Caso Poste nel Cilento, Tar accoglie ricorsi: salvi 19 comuni. Chiusura definitiva per 9 uffici postali

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Caso Poste nel Cilento, Tar accoglie ricorsi: salvi 19 comuni. Chiusura definitiva per 9 uffici postali

Dopo mesi di attesa, il tar di Salerno ha accolto i ricorsi di 19 uffici postali del Cilento e Vallo di Diano. Sospiro di sollievo per Sicilì di Morigerati, Cardile di Gioi, Caprioli e Marina di Pisciotta, Lentiscosa di Camerota, Piano Vetrale di Orria, Santa Marina, Foria e San Nicola di Centola, Mandia e Terradura di Ascea, Arena Bianca di Montesano sulla Marcellana, Pattano di Vallo della Lucania, Villa Littorio di Laurino, Fonte di Roccadaspide, Buccino – Tufariello di Buccino, Massicelle e Abatemarco di Montano Antilia, Perrazze di Palomonte.

Chiusura definitiva, invece, per 9 comuni. I ricorsi presentati dai comuni di Atena Lucana, Castelnuovo Cilento, Ceraso, Ispani, Magliano Vetere, Moio della Civitella, Sessa Cilento, Stio e Torre Orsaia sono stati, invece, respinti.

«Siamo pienamente soddisfatti – ha dichiarato il sindaco di Santa Marina, Dionigi Fortunato – salvare l’ufficio postale del Comune era per l’amministrazione un obiettivo importante, per il bene di tutti i cittadini ma soprattutto per le persone anziane che vivono nel paese e che avrebbero avuto difficoltà a spostarsi. Voglio inoltre esprimere la mia solidarietà ai Comuni che hanno perso il ricorso al Tar in particolare al vicino Comune di Ispani».

Le motivazioni «Il tar – spiega l’avvocato Pasquale D’Angiolillo che ha seguito la vicenda – ha fondato la decisione, in particolare, sull’accoglimento del motivo di ricorso relativo alla violazione dei criteri di distribuzione dei punti di accesso postale definiti dall’art. 2 d.m. 7.10.2008 che impone all’affidatario del servizio postale universale di assicurare un punto di accesso entro la distanza massima di 3 km dal luogo di residenza per il 75% della popolazione; un punto di accesso entro la distanza massima di 5 km dal luogo di residenza per il 92,5 % della popolazione; un punto di accesso entro la distanza massima di 6 km dal luogo di residenza per il 97,5 % della popolazione. Per tale ragione, sono stati respinti i ricorsi volti a tutelare l’esistenza degli uffici postali che, per rapporto fra percentuale di popolazione residente e distanza dallo sportello postale aperto più vicino, non rientrano in tali parametri. Sono state disattese, dunque, le argomentazioni avanzate dalla società pubblica Poste S.p.a. in ordine alla prevalenza dei profili di economicità del servizio (da eliminare nelle realtà in cui non è produttivo) e di autonomia aziendale, venendo affermato il principio che la scelta di chiusura è sindacabile da parte dei comuni, essendo enti esponenziali degli interessi delle comunità amministrate».

Riguardo al comune di Pisciotta, aggiunge poi D’Angiolillo che ha seguito il caso personalmente: «Gli sportelli di Caprioli e Marina di Pisciotta sono rimasti indenni dai tagli operati da Poste Italiane S.p.a”, pertanto, potranno beneficiare dei servizi postali i 1200 residenti (pari al 39,50% della popolazione) che, in caso di mancato accoglimento del gravame, sarebbero stati danneggiati dall’intervento soppressivo. Il collegio giurisdizionale ha accolto anche le nostre tesi relative alle modalità di interpretazione e applicazione dei “criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale pubblica” di cui al D.M. 7 ottobre 2008, dovendosi ottemperare contemporaneamente ai tre parametri indicati dalla norma e non soltanto a parte di essi. Il tar ha anche censurato la carenza motivazionale dell’atto relativo agli uffici di Caprioli e Marina di Pisciotta, il quale, peraltro, non evidenziava i dati su cui si fonda, con particolare riferimento al risparmio conseguibile con la chiusura degli uffici postali oggetto di controversia (ovvero, di riflesso, agli oneri che il loro mantenimento comporta), onde confrontarli con il pregiudizio per le esigenze degli utenti derivante dalla chiusura. Dunque, esprimiamo la nostra soddisfazione per il risultato conseguito».

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