Caso petrolio Vallo di Diano, ritorna lo spettro di nuove trivellazioni con il progetto di ricerca denominato Tardiano

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Caso petrolio Vallo di Diano, ritorna lo spettro di nuove trivellazioni con il progetto di ricerca denominato Tardiano

Si ritorna a parlare di trivellazioni petrolifere nel Vallo di Diano. La notizia apparsa sul social network Facebook ha in breve tempo innescato nuove polemiche e i soliti commenti pro e contro le possibili prospezioni. A dare l’annuncio la Ola (Organizzazione Lucana Ambientalista) che tuona: «Spunta una nuova istanza di permesso di ricerca in terraferma dell’Appennine Energy, denominata ‘Tardiano’, estesa su 212,4 Kmq situata per 140,18 Kmq in Basilicata e per 72,22 Kmq in Campania, in continuità geografica delle istanze dei permessi di ricerca ‘Monte Cavallo’ della Shell e della Concessione Eni/Shell Val d’Agri. Essa riguarda 10 comuni (8 in Basilicata e 2 in Campania): Grumento Nova, Lagonegro, Moliterno, Sarconi, Tramutola, Castelsaraceno, Spinoso, Lauria, Casalbuono, Montesano sulla Marcellana. La Ola  chiede alle amministrazioni comunali e alle comunità lucane e campane di opporsi a questo nuovo assalto, da parte delle compagnie minerarie, a un territorio ricco di emergenze ambientali, naturali, archelogiche, sorgenti e corsi d’acqua, con la presenza di attività agricole, zootecniche e turistiche di grande importanza con bacini idrici di profondità tra i più importanti del Sud Italia, facenti parte del complesso idropotabile dei Monti della Maddalena. L’istanza – conclude la Ola – è stata presentata al ministero dello Sviluppo Economico il 28 febbraio scorso e dovrà ora essere esaminata dal CIRM per proseguire il suo iter successivo presso le Regioni Basilicata e Campania».

Nello specifico due i comuni del Valdiano interessati: Montesano sulla Marcellana e Casalbuono.

Entrambe le amministrazioni esprimono contrarietà alle possibili trivellazioni in particolare Giuseppe Rinaldi vicesindaco di Casalbuono dichiara: «Dopo la minaccia della Shell, ora arriva anche questa nuova scellerata richiesta della Appennine Energy spa che ci impone di tenere alta la guardia e di produrre ogni azioni utile per evitarne l’approvazione. L’area individuata insiste su rilevanti fonti sorgive di acqua potabile condotta a valle attraverso inghiottitoi. Inoltre, è noto come l’area in questione sia composta di faglie sismiche i cui studi, uniti a quelli idrogeologici, sono stati già prodotti in occasione della vicenda Shell e che oggettivamente mostrano uno stato dei luoghi che non permette alcuna trivellazione».

Parliamo di una vicenda che ha, da sempre , coinvolto cittadini amministratori locali e politici. Nel merito così si esprime Antonio Gallo del Movimento 5 stelle Vallo di Diano: «La pratica Montecavallo risulta ancora attiva sul sito del ministero dello sviluppo (UNMIG). E’ inaccettabile che il ministero spiani nuovamente la strada alle compagnie petrolifere e permetta un nuovo permesso di ricerca di idrocarburi. I quantitativi di greggio che verrebbero estratti dal nostro territorio basterebbero per soddisfare il fabbisogno nazionale solo per alcuni mesi». «Posso aggiungere – scrive sul suo profilo Facebook il geologo Ortolani che da sempre esprime la sua contrarietà – che la ‘mira’ della compagnia petrolifera è stata eccezionale: ha individuato il cuore dei serbatoi idrogeologici di notevole importanza anche nazionale che tra il Vallo di Diano e l’alta Val d’Agri alimentano sorgenti perenni di acqua potabile. Per non scontentare nessuna delle regioni confinanti questa volta il permesso di ricerca si ubica sullo spartiacque andando ad interessare sia il bacino del fiume Calore in Campania che quello dell’Agri in Basilicata. Altro punto di pregio della proposta – continua – è costituito dal fatto che nella zona di spartiacque vi sono vari bacini chiusi endoreici dove l’acqua di ruscellamento viene assorbita in vari inghiottitoi apertisi nelle rocce calcaree che fanno defluire l’acqua sia verso la Campania che la Basilicata. Tardiano – conclude il geologo – è il nome del grande bacino endoreico che caratterizza la zona di spartiacque e che è drenato da due inghiottitoi dove si infiltra l’acqua di ruscellamento per andare ad alimentare le falde sotterranee».

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