Referendum acqua: la “strana” idea di democrazia degli amministratori del comune di Sala Consilina

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Referendum acqua: la “strana” idea di democrazia degli amministratori del comune di Sala Consilina

Il comitato promotore ABC – Acqua Bene Comune – mercoledì 1 febbraio 2012 presso il protocollo dell’ufficio elettorale del comune di Sala Consilina ha inoltrato la richiesta per svolgere un referendum locale. Il referendum riguarda la decisione dell’amministrazione comunale di la trasferire la gestione del servizio idrico integrato alla Consac, e con il referendum popolare si vuole chiedere la revoca di tale provvedimento.

Durante tale atto il comitato ABC ha “avuto modi di assistere, increduli, alla performance dell’usciere, prima, e del segretario comunale poi”.

Durante la consegna della richiesta referendaria al protocollo del comune di Sala Consilina era presente anche Nicola Trotta:

Non deve essere particolarmente gradevole l’aria che ultimamente tira ai piani alti del comune di Sala Consilina. E non è certo per il vento gelido di questi giorni.

La lettera aperta di Rosy Pepe, portavoce del comitato ABC – Acqua Bene Comune –  è una vera è propria denuncia di un atteggiamento insofferente, e per certi versi anche arrogante, che si avvertiva nei corridoi del terzo piano del Comune, l’altro ieri.

Ero tra i presenti ed ho assistito alla sceneggiata nata in seguito allo zelo di un usciere, probabilmente per nulla spontaneo, avallato, poi, dal dirigente.   

Se il segretario comunale – Mario Bianchino – ha sentito il bisogno di accogliere con la “gentilezza” con cui ha accolto – “chi l’ha chiamata?” – l’avvocato Rosy Pepe, che presenziava alla consegna della documentazione per la richiesta di referendum sulla gestione del sevizio idrico trasferito al Consac s.p.a. , per qualche ragione sarà.

L’atteggiamento di Bianchino fa il paio con quello del sindaco, G. Ferrari , che non più tardi di qualche settimana fa in un incontro pubblico in cui preannunciava la cessione del servizio idrico, sempre ad una componente del comitato ABC, con toni molto poco pacati, diceva : “Lei  signora è libera di fare quello che crede e il comune può fare quello che vuole”. 

Sembra presentarsi come un uomo “tosto” Bianchino. A leggere il suo C.V. si nota la lunga gavetta nelle “stanze” di diversi comuni campani oltre a qualche provincia.  Ora, da un paio di anni, è ospite del Vallo di Diano come segretario capo e primo dirigente del comune di Sala Consilina che, anche grazie alle persone che a suo parere non sono state autorizzate ad accedere agli uffici – gli permette di portare a casa una “pagnotta”, e in tempo di crisi non guasta, di circa 100mila € all’anno. Nel “costo”, che è a carico della collettività, pare sia richiesto di avere – per la stessa o per i singoli – rispetto.

Bianchino è anche il segretario dell’A.T.O. Sele, dove, immaginiamo, la generosità dello Stato, per il servizio prestato, contribuisca ulteriormente. Magari aggiungendo il “companatico”. L’A.T.O. è quell’autorità di bacino dove, lui segretario e Ferrari consigliere di amministrazione – e, a quanto pare, anche “collezionatore” di deleghe, vota spesso al posto di qualche suo collega del V. di D. – è stato concertato il trasferimento del servizio idrico al Consac.

Avendo lavorato molto in Irpinia, terra di lupi, montagne, castagneti e “intellettuali della Magna Grecia” (Montanelli, a ragione, si chiedeva, però, cosa centrasse la “Grecia con il Magna”) sembra aver empatizzato la durezza ambientale nella quale, da sempre, si è costretti a lottare quotidianamente per sopravvivere. Oggi, passati di moda gli “intellettuali”, si ha la sensazione che siano rimasti i burocrati, ma da “Regno delle due Sicilie”.

Nella pubblica amministrazione, la disponibilità, rispetto e trasparenza dovrebbero essere il pane quotidiano di chi, per professione, è costretto a confrontarsi con la gente e ad essa cercare – quando ne è capace – di fornire un servizio e dare risposte. A Bianchino i riconoscimenti, sottoforma di “encomi solenni” dalle varie amministrazioni, non mancano. Sorge quasi il dubbio che tra il considerarli una “medaglia”, o una “patacca”, i membri del comitato che hanno assistito alla performance potrebbero propendere per questa seconda ipotesi.

L’auspicio è che, in futuro, Bianchino, che è anche membro della commissione referendaria che dovrà giudicare l’ammissibilità del referendum, non abbia “cali di forma” e possa essere più sereno.

Al coro dei “caritatevoli”, infine, non poteva non unirsi il vicesindaco – Cartolano – che in una recente intervista ha parlato della “possibilità di poter concedere il referendum nel caso la legge lo preveda”. All’”umile proletario del diritto”, come lui stesso si è definito, è sfuggito un particolare : a disciplinare la consultazione locale, a Sala Consilina non è una “legge”, né la proposta riguarda questioni di rilevanza nazionale, ma un più semplice regolamento: lo statuto comunale, nel rispetto del quale il referendum è stato richiesto. E sarà una commissione (sindaco, segretario e giudice di pace) a giudicarne l’ammissibilità ed il consiglio comunale a votarla.

Va sottoposto al parere della collettività, non perché qualcuno ritenga di doverlo concedere, ma perché i cittadini hanno il diritto di poter utilizzare uno strumento di Democrazia diretta, previsto, e decidere del loro futuro.

Vogliono esercitare un diritto, non ricevere un’elemosina.

All’improvvisato “Sant’Antonio” qualche salese sarà grato di tanta grazia, ma sono i cittadini, anche quelli che non si vorrebbe far accedere nel palazzo, che danno o tolgono “la delega” ai propri rappresentanti, non viceversa. Succede, di solito, nelle realtà politicamente evolute, e democratiche e, qualche volta, decidono di riprendersela a dispetto dei Cartolano di turno.

Hanno una strana concezione della democrazia ai piani alti del comune di Sala Consilina. A sentirli parlare, per il semplice fatto di essere stati eletti o nominati, confondono i diritti con le concessioni e l’accesso agli uffici comunali come un favore fatto ai cittadini. Crediamo non sia così. Se ne facciano una ragione.

A Rosy Pepe, che senza mendicarlo sa come conquistarlo il diritto, incondizionata solidarietà.

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