Mandia di Ascea, La “Montagna”di Mandia grida: “Aiuto…”

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Mandia di Ascea, La “Montagna”di Mandia grida: “Aiuto…”

Ancora aperta la questione “scempio” sulla montagna di Mandia, in redazione qualche giorno fa è giunta una mail di un gruppo che si denominava “Comitato Salva Montagna di Mandia” che denunciava tagli di alberi indiscriminati. Oggi ci giunge una risposta. A dare la risposta al “Comitato” è Giovanni Fierro che intende, con questa lettera, dare alcune precisazioni sulla questione, di seguito la lettera integrale di Fierro.

“Prendendo spunto dall’articolo che questo giornale ha pubblicato recentemente credo siano doverose alcune precisazioni.
Devo premettere che questo mio intervento vuol essere sui fatti (non a difesa di qualcuno) e sulla storia che il “Comitato” ipocritamente fa finta di non conoscere. Ciò  che a Mandia(piccola e lontana frazione di Ascea) viene comunemente chiamata “MONTAGNA” è il sacrificio dei nostri avi,i quali, verso la fine del 1800   hanno acquistato circa 150 ettari di terreno.
Con vero sacrificio perché all’epoca diversi rappresentanti dei 28 nuclei familiari esistenti,che acquistarono il bene in comune,dovettero emigrare per far fronte al pagamento della loro quota parte.

L’acquisto di questa “Montagna” all’epoca significò sopravvivenza e sviluppo immediato.
Il paese di pastori e contadini subito diede inizio allo “sfruttamento” di questa grande risorsa.
Molte centinaia di capi di bestiame ebbero libero sfogo per il pascolo,e nel contempo i castagneti esistenti vennero equamente divisi(ne esiste regolare mappa catastale) tra le varie famiglie.                                  
Tutto andò quasi bene fino agli anni’70,poi iniziarono delle piccole “furberie” che ,purtroppo, nessuno ebbe il coraggio di fermare .Con gli anni le “furberie” sono cresciute sempre più.

Un gruppo di “CAFONI” con la candela seppe darsi autonomamente delle regole che un gruppo di “CIVILI” con il televisore al plasma non è in grado di rispettare.
Qualche esempio:
la libertà di pascolo era,ed è,regola indiscussa ma con il vincolo che dal 4 ottobre al 4 novembre il bestiame non può avere accesso ai castagneti,in quanto,anche se bene comune,il frutto è beneficio esclusivo degli assegnatari.

La “Montagna” fu acquistata anche per potersi riscaldare,essendo molto ricca di ontani e lecci(elici).Per questo motivo,i saggi avi stabilirono che la superficie dei castagneti assegnati non doveva essere ampliata .Permettendo che solo ad  una pianta morta ne potesse essere ripiantata una nuova nello stesso luogo.
Anche la raccolta della legna era ed è libera,ma,come per la pastorizia,aveva la sua postilla.

L’ingordigia, l’avidità,la stupida furbizia si crogiola nella mente di chi,in località”merenole,acqua della castagna,ilici,piana,cierri,pianolella,vaddelonga,fuosso re lo lupo,vattaglia,ischitieddi,serafino,monaci,indinni,visciglina,mancosa,praticamente ovunque,non rispetta la regola che dice: di poter raccogliere la legna…… SECCA.
  La legna deve essere secca!
Oltremodo sconcertante è che il “Comitato”,anche se solo oralmente tramandate,non può dire di ignorare queste regole.(In paese è facilmente reperibile copia dell’atto originario)
A questo punto,per concludere,una domanda e una preghiera.
LA DOMANDA.
Voi “Comitato”,i vostri genitori,i vostri figli,i vostri parenti,i vostri compari,sicuramente,anche quest’anno avete sofferto il freddo.
Come avete alimentato,e come state alimentando i vostri termo camini?
Se la “Montagna” avesse voce risponderebbe:
“Taglio illegale e fraudolento in zona uno del Parco”.
LA PREGIERA.
La “Montagna”di Mandia quotidianamente subisce dei tagli illegali,senza nessuna regola agronomica .Pensate a un bombardamento aereo e avrete subito l’idea dello stato dei luoghi.
Non è necessario sporcarsi le scarpe.
La semplice sovrapposizione di foto recenti a quei risalenti alla nascita del Parco basterà per capire.

Grazie a tutti coloro che vorranno aiutare la “Montagna di Mandia”.

P.S. Una comunicazione per il “Comitato”:
 chi scrive è Giovanni Fierro da via Provinciale 5 Mandia (SA)
…… alle volte………l’omonimia….”

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