Traffico di piccoli rapaci dall’Italia ai paesi del Golfo Persico, fermati bracconieri nel Cilento

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Traffico di piccoli rapaci dall’Italia ai paesi del Golfo Persico, fermati bracconieri nel Cilento

«Continua la razzia dei ‘pulli’, i piccoli di rapace che vengono rubati dai bracconieri dal nido per essere rivenduti illecitamente». Lo denuncia in un comunicato il Wwf. Alla fine di marzo la procura di Pesaro ha notificato a quattro indagati un avviso di conclusione delle indagini, avviate la primavera scorsa nel territorio di Urbino e di Arezzo, e si attendono adesso le richieste. I 4 bracconieri trafficavano giovani esemplari di Falco Pellegrino. Ai primi di aprile alcune guardie ambientali di Salerno sono riuscite ad intercettare bracconieri all’interno di un bosco di castagni nel Parco del Cilento e a salvare quattro giovani esemplari di una specie di rapace notturno, di cui i ladri si erano disfatti durante una rocambolesca fuga nel bosco.

In Sicilia, per evitare l’estinzione di Aquila di Bonelli, Falco Lanario e Capovaccaio (un avvoltoio) grazie ad un intervento economico dell’Unione Europea, Wwf e Regione Siciliana monitorano circa 50 nidi con fototrappole e cannocchiali. Secondo il “Piano d’Azione Nazionale per il Contrasto degli Illeciti Contro gli Uccelli Selvatici”, il valore commerciale di alcune specie di aquile e falconi e’ molto elevato (si parla di qualche decina di migliaia di euro). Il prezzo risulterebbe influenzato dalla domanda dal Golfo Persico, dove l’impiego dei falconi per la caccia rappresenta una tradizione antica ed un vero e proprio status symbol della classe agiata. Il Wwf chiede che venga rafforzata la vigilanza per contrastare i furti dai nidi, e chiede al Parlamento di accelerare i lavori su una proposta presentata circa due anni fa che inasprisce le pene, oggi non adeguate.

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