Finto poliziotto la sposa per rubare soldi e gioielli, appello a Napolitano: «Umiliata, annullate matrimonio»

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Finto poliziotto la sposa per rubare soldi e gioielli, appello a Napolitano: «Umiliata, annullate matrimonio»

Il caso di Agnese Sambiase da Teggiano è arrivato in televisione ed è stato raccontato a ‘La vita in diretta’ la trasmissione in onda su Rai Uno. Il protagonista della vicenda è Massimo, un 54enne che ora non si trova ed è ricercato dalla polizia. La donna, invece, è del Vallo di Diano. Fa parte di una famiglia benestante e sui soldi si era concentrata l’attenzione di lui. Ecco come sarebbero andati i fatti.

La storia L’uomo, mai visto prima a Teggiano, raggiunge il paese dove conosce Agnese. Alla donna racconta di essere un funzionario della polizia di Stato, mentre ai cittadini promette posti di lavoro. E’ tutta una farsa, ma è troppo presto per scoprirlo. Infatti il finto poliziotto fa innamorare la donna e riesce ad appropriarsi di alcuni suoi gioielli e di circa 100mila euro. Il truffatore riesce a farsi pagare anche le spese del matrimonio da Agnese. La donna, accecata dall’amore, si fida del finto agente. Alla fine del matrimonio, però, il truffatore mette in atto la seconda parte del piano, quella più consistenza. L’uomo, infatti, si fa prestare dalla moglie circa 100mila euro che non le sono mai stati restituiti, ma si appropria anche di alcuni gioielli e la moglie scopre che lui li aveva regalati alla sua amante. Poi scappa via. Una storia dai contorni ancora sfocati, piena di punti interrogativi e misteri da svelare.

L’appello al presidente La polizia lo cerca e intanto Agnese lancia un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per sostenerla nella richiesta di annullamento del suo matrimonio. La donna ha chiesto in una lettera al Capo della Stato un intervento per ottenere l’ annullamento del matrimonio. «Sono sfiduciata del sistema giudiziario italiano e temo che nessuno mi restituirà la mia vita normale e la mia serenità», ha detto Agnese Di Sarli ai giornalisti. «Dopo tutte queste sofferenze – afferma la donna di Teggiano – fonderò un’associazione per la difesa dei diritti di chiunque subisce vessazioni morali e fisiche. Combatterò la mia battaglia con tutte le mie forze e, se il presidente Napolitano non mi risponderà, andrò a Roma e mi legherò davanti al Quirinale per far ascoltare la mia voce. Urlerò per quelli che non parlano più. La mia storia potrebbe essere identica a quella di altre persone che hanno subito sofferenze simili alla mia, sofferenze causate, nel mio caso, da uno stalking continuo per oltre un anno».

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Twitter @martinoluigi92

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