Proloco Camerota, sgomberata dal Comune tra l’indifferenza di tutti e soluzioni alternative di migliaia di euro

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Proloco Camerota, sgomberata dal Comune tra l’indifferenza di tutti e soluzioni alternative di migliaia di euro

L’esordio è nel ricordo di molti. Con concerti e spettacoli che hanno fatto la storia di questo territorio. L’epilogo è nell’imbarazzo di uno sgombero. Insomma tra le rovine e il declino generale, finisce in malora anche un presidio di civiltà come la Proloco di Camerota che ha resistito a correnti avverse e vicende politiche infuocate. Chi vive alle sponde del Po o del Tevere li identifica come presidi efficienti di democrazia e partecipazione. Chi invece vive sulle rive del basso Tirreno, le vede come orpelli di cui fare volentieri a meno, da sottoporre al gioco del potere della politica. Così la Proloco di Camerota raccoglie i pochi cartoni rimasti e saluta i locali che l’hanno ospitata. Ma cosa c’è dietro all’ingenerosa uscita di scena? «Da quando questa amministrazione ha preso in mano le sorti del Comune – dice Mario Scarpitta al giornale del Cilento – non ha fatto altro che spaccare. Così oggi abbiamo una doppia associazione di commercianti, una doppia festa dei pescatori e ora anche una doppia Proloco. Insomma la strategia è distruggere tutto quanto non è nelle proprie possibilità realizzando la fotocopia dell’esistente, con uomini propri da poter dirigere. E così invece di finanziare una Proloco tra l’altro riconosciuta dall’ente nazionale che le accomuna, una delle poche ad avere ottenuto anche la destinazione del 5 per mille per la valenza che la caratterizza, cosa si fa? Si crea un ufficio del turismo a cui si affidano 100 mila euro prima e 30 mila euro dopo. Tutto questo nell’indifferenza totale di imprenditori, operatori turistici e cittadini. Tutti pronti a lamentarsi, ma nessuno a indignarsi nonostante mettono  loro le mani in tasca e esborsano centinaia di migliaia di euro per fare quello che si potrebbe fare a zero euro, come avviene nel resto d’Italia».

Adolfo Scarano, dirigente della Proloco di Camerota, ma anche legale parla di «azione vergognosa» e spiega: «I locali del Molo di Marina sono stati realizzati con un finanziamento dell’Europa, Por Campania 2000/2006 finalizzato all’attività ittica nel suo complesso. E’ bene sapere che ogni locale era, per legge, destinato ad una precisa finalità quello dato alla Proloco in via transitoria era destinato a falegnameria. Sta di fatto, che dopo poco tempo dall’assegnazione alla Proloco (Del. G.M. 100 del 20.08.12/ nov.12) del detto locale, il sindaco ha fatto pervenire una lettera con la quale invitava la Proloco a lasciare il locale. Cosa è avvenuto di tanto improvviso per far fare un tale dietrofront? Il Mercato Ittico? Gatta ci cova. Riprendiamo i fatti: il 21 settembre 2013 il sindaco ha fatto notificare una diffida, sempre intimante il rilascio del locale, alla quale la Proloco ha risposto in modo formale. Tenuto conto che la Proloco era stata già privata del locale storico adiacente alla guardia medica, si è resa disponibile a lasciare il locale all’avente diritto del locale, ovvero la falegnameria, nel momento in cui fossero state poste in essere, previo bando di concorso, le procedure di legge per la legittima assegnazione. Viene fatto un cambio di destinazione d’uso, guarda caso, del solo locale destinato a falegnameria per essere destinato, tra i tanti disponibili, a uffici del mercato ittico. Il cambio di destinazione è illegittimo perché non può essere fatto se non dopo 10 anni dalla effettuazione del collaudo dei lavori. E’ stato fatto il collaudo? La Proloco non ha trovato riscontri, anzi pare che quei locali non siano stati neanche accatastati, ragion per la quale addirittura potrebbero non risultare esistenti. La Proloco in data odierna ha presentato un atto di Interpello alla Responsabile dell’U.T.C. di Camerota per sapere se i locali risultano collaudati ed accatastati. Ad oggi nessuna risposta». L’avvocato pone ulteriori dubbi sul ripristino dei locali alla vocazione originaria: «E’ stata fatta un’assegnazione, addirittura con l’indicazione di un facente funzione di direttore, per il mercato ittico senza che venisse fatto, alcun bando di concorso. Ciò è legittimo o ha le sembianze di qualcosa che è pilotato? Chi è stato designato impropriamente ha i titoli per gestire un mercato ittico? A noi risulta di no. Il mercato ittico sarà limitato ai soli residenti di Camerota o anche ad altri ? E a chi? Come è classificato il port? Se il porto è peschereccio, i pontili non potrebbero starci, mentre se è turistico non potrà ospitare il mercato ittico. Ma poi, sanno gli amanti del mercato ittico che il Comune ha un progetto che prevedrebbe, tra l’altro, un avanzamento dei locali da destinare a locali commerciali? Che un locale deve essere dato a un fantomatico Yacht Club?».

Chi guarda da dentro la mette così: «Prima della campagna elettorale – dice Gino Del Gaudio, presidente Proloco – Antonio Troccoli e Antonio Romano, avevano promesso per me un posto in lista. Poi è spuntato un altro candidato per la frazione di Camerota, allora mi hanno chiesto di continuare a sostenere la lista promettendomi un ruolo nel settore turistico, nello staff del sindaco. Ho sostenuto quella lista e il giorno dopo le elezioni sono stato completamente defenestrato. Dopo la mia nomina nella Proloco, ovviamente non da parte dell’amministrazione, la risposta dell’attuale sindaco è stata quella di istituire un ente parallelo a cui hanno dato prima 100 mila euro e poi 30 mila. Alle nostre numerose richieste, di autorizzazioni e aiuti non siamo stati mai degnati di una risposta. Una tra tante, la possibilità di gestire l’area dell’anfiteatro a Camerota, completamente abbandonato, protocollata e ignorata, con l’aggiunta della presa in giro di una comunicazione da parte di Troccoli che dice di non averla vista perché era sotto a tutte le altre carte ma che comunque mi autorizzava, un giorno prima dell’evento, senza darmi quindi neppure il tempo di potere avviare il da farsi. Cosa dire di tutti gli altri eventi per i quali ho cacciato soldi di tasca mia e oggi sono in credito di 5600 euro per fare il minimo di programmazione che vale ad attestare l’attività anche per prendere i fondi che ci toccano. Non hanno neppure la lungimiranza di comprendere che le Proloco sono in fase di rivalutazione a seguito di quella che sarà l’eliminazione delle Ept, particolarmente la Proloco di Camerota, facente parte dell’Unpli e considerata più di tante altre, per storia e valore. L’unico che ha dato ascolto alle istanze di questo ente è stato il consigliere Scarpitta che, nonostante non abbia avuto il mio sostegno in campagna elettorale, il giorno dopo, non ha guardato a chi stava con chi e si è affiancato alle iniziative dell’ente, sostenendole ed entrandoci a farne parte come presidente dell’associazione ‘Tuttinsieme’».

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L’ordinanza del Comune di Camerota:

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