Imprenditore cilentano nel mirino Dda per presunto traffico armi destinate a un gruppo legato a Isis

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Imprenditore cilentano nel mirino Dda per presunto traffico armi destinate a un gruppo legato a Isis

Sono tre italiani e un libico i destinatari del provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Napoli per traffico internazionale di armi verso Iran e Libia aggirando l’embargo. I fermati sono marito e moglie di San Giorgio a Cremano, Mario Di Leva, convertitosi all’Islam con il nome di Jaafar, e Annamaria Fontana, e manager della Società italiana elicotteri Andrea Pardi. Il quarto destinatario del provvedimento di fermo è un libico resosi irreperibile. E’ indagato anche il figlio della coppia, per il quale, al pari del padre, i magistrati napoletani sospettano un processo di “radicalizzazione” in atto. Il provvedimento sarebbe stato emesso, secondo quanto si apprende, in quanto nel corso delle indagini era sopraggiunta un’emergenza investigativa legata a un pericolo imminente di fuga all’estero.

Nell’ambito della stessa inchiesta sarebbe finito anche Carmelo Famà, un noto imprenditore del Golfo di Policastro, sul quale ora indaga la Dda di Napoli. Famà produce munizioni ed è un perito balistico. Si è ritrovato coinvolto nell’inchiesta per «colpa» di una fotografia. Nel fascicolo d’indagine, infatti, emerge uno scatto che ritrae il cilentano su una montagna di kalashnikov. L’uomo è ritratto insieme a migliaia di fucili e mitragliatori all’interno di un container. Il manager salernitano – come riporta anche Il Mattino di Salerno – è stato così incluso nella lista degli indagati insieme ad altre persone con le quali i due presunti trafficanti di armi clandestine avevano avuto contatti. Persone alle quali la Dda di Napoli è risalita attraverso intercettazioni telefoniche e documenti sequestrati nel corso dell’indagine.

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