“Sapessi quante volte tu terrai stretti i denti”: intervista a Il Pan del Diavolo

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“Sapessi quante volte tu terrai stretti i denti”: intervista a Il Pan del Diavolo

Erano in due, poi in quattro, poi di nuovo in due, e sono pronti a far ballare ed urlare la spiaggia della marina di Agropoli il 9 settembre con la loro mistione di rock’n’roll e folk in salsa garage: sono Il Pan del Diavolo.

Li abbiamo intervistati in occasione della loro data all’Indie Mon Amour, festival di musica e fumetti organizzato dal Cantiere Sonoro di Agropoli.

D: Presentatevi al nostro pubblico.
R: Il Pan del Diavolo: rock’n’roll, folk ma sopratutto psycho, siamo un duo che non potete nanche immaginare e siamo di Palermo.

D: Suonerete ad Agropoli, in occasione dell’Indie Mon Amour, il 9 settembre: cosa deve aspettarsi il pubblico da un vostro concerto?
R: Noi cerchiamo di dare tanta energia al pubblico, un’occasione per liberare lo spirito con la musica. Vorremmo trovarvi pronti.

D: Folk, blues, rock’n’roll, melodie orientaleggianti: quali sono le vostre influenze musicali?
R: Due nomi pescati dalla tombola: Bob Dylan, Luigi Tenco.

D: Dal vostro EP omonimo d’esordio al nuovo “Piombo, polvere e carbone”, vostro secondo album in studio dopo “Sono all’osso”, avete avuto una notevole evoluzione nello stile, dal folk verso sonorità più aggressive fino all’attuale svolta verso territori più rock: ci parli un po’ di come è avvenuta questa evoluzione?
R: È stata un’evoluzione naturale. Prima suonavamo prevalentemente con due chitarre acustiche e grancassa, avevamo sopratutto una forte componente folk, ma è vero anche che possediamo una componente rock/garage. Quindi direi che ci siamo mossi sempre dentro il nostro territorio esplorandone una parte diversa. Comunque il disco è molto psichedelico e abbiamo tirato fuori un bell’armamentario di suoni in più. Dopo 6 mesi di tour con due musicisti aggiuntivi, Antonio Gramentieri e Diego Sapignoli (basso e batteria), siamo tornati in duo per una serie di date al fulmicotone.

D: Conoscete il Cilento (magari anche solo per gli …A Toys Orchestra, originari proprio di Agropoli) e avete mai avuto modo di visitarlo?
R: Lo conosciamo solo di fama e moriamo dalla voglia di visitarlo.

D: Come i già citati …A Toys Orchestra (ora in pianta stabile a Bologna) anche voi avete abbandonato la vostra città natale, Palermo, per motivi logistici: come mai c’è questa impossibilità di fare cultura in un sud una volta fucina dei massimi esponenti culturali, basti citare la Magna Grecia dei filosofi, di Parmenide e Zenone (originari di Elea, l’attuale Ascea, proprio a pochi chilometri da Agropoli)?
R: Il sud è stato trattato come la discarica dell’Italia. Tutti i giovani se ne vanno. Credo che lo scopo del nostro stato sia di fare delle nostre terre un deserto.

D: Voi venite da Palermo, dalla Sicilia: com’è la situazione a livello culturale da voi?
R: C’è tantissima cultura accumulata nei secoli e che ora è in pericolo d’estinzione.

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