Uccise il fratello e altri tre ragazzi nella strage di Sassano, ora scrive diari nel centro top secret

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Uccise il fratello e altri tre ragazzi nella strage di Sassano, ora scrive diari nel centro top secret

Gianni Paciello non vede Sassano da due anni e mezzo. Gianni vive solo, in una camera singola. Ha una televisione. Legge tanti libri. E scrive diari. Pagine e pagine di ricordi. Lo riporta Il Mattino in un articolo di Pasquale Sorrentino. Non si conoscono tantissime cose sulla «nuova vita» del «killer» della «strage di Sassano». Ma in paese si sa quanto basta. Il 28 settembre del 2014, il barista poco più che ventenne, aveva bevuto qualche birra e si era messo alla guida della sua Bmw nera. Una freccia nera che – a detta dei residenti – «seminava terrore ad ogni passaggio». Gianni corre. La sua Bmw supera i cento chilometri orari. L’auto arriva alla rotonda, esce fuori strada e si schianta contro i tavolini del bar «New club 2000». Seduti su quelle sedie c’erano i fratelli Nicola e Giovanni Femminella, Daniele Paciello e Luigi Paciello, fratello di Gianni. Tutti giovanissimi, con un’età compresa tra i 14 e i 20 anni. Muoiono tutti sul colpo mentre guardavano le partite della Serie A.

Gianni è ferito, ma vivo. Viene arrestato dopo poche ore in ospedale. La notizia fa il giro dell’Italia intera. Il clima a Sassano è bollente. C’è chi invoca giustizia e chi perdono. Le autorità non si fidano a far scontare i domiciliari a Gianni nella sua abitazione. Il valdianese viene prima ospitato in una struttura della Caritas nel Vallo di Diano e poi spostato, sempre per motivi di sicurezza, in un’altra struttura nel Golfo di Policastro che nessuno conosce. Paciello ha vari processi a suo carico.  In Appello è stata decisa una pena di 10 anni e 4 mesi ed entro un mese verrà depositato il ricorso in Cassazione.

Nella struttura dove vive può incontrare solo i genitori, quelli ai quali ha portato via un figlio, suo fratello. Poche ore al giorno lavora. Si occupa di ristorazione. Poi nel tempo libero apre un libro, sfoglia le pagine, legge. Lo ripone nello scaffale. E scrive. Scrive tutto quello che gli passa per la mente, forse anche ripensando a quel tragico giorno che gli ha cambiato la vita. L’ha cambiata a lui e a tre famiglie straziate ancora da un dolore troppo difficile da colmare.

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