Discarica abusiva con resti di tombe dietro al cimitero nel Parco del Cilento (FOTO E VIDEO)

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Discarica abusiva con resti di tombe dietro al cimitero nel Parco del Cilento (FOTO E VIDEO)

Una statua sulla sinistra e tre croci sulla destra. Una stradina sterrata di campagna. Decine di lucertole al sole. Alberi di albicocche e il canto dei galli. I contadini lavorano silenziosamente, oggi come da anni. E’ pressapoco lo scenario che bisogna attraversare prima di giungere al cimitero di Licusati, frazione di Camerota. L’abitato dista circa 10 chilometri dal mare e sorge sulla strada provinciale 66, un inferno di frane e smottamenti. Ai piedi del monte ‘Croce del Calvario’ riposano i defunti. C’è una cappella antichissima e abbandonata. Il cancello è sempre aperto. Il guardiano assente. All’ingresso un cartello dove sopra c’è scritto: «Comune di Camerota. Cimitero di Licusati. Orario dalle ore 8.00 alle ore…». Il resto non è visibile. Il cartello è spaccato. La scritta, a tratti, non c’è più. Bisogna fare il giro delle mura di cinta. Andare alle spalle del cimitero per scoprire lo scempio in mezzo alla natura. O, per essere più precisi, una parte dello scempio. Il resto è sotterrato. Nel vallone c’è di tutto: scarti cimiteriali, resti di tombe, pezzi di marmo, suppellettili laccati argento, croci e roghi. Tra le sterpaglie, infatti, qualcuno ha incendiato qualcosa. Tra le macerie si leggono addirittura i nomi delle persone scomparse, le date, la storia degli abitanti di Licusati che non ci sono più. Un danno ambientale in pieno Parco nazionale del Cilento. Uno spettacolo indecoroso. Chi ha gettato tutta questa roba? Per quale motivo non è stata smaltita in maniera corretta? I familiari dei defunti sono a conoscenza della situazione? Domande orfane di risposte. 

A Camerota non è la prima volta che si registrano episodi di cronaca nei cimiteri. Il 10 ottobre del 2013, ad esempio, alcuni profilattici sono stati rinvenuti tra le tombe del luogo sacro di Marina di Camerota, altra frazione del comune. In quell’occasione nessuno ha potuto affermare che si trattasse di preservativi utilizzati all’interno del cimitero o di semplici confezioni aperte e abbandonate per un gioco di cattivo gusto. Il giorno della scoperta c’è chi pensò ad un gesto di profanazione del luogo e chi addirittura immagina che qualcuno abbia potuto fare del sesso tra le tombe. Tutte ipotesi mai accertate. Entrambi, senza dubbio, restano gesti da condannare.

 

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Twitter @martinoluigi92 

©Foto Luigi Martino. La riproduzione è vietata 

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