Maratona degli Ulivi di Pisciotta tra Gelindo Bordin e i campioni africani, due storici organizzatori della corsa svelano i loro segreti

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Maratona degli Ulivi di Pisciotta tra Gelindo Bordin e i campioni africani, due storici organizzatori della corsa svelano i loro segreti

Il prossimo 30 agosto a Pisciotta torna la storica Maratona degli Ulivi. Lo avevamo anticipato qualche settimana fa, quando alla presentazione ufficiale della corsa, i nostri microfoni erano presenti. La Maratona rinasce grazie all’Associazione “…E compagnia bella” di Pisciotta e all’ASD Running Club Atletica Camerota, col sostegno di Coni e Fidal. Oltre alla rinascita, in quanto la manifestazione podistica non si disputava dal 1993 (esclusa l’edizione del 2004), la Maratona è al vaglio, come altre corse, per entrare nel prestigioso circuito “Cilento di Corsa”. Nicola Paolillo, presidente del Circuito, ha sostenuto fin dal primo momento gli organizzatori della Maratona ed è stato, insieme alla sua Cilento di Corsa Asd figura fondamentale per la riuscita della corsa pisciottana di quest’anno. Si avranno notizie in merito all’entrata nel circuito a fine settembre. Riuscire ad essere inseriti nel “Cilento di Corsa”, nel quale sono racchiuse le più importanti gare podistiche cilentane, sarebbe un bel colpo per la Maratona, soprattutto da un punto di vista della visibilità. Gli sponsor d’altronde sono sempre il pane principale per lo sport. Decisivo, per tutta l’organizzazione dell’evento è stato Mario Scarpitta, Delegato Federale FIDAL e Presidente dell’ASD Tuttinsieme Corsa del Mito. Scarpitta ha apprezzato tantissimo l’impegno degli organizzatori e, dimostrando una invidiabile memoria storica sportiva, ha accettato di buon cuore di collaborare per la riuscita della Maratona degli Ulivi. 


La corsa pisciottana, che unisce il tratto Pisciotta Capoluogo – Rodio per poi far ritorno al punto di partenza, è stata un caposaldo del podismo tra la fine degli anni 70 ed inizio anni 90. Emblematica, tra le altre, l’edizione del 1989 quando gli organizzatori contattarono nientemeno che Gelindo Bordin, campione europeo l’anno prima. Ovviamente Gelindo vinse quella corsa e fece scrivere in calce il suo nome sotto il record del circuito, tutt’ora imbattuto (49’01”). In un percorso durissimo, caratterizzato da un primo tratto di salita vera e poi falsopiano e infine discesa quasi costante fino al traguardo, il tempo è di tutto rispetto.

In questi giorni abbiamo contattato due storici organizzatori della Maratona, ovvero Claudio Caramuta, tuttofare della corsa e vincitore della stessa nell’edizione dell’82’  e Claudio Mautone, altra figura organizzativa fondamentale nonché partecipante più volte alla Maratona con numerosi piazzamenti d’onore. Piacevoli assai sono stati i loro racconti e le loro esperienze passate. «Senza di lui non so come avremmo fatto», esordisce Caramuta, riferendosi al compagno di tante battaglie che è di fianco a lui. «Si occupava di tutto. Se mancava lui non inchiodavamo neanche un’asse…». C’è spazio per un ricordo simpatico nell’esordio della storia della Maratona. «Ricordi quella volta che salii sulla macchina per agevolarmi in corsa? Fu solo per qualche metro però». «Certo che mi ricordo, ti vidi io, anche se avrei preferito dimenticare», afferma Mautone. E giù risate coinvolgenti.

«La Maratona ha fatto parte delle nostre vite per anni. Organizzarla è sempre stato problematico, ma allo stesso tempo ti gratificava molto. Non era facile radunare gli sponsor, linfa vitale di ogni manifestazione sportiva. Possiamo, con certezza e per esperienze vissute, dire che il giorno dopo la Maratona cominciava la lotta per mettere in scena quella dell’anno dopo». Il coro è unanime. Incalzante arriva un crogiolo di racconti, ascoltiamo estasiati, cercando di attingere il più possibile da questo pozzo dei ricordi. 

Caramuta ricorda le origini. «La prima edizione (quella del 1978) è stata straordinaria, ma non tanto per il successo in se per se della corsa, no. E’ stata mitica perché un nostro compaesano, che non cito per privacy e anche perché non ricordo precisamente se sia quello che penso oppure no, si presentò alla partenza con un ombrellone da spiaggia. Dopo un po di corsa (si fa per dire), aprì il suo “prezioso” attrezzo e si mise a bordo strada ad assumere le speciali vitamine che il sole sapeva donargli. E’ stata fantastica in quanto un altro pisciottano corse in stivali. Avete capito bene? Stivali! A quei tempi non ci si poteva permettere l’attrezzatura sportiva adatta, io correvo con un paio di scarpe praticamente senza suola, ma gli stivali furono il top. Come poteva mai correre decentemente una persona, con una paio di calzature del genere?». Le risate fanno di nuovo la loro comparsa, e sono travolgenti. E’ il turno di Mautone. «All’inizio era una tipica corsa di paese, senza pretese di successo o chissà cos’altro. In partenza eravamo 19 e alla fine al traguardo arrivarono 11 persone. Altri tempi davvero. Con il nostro Marathon Club facemmo però assumere alla corsa, sempre più un respiro nazionale». 

Poi arrivò Bordin. «Ricordo bene quando ingaggiammo Gelindo” sembra ieri dai racconti di Mautone. “La stampa era scettica. I giornalisti non credevano che Bordin tornasse alle corse dopo l’infortunio patito mesi prima. Invece, come è noto, l’atleta italiano venne alla Maratona. Non gratis ovviamente. Dovemmo scucire 20 milioni per assicurarci le sue prestazioni. Di meno non si poteva, era la tariffa giusta per un campione del genere». Caramuta apre la sua pagina dei ricordi di quell’edizione. «Un fuoriclasse del genere non poteva che vincere a mani basse la Maratona. Arrivò in piazza a Pisciotta e fece registrare il record del circuito, 49’01”, che ancora resiste negli annali. Giunse al traguardo con un distacco tale che la gente aspettò a lungo l’arrivo degli altri atleti». Altro dettaglio gustoso. «La leggenda vuole che a Rodio, al giro di boa, Bordin stesse quasi per cadere, per via del bagnato a terra, ma riuscì a restare in piedi.” Mautone non dimentica un altro campione dell’atletica italiana che partecipò alla Maratona. “Anche Franco Fava fu ingaggiato per correre la Maratona. Si era già ritirato dalle scene qualche mese prima, ma onorò comunque la manifestazione».

E’ il turno degli atleti africani. «Per rendere la corsa sempre più competitiva, ci recammo ad ingaggiare alcuni atleti africani, i migliori nell’atletica» ricorda Mautone. «Partemmo in macchina per andare a prenderli, in un paese lontanuccio. Ci dissero che a disposizione c’erano quei due la, che erano forti. Bene. Al ritorno facemmo anche un incidente in macchina, ma niente di grave fortunatamente. I due non deluderono le aspettative. Fecero una grande gara e dei tempi niente male. Da quel momento molti atleti africani presero parte alla corsa. Addirittura una volta si presentarono alla partenza uomini che non erano stati neanche invitati! Parteciparono comunque. Non che fossero irresistibili, ma contribuirono anche loro al successo collettivo».

I due “Claudi” parlano, lo farebbero all’infinito. Mautone racconta un altro aneddoto. «Un anno un amico che ci aiutava nell’organizzazione diede forfait il giorno stesso della gara. Doveva partecipare ad un concorso che gli sarebbe poi servito per fare il mestiere che tutt’ora svolge. Non discuto la bontà della cosa, ovviamente lui doveva assolutamente andare a quel concorso. La cosa che mi fece arrabbiare molto è la tempistica. Poteva avvertire per tempo! Vabbé, cose passate ormai…». Caramuta rivela un dettaglio che tanto banale non è. «La Telecom, allora Sip, ci mise a disposizione, per alcuni giorni prima e dopo la corsa, una linea telefonica interna. Si potevano chiamare anche i numeri internazionali. Un nostro paesano era deluso: aveva sempre sognato di poter chiamare da qualche parte nel mondo, ma in quei momenti non sapeva chi chiamare!». E’ ancora il turno di Mautone di raccontare una storiella gustosa. «La mia casa nel giorno della gara era un viavai assurdo di gente. Entravano ed uscivano a ritmo serrato. Alcuni arrivavano per farsi la doccia e poi uscivano di nuovo. Come se fossero a casa loro praticamente. Pensate che avevo un cappello di marca, un bellissimo cappello, appeso sempre in bella vista. Beh, ho dovuto per vari anni comprarlo nuovo, in quanto mi veniva sempre rubato…».

E’ tardi, dobbiamo andare. Si potrebbe continuare a lungo ancora, ma preferiamo riservare altri racconti nelle prossime puntate. I due dispensatori di storia sportiva pisciottana e di storia della comunità in generale, ci hanno promesso di fornirci (ovviamente in prestito) un po di materiale relativo alle edizioni passate. Rassegne stampe, trofei, video e foto. Noi cercheremo sempre di aggiornarvi, ricordandovi che per qualunque informazione si può consultare il sito ufficiale della manifestazione www.maratonadegliulivi.it oppure la pagina facebook ufficiale della corsa.

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