Spiagge, Governo battuto sulle concessioni vince il Senato: la proroga da 30 a 5 anni

| di
Spiagge, Governo battuto sulle concessioni vince il Senato: la proroga da 30 a 5 anni

Governo battuto in commissione Industria del Senato sulla proroga delle concessioni demaniali sulle spiagge, inserita nel dl Sviluppo. La proroga di 30 anni prevista inizialmente è stata sì ridotta a 5 anni – dal 2015 al 2020 -, dopo i rilievi della commissione Bilancio, ma va comunque contro il parere dell’esecutivo che si oppone a qualsiasi ipotesi di slittamento del termine del 2015, supportando la propria posizione con le osservazioni dell’Ue.

In Commissione Industria, l’emendamento dei relatori (Simona Vicari  del Pdl e Filippo Bubbico del Pd) prevedeva che le concessioni demaniali balneari fossero prorogate sino al 2045. La commissione Bilancio del Senato oggi ha bocciato quella modifica, dando invece il via libera condizionato a una mini-proroga di 5 anni, sino al 2020. Il “taglio” è stata deciso nel tentativo di rendere più semplice un’eventuale mediazione fra il governo e la Comissione Ue che invece pretende l’indizione di gare pubbliche per l’assegnazione delle concessioni.

Lo dice chiaramente Vidmer Mercatali, senatore del Pd: “Il turismo è la prima industria del
paese e il turismo balneare rappresenta una delle sue componenti principali.  La proroga di 5 anni è un sollecito al governo perché al più presto si attivi nei confronti dell’Europa affinché non vi siano nell’Unione stessa differenti trattamenti fra gli Stati”.

La proroga delle concessioni aveva già incassato il ‘no’ della Commissione europea, in quanto contrasta con la direttiva che per le concessioni demaniali prevede l’assegnazione tramite asta pubblica. Secondo l’Ue, si trattai di “servizi su suolo pubblico” e in quanto tali devono essere aperti alla libera concorrenza come stabilito dalla direttiva Bolkestein, una norma del 2006 entrata in vigore in Italia nel gennaio del 2010.

A questo punto si dovrà attendere il maxiemendamento sul quale l’esecutivo porrà la fiducia per sapere se, visto il parere contrario espresso dal Governo, conterrà comunque la modifica votata.

Intanto l’esclusione della maxi-proroga è stata accolta positivamente da associazioni ambientaliste e degli utenti: “Finalmente si inizia a ragionare sul problema delle concessioni demaniali delle nostre coste – commenta Federconsumatori – . Una mini-proroga di 5 anni è sicuramente meglio di un regalo di 30”. Per l’associazione dei consumatori, però, la soluzione ideale è l’avvio immediato delle gare: “Operazione urgente e fondamentale – spiegano i consumatori – per incentivare la concorrenza e il rispetto dell’ambiente. Tali gare, da un lato dovranno necessariamente tenere conto degli investimenti già fatti da parte dei gestori, dall’altra dovranno prevedere criteri di assegnazione delle concessioni improntati al minore impatto ambientale possibile ed alla qualità dei servizi offerti”.

Anche il Wwf, che da anni conduce una battaglia su questo tema, invita il governo a non cedere sulla miniproroga di 5 anni delle concessioni balneari e a puntare “sull’ultima spiaggia del maxi-emendamento per far sì che il termine delle concessioni resti al 31 dicembre 2015”. Questo per “evitare il rischio di un nuovo scempio ambientale, con una prolungata – o addirittura ulteriore – cementificazione delle coste” e garantire il rispetto !della direttiva europea sulla libera concorrenza”.

Diversa la posizione di Confesercenti che definisce “inqualificabile” il comportamento del governo: “E’ ormai del tutto evidente che questo governo ha stretto accordi in sede europea esclusivamente per favorire i grandi gruppi a scapito delle piccole e medie imprese”, attaccano in una nota Riccardo Vincenzi e Riccardo Santoni; secondo il vice presidente nazionale e il coordinatore regionale per l’Emilia Romagna di Fiba Confesercenti, il governo deve lasciare aperta la possibilità di riconoscere alle imprese balneari italiane “ciò che è stato o sarà concesso a Spagna, Croazia e Portogallo”; ovvero proroghe molto più consistenti.

In un documento sottoscritto oltre che dalla Fiba anche da Sib-Confcommercio ed Assobalneatori si legge che “la proroga di 5 anni le attuali concessioni demaniali turistico-ricreative non è la soluzione che le 30.000 imprese balneari si aspettavano”: “La cosa che sorprende di più – scrivono le associazioni – è che ancora una volta non si è tenuto conto che questa proroga non dà fiato alle imprese né promuove gli investimenti. Sarebbe oltremodo grave e del tutto inaccettabile che il governo dia seguito all’art. 11 della comunitaria 2010 procedendo a emanare una nuova normativa per questo settore senza tenere conto della posizione di parlamento, Regioni, Anci, Upi e associazioni di categoria”. Il settore conferma lo stato d’agitazione e si dice pronto a iniziative di protesta.

fonte: Repubblica.it

Consigliati per te

©Riproduzione riservata