Legge sul solare in Campania, appello alla mobilitazione: «La cancellazione costituirebbe un favore ai clan malavitosi»

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Legge sul solare in Campania, appello alla mobilitazione: «La cancellazione costituirebbe un favore ai clan malavitosi»

Dietrofront della maggioranza di centrodestra sulla legge popolare sul solare approvata in consiglio regionale poco più di un mese fa. «Ma come è possibile che il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro abbia votato a favore dell’emendamento che intende impugnare la legge? Perché non si comprende che la cancellazione della legge popolare sul solare in Campania, oltre ad altri immani danni ambientali, economici, produttivi, sociali, scientifici, culturali, è anche un incalcolabile favore ai clan malavitosi che proiettano i loro immani business sul solare nell’accezione complessiva, dall’eolico ai grandi parchi fotovoltaici?». Sono due delle tante domande che il comitato promotore della legge popolare sul solare in Campania si è chiesto alla notizia della cancellazione della stessa nel giro di poco tempo dall’approvazione unanime.

L’appello alla mobilitazione Il comitato mentre chiede a tutti i gruppi politici della Campania di respingere l’emendamento di cancellazione, chiede a livello nazionale, a tutti cittadini, alle organizzazioni, ai movimenti, alle forze sociali e politiche una grande mobilitazione a tutela della legge stessa, dei suoi contenuti e dei valori fondamentali di democrazia e di partecipazione.

Un favore ai clan «Quanto di gravissimo avvenuto – continua – o meglio smascherato in questi giorni dalla DIA e dalla Procura di Trapani, in Sicilia e di ben poco lontano nel tempo in Calabria, in Puglia, in Campania, e sempre più in tutta Italia, trova la ragione prima nell’anarchia totale legislativa in cui il rinnovabile si trova per il regime concessionario e nella mancanza di ogni pianificazione territoriale del settore. Le mazzette milionarie o le intimidazioni costituiscono perciò oggi la via programmatica delle concessioni, della realizzazione, e della gestione degli impianti: il danno è abnorme per l’immagine stessa ed il futuro delle fonti rinnovabili fino a legittimi e giustissimi movimenti popolari contro di esse, tutto giocando naturalmente a favore delle potenti lobbies del petrolio, del carbone, del gas e delle Bande del Buco».

«La legge popolare sul solare – dichiara ancora il comitato – ribalta totalmente tale anarchia e vuoto legislativo ed è imperniata tutta sulla preziosità del territorio e sulla pianificazione; se sono in buona fede quelli che vogliono cancellare la legge leggano il contenuto della relazione della legge, che è parte integrante della legge stessa, e poi gli articoli conseguenti. La grandissima disponibilità (dell’energia) non significa affatto non porre come questione centrale la produzione e l’uso necessari e corretti della energia. La consapevolezza della preziosità della energia sta proprio nella consapevolezza della preziosità del territorio, della sua limitatezza e del bisogno di esso da parte non solo dell’Uomo ma della “Biodiversità”, nelle sue molteplici espressioni ed esigenze. La tutela dell’agricoltura, del verde nell’accezione più globale, dei valori culturali,  storici, naturalistici, costituisce riferimento essenziale e necessario vincolo per ogni piano solare». 

L’importanza dell’energia solare «Tutta la legge è perciò imperniata su questa filosofia dell’energia dal sole, che per qualità e quantità armonizza in maniera nuova il “Piano Regolatore” e gli altri strumenti urbanistici che regolano il territorio, nell’uso “plurimo rispetto alle funzioni” cui è destinato, con l’integrazione della produzione di energia solare, incentivando particolarmente tali scelte. Poiché la produzione energetica non nasce più da pozzi o da gasdotti o da miniere di uranio lontane anche decine di migliaia di chilometri o posti nel fondo degli oceani, ma dal proprio territorio, è evidente che il centro del “potere” (piccolo) delle decisioni e della gestione della energia  torna alle Comunità Locali, ai Comuni che definiscono i loro PESC (Piani Energetici Solari Comunali) e le loro RES (Reti Elettriche Solari)».

«Dopo quanto di mafioso, camorristico, malavitoso è successo e succederà sempre di più con il crescente diminuire delle fonti fossili, come si può solo immaginare di cancellare un articolo di legge come quello sui PESC?. Nei PESC vengono definiti i possibili diversi tipi di solarizzazione delle singole aree del proprio territorio in armonia con la piena tutela dei valori architettonici, archeologici,  storico e culturali a mezzo del parere vincolante delle Soprintendenze. Nei PESC, anche con variante ai vigenti piani regolatori, sono individuate le aree necessarie per impianti solari di potenza necessaria e sufficiente all’intera copertura del fabbisogno energetico del territorio del singolo comune». 

Unire gli sforzi «Amministratori e governanti saggi e moralmente ed intellettualmente onesti, che realmente credono nella lotta alla malavita organizzata, estirpando le radici della loro azione, all’esatto opposto di quanto sta avvenendo, dovrebbero attivare  ogni loro sforzo per l’attuazione della legge e dei predetti fondamentali obbiettivi. Noi speriamo ancora che ciò accada a partire dalla cancellazione dell’emendamento abrogativo di  gran parte della legge approvato a maggioranza in Commissione Bilancio e dalla rinuncia del Governo ad impugnare la legge. Se ciò non dovesse avvenire, appare chiaro perché spaziano indisturbati camorra, ndrangheta e mafia, almeno su un settore di così grande rilevanza e senza limiti temporali come quello delle fonti rinnovabili».

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