“E io ci sto, io sono uno”: una personale di fotografia per Angelo Gasparro ad Agropoli

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“E io ci sto, io sono uno”: una personale di fotografia per Angelo Gasparro ad Agropoli

Rino Gaetano
—–E io ci sto —–
cantava un ragazzo col cilindro,
che nonostante tutto, tutte le illusioni, le rivoluzioni, le guerre, gli amori (quelli nuovi e quelli persi), gli affanni di una vita intera, un paese che va a puttane…
anche quando ci si accorge di esser soli, in fondo è bello
è bello esserci……. e io ci sto

Luigi Tenco
—– Io sono uno —–
cantava un ragazzo che suonava il sassofono, rideva di rado
“un ragazzo dall’aria un po’ triste
di lui si diceva che era un poeta
aveva da dire qualcosa di nuovo
comprò una chitarra e si mise a cantare”
non nascondeva le sue idee solo per tirare a campare

Questa l’ouverture con cui Angelo Gasparro presenta i suoi lavori, citando Rino Gaetano e Luigi Tenco.

Angelo è un fotografo proveniente dal panorama agropolese, il quale sembra essere sempre più fucina d’arte.

Si definisce autodidatta, “geneticamente” predisposto dal padre e dallo zio che fin da bambino hanno stimolato la sua curiosità nell’arte del “disegnare con la luce”. Non ha mai fatto un corso di fotografia e non si definisce un fanatico dei costosi mezzi fotografici; quello che conta è chi è dietro la macchina e “quanto si sente solo in quel momento”.

Complice nella sua formazione sono stati libri cheap di fotografia comprati su bancarelle partenopee e film d’autore, il Neorealismo Viscontiano e di De Sica, e da Robert Capa subisce l’imprinting per quanto riguarda la fotografia e il racconto visivo mentre si rifà agli anni ’70 per l’uso del colore, puntando soprattutto sulla realisticità dell’immagine come si faceva allora, senza per questo voler risultare forzatamente vintage.

Il tema della mostra, come si evince dalla premessa dello stesso fotografo, è la solitudine. Solitudine non intensa nella sua accezione cupa ma per spiegare ciò che il fotografo vede e che, come i cantautori citati, tenta di raccontare come critica alla società, alle mode e ai costumi del tempo: l’essere soli contro i luoghi comuni, contro un sistema di cloni che ci vuole tutti uguali e conformi alla massa. Ciò che Angelo Gasparro vuole comunicare attraverso la sua fotografia è che essere diversi e non far parte di una società di replicanti (omologati secondo ciò che è consono alle convenzioni sociali) non vuol dire essere soli, non vuol dire essere abbandonati. Canzoni come “Mio fratello è figlio unico” danno voce a ciò che il fotografo “cattura” ed esporrà il 6 ottobre al Black Heart Music club di Agropoli nella personale dal titolo “E io ci sto, io sono uno”.

L’expo si terrà in contemporanea all’evento musicale organizzato da Panico Art per la presentazione dell’EP d’esordio dei Morris Goldimine, “Blackout”.

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