l’avvocato generale della Corte d’Appello di Salerno, Aldo De Chiara – nel Cilento non ci sono pochi procedimenti perché negli anni ci sono stati solo comportamenti virtuosi, ma perché i reati si sono in gran parte prescritti. I processi andrebbero resi più celeri, magari con qualche modifica legislativa».

Come emerge dall’inchiesta de Il mattino «le prescrizioni incidono sugli abbattimenti» quindi «l’abuso diventa definitivo e non più punibile».

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