Sequestro al porto di Sapri, Del Medico: «Continuiamo a pagare errori grossolani»

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Sequestro al porto di Sapri, Del Medico: «Continuiamo a pagare errori grossolani»

Dopo l’attacco del gruppo di minoranza ‘Insieme per Sapri’ sul sequestro del porto, arriva la replica dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe del Medico.

«Confusione, incompetenza e ignoranza: è questo il cocktail micidiale che ha gestito il nostro porto negli anni dal 2007 al 2011. A confermarlo – dove ancora ci fossero dubbi – un delirante comunicato stampa del gruppo Insieme per Sapri. Nel ridicolo tentativo di coinvolgere l’attuale amministrazione nei recenti sviluppi giudiziari, l’incauto redattore scrive cose e allega documenti che certificano l’esatto contrario, manifestando una totale e assoluta incompetenza in materia».

In pratica, nei giorni scorsi i carabinieri di Sapri, guidati dal capitano Emanuele Tamorri, hanno messo i sigilli a oltre 2000 metri quadrati del porto della città della Spigolatrice. Sequestrato, dunque, il cantiere destinato alla manutenzione delle imbarcazioni. Secondo gli inquirenti, qui le attività venivano svolte senza alcun rispetto delle norme a tutela dell’ambiente, dei lavoratori e della salute pubblica. Nell’area posta sotto sequestro sono rimaste bloccate 14 imbarcazioni, tra cui uno yacht e il carro ponte, oltre ad altri mezzi utili per l’alaggio e il rimessaggio.

«Dalla fine dei lavori di completamento (anno 2003) – spiega in sintesi l’amministrazione comunale – il comune di Sapri ha gestito in regime di concessione tutto il bacino portuale. Tutti gli atti prodotti dall’amministrazione comunale dal 2003 fino al 2007 – compresi quelli citati nell’incredibile comunicato stampa – hanno quindi disciplinato attività portuali (pontili, area tecnica, area pesca ecc) sotto l’unica regia del Comune che per scelta e diritto era titolare della gestione di tutte le aree, individuando, laddove necessario, anche partner privati per esercitare attività sempre e comunque riferibili alla gestione comunale. Un esempio: fino al 2007 l’utilizzo del carro-ponte avveniva esclusivamente previa richiesta e pagamento della tariffa al comune di Sapri».

«Dopo le elezioni del 2007 – continua il gruppo Sapri Democratica – l’atteggiamento dell’ Ente cambia radicalmente fino a partorire una decisione disastrosa: l’amministrazione, per ragioni oscure, rinuncia alla concessione del porto di Sapri limitandosi alla sola gestione dello specchio acqueo dei pontili comunali. Si apre così lo spazio e l’opportunità per i privati di gestire aree strategiche del porto semplicemente richiedendone la concessione alla Regione Campania che intanto, a causa della rinuncia del comune, ne riprendeva la competenza. Addirittura, in un eccesso di foga, il comune trasferiva alla regione anche il carro ponte, per poi riprenderlo su suggerimento della stessa regione che chiariva agli “ignari” amministratori la proprietà comunale del mezzo (valore: centinaia di migliaia di euro)».

«Segue negli anni – prosegue l’amministrazione nella nota – una fase di schizofrenia istituzionale che porta il comune, tra il 2009 e il 2011,ad istruire progetti di privati su aree portuali (quelle oggi sequestrate) per poi, a distanza di poco tempo, approvare gli stessi progetti sulle stesse aree come opere comunali. Sarà una esterrefatta soprintendenza ai beni ambientali che bocciando la richiesta del Comune , ne sottolineerà la paradossale incongruenza agli ancora una volta “ignari” amministratori (questa scelta “lungimirante” priverà l’Ente della possibilità di un finanziamento regionale per l’area cantiere e la stazione carburanti, ottenuto ad esempio dal comune di Pioppi-Acciaroli)».

«La confusione – si legge ancora – nonostante i ripetuti inviti della Regione, regnò sovrana lungo tutto il triennio, finché la stessa regione, stante l’inerzia del comune, iniziò ad istruire le richieste dei privati ed a rilasciare le concessioni a quelle complete di tutti i pareri, mantenendo la competenza sulle aree “libere” e relegando il Comune a ruolo di “semplice” concessionario. E siamo all’agosto 2012: l’attuale amministrazione, che da opposizione aveva puntualmente denunciato quanto stava accadendo, formalizza un atto di giunta per ribadire alla Regione il rinnovato orientamento. Il Comune di Sapri si candida e rivendica la concessione di tutto il porto, con il fermo convincimento che la parcellizzazione in tante micro concessioni penalizza gli investimenti realizzati e ne pregiudica definitivamente la capacità di produrre reddito per la comunità. La corrispondenza con la Regione è tutt’ora in corso, Il Comune di Sapri ha formalmente contestato la concessione rilasciata nell’aprile 2013 ed ha già deliberato – a gennaio 2013 – per la definizione di un progetto di completamento delle aree (comprensivo del collegamento) da allegare alla richiesta di concessione almeno trentennale dell’intera struttura».

«Purtroppo – conclude Sapri Democratica – continuiamo a pagare errori grossolani frutto di inadeguatezza o di volontà precise? La vicenda portuale è sintomatica del metodo adottato nella gestione di tutte le opere pubbliche, contenziosi, atti controversi e scelte incomprensibili consumate a danno della comunità.
L’impegno della Amministrazione comunale continua nella risoluzione di tutte le vicende aperte, sempre e comunque a tutela dell’interesse pubblico».

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