Dal comitato SNOQ – Vallo di Diano la storia di due donne tanto distanti quanto vicine

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Dal comitato SNOQ – Vallo di Diano la storia di due donne tanto distanti quanto vicine

Le cronache quotidiane portano all’attenzione del pubblico innumerevoli notizie, che sta all’analisi puntuale di ognuno intersecare tra di loro per creare un ordito che sia all’altezza di dare un quadro quanto più possibile obiettivo della realtà attuale.

A noi del “Comitato Se non ora quando – Vallo di Diano”, attento ad evidenziare gli accadimenti che riguardano l’universo femminile del nostro Paese, hanno colpito due notizie che riguardano due donne, le cui figure e ruoli sono distanti non solo territorialmente ma, anche, professionalmente ed istituzionalmente.

In Svizzera, per la precisione a Ginevra, al cospetto della platea internazionale di scienziati, che ha reso noto alla propria comunità d’appartenenza la scoperta del c.d. bosone di Higgs, l’elemento che da una massa ad ogni cosa nell’universo, si è visto dalle immagini trasmesse in tutto il mondo una donna minuta che, sorridente e soddisfatta, applaudiva per il lavoro finalmente ultimato.

E’ la coordinatrice dell’esperimento Atlas, è un’italiana, Fabiola Giannotti, ed ha illustrato per quaranta minuti i dati che hanno consentito di osservare quella nuova particella, il bosone più pesante mai scoperto dagli scienziati.

Coordina un’equipe di decine di ricercatori, ma, pur nella gioia di un momento atteso dall’intero consesso mondiale degli esperti di fisica, ha avuto anche la possibilità di confessarsi come donna.

“Non avrei mai scommesso che la mia vita sarebbe andata così – dichiara Fabiola Giannotti – e spero che la mia esperienza sia da stimolo a tutte le giovani donne ad intraprendere questa strada, ricca di ostacoli ma ineguagliabile come emozioni e soddisfazioni”.

Di contro, ad oltre mille chilometri di distanza da Ginevra, per l’appunto a Monasterace (RC), pochi giorni fa si è compiuto l’ulteriore attacco intimidatorio nei confronti di una donna impegnata nelle istituzioni.

Si tratta di Clelia Raspa, capogruppo della compagine di maggioranza all’interno del civico consesso.

Gli attentatori hanno appiccato il fuoco alla sua autovettura, mossi unicamente dall’intento di rinnovare nel paese quel clima pesante di pressione su chi intende invertire la rotta della navigazione dell’ente pubblico, facendolo veleggiare sicuro nei mari della democrazia e della legalità.

Già nei mesi scorsi le violenze avevano avuto più volte come vittima la sindaca Maria Carmela Lanzetta, che aveva rassegnato le dimissioni dalla carica di primo cittadino perché non sentiva sufficientemente tutelata dalla Stato non solo la sua persona ma, anche, la comunità di Monasterace.

Una forte mobilitazione in Italia, che ha visto oltremodo come protagonista il Comitato nazionale SNOQ, nonché il sostegno delle altre istituzioni pubbliche ha determinato in Maria Carmela Lanzetta il proposito di ritornare ad esercitare il ruolo di sindaca.

Il suo coraggio mette paura ed allora la malavita locale ha deciso di iniziare a colpire chi le è affianco, puntando a destabilizzare il sistema di consensi che la sostiene e le da la forza di poter affermare che lei, insieme al suo gruppo politico, vogliono essere “liberi di amministrare senza tentativi di condizionare il nostro lavoro, minando le fondamenta del tessuto democratico in cui ognuno è chiamato ad operare”.

Auguriamo a Maria Carmela, a Clelia ed alle altre donne calabresi, che quotidianamente lavorano per la realizzazione di una società più democratica e più giusta, di riuscire a perseverare nel loro intento, così come, per altri versi, è riuscita a fare Fabiola nella sua professione.

Indubbiamente non si conoscono personalmente, ma l’impegno che continuano a profondere nel perseguire gli obiettivi ed i progetti, che ognuna di esse intende realizzare nel personale ambito di lavoro, ci fa sentire fiere di loro e, soprattutto, del loro coraggio.

Quello di credere che un altro mondo è possibile, solo se la propria tenacia e determinazione sia in grado di superare gli ostacoli che vengono frapposti da quanti preferiscono il mantenimento di quell’ordine costituito, che sempre più sta mettendo in serio pericolo il futuro sia delle piccole comunità che dell’intera umanità.

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