Classifica degli ospedali: Campania la maglia nera, Agropoli tra i peggiori 10 per gli infarti

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Classifica degli ospedali: Campania la maglia nera, Agropoli tra i peggiori 10 per gli infarti

È la regione Campania a detenere la maglia nera nella speciale classifica degli ospedali migliori e peggiori d’Italia, con lei Puglia e Molise. I migliori ospedali, invece, si trovano in Toscana, seguita, subito dopo da Emilia Romagna e Lombardia.

Nord – sud Appare chiara quella che sembra essere una distinzione nord – sud, tra ospedali di prima fascia e nosocomi sotto la media. Non è un caso se nella classifica dei risultati migliori le regioni del nord occupano tutte le prime posizioni.

Sono 47 le speciali classifiche sulle quali si basa il report del “Programma nazionale esiti 2012” elaborato dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari. Le classifiche riguardano i vari interventi e la percentuale di complicanze e mortalità nei vari presidi ospedalieri.

Abbiamo già detto della Campania maglia nera, ancora più nera per la proporzione di parti con taglio cesareo primario, dove, tra i primi 10 posti, ben 9 sono Campani e 8 della provincia di Napoli, arrivando a sfiorare il 94% di rischio aggiustato di parti con taglio cesareo nella casa di cura Villa Cinzia rispetto ad una media italiana del 26,27%.

Il Cilento Per gli ospedali del Cilento si potrebbe dire senza lode e senza infamie, ma in 2 classifiche sono presenti tra i primi 10 posti, per demeriti o meriti, gli ospedali di Agropoli. Negativo il dato dell’ormai dismesso ospedale civile di Agropoli il quale nella classifica degli “infarti miocardici acuti: proporzione di ricoveri successivi entro 2 giorni” si colloca al decimo posto con 80 casi nel 2012 e un rischio aggiustato del 53,74%, rispetto ad una media nazionale del 7,43%.

Dato positivo invece per la casa di cura Malzioni, sempre di Agropoli, che, nella classifica “Parti cesarei: riammissioni ospedaliere durante il puerperio” si posiziona nella top ten, all’ottavo posto con 553 casi e un rischio aggiustato del 0,17% rispetto ad una media dell’Italia del 0,77%.

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