Cilento connesso con elezioni in Venezuela: sconfitta storica del Chavismo

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Cilento connesso con elezioni in Venezuela: sconfitta storica del Chavismo

Il Cilento è connesso già da domenica, attraverso i media internazionali e  internet sulle elezioni parlamentari venezuelane. Sono tantissimi i cilentani immigrati nella terra di Bolivar e rimasti li per 3, 4 generazioni. Come sono moltissimi quelli rientrati nel Cilento in questi ultimi anni di crisi economica e politica nel Paese.

Secondo i primi risultati ufficiali il Chavismo ha subito la prima vera sconfitta elettorale dai 1998, data dell’inizio della rivoluzione ‘Bolivariana’ avviata da Ugo Chavez e proseguita da Nicolas Maduro. La Mud (Tavolo di unità nazionale che abbraccia tutte le forze di opposizione al governo Maduro, molto diverse tra loro e non in grado di generare un leader che li rappresenti insieme), nel primo bollettino, ha conquistato 99 seggi, rispetto alle forze governative socialiste, che hanno conquistato 46 seggi. Ma i risultati, minuto per minuto, indicano una ulteriore crescita delle forze di opposizione che potrebbero raggiungere, secondo alcune proiezioni dei media locali, persino i due terzi dell’assemblea nazionale e passare quindi da una maggioranza relativa (84 seggi) a una maggioranza assoluta, superando i 110 membri nel parlamento.

Fatto questo che significherebbe l’inizio della fine della rivoluzione chavista poiché metterebbe nelle mani dell’opposizione strumenti per approvare leggi autonomamente, superare i veti del governo, rimuovere i magistrati del Tribunale superiore di giustizia e persino convocare un’assemblea costituzionale. Tradotto si potrebbero determinare i presupposti per un cambiamento generale del clima politico del paese che vede prigionieri in carcere, oppositori politici come Antonio Ledezma, sindaco di Caracas, Leopoldo Lopez, leader di Voluntad Popular e tanti altri. Tra gli altri elementi rilevanti delle elezioni parlamentari c’è il cambio al vertice dell’assemblea, a partire dal prossimo gennaio quando si rinnova il parlamento, e quindi la sostituzione di una delle figure politiche più potenti, per alcuni il vero presidente del Venezuela, Diosdado Cabello, l’uomo dalle mille mani e dalle mille ombre che prefigurano ipotesi di abusi e traffici oltre che sospetti di collegamenti impropri con il mondo militare.

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