Gelbison: De Cesare si dimette, le dimissioni non sono dovute all’allontanamento dalla squadra del figlio

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Gelbison: De Cesare si dimette, le dimissioni non sono dovute all’allontanamento dalla squadra del figlio

La stagione 2013/14 della Gelbison sembra essere nata sotto una cattiva stella. Le due sconfitte in altrettante giornate di campionato, oltre all’eliminazione dalla Coppa Italia, sono un campanello d’allarme per quanti, tra gli addetti ai lavori e non, rimpiangono la stagione passata quando a Vallo della Lucania si è accarezzato il sogno della Lega Pro. Come se non bastasse la crisi di risultati cominciano ad arrivare le prime crepe nella nuova società nata in estate dopo le dimissioni di Antonio Piccininno. E’ di oggi, infatti, la notizia delle dimissioni del vice presidente Francesco De Cesare. In un’intervista rilasciata all’emittente vallese Set TV De Cesare ha motivato la sua decisione con divergenze con la nuova compagine societaria. L’ormai ex vice presidente ha precisato che le sue dimissioni non sono dovute all’allontanamento dalla squadra del figlio Maurizio, allontanamento, peraltro,  deciso dallo stesso calciatore in dissenso con le scelte  del tecnico.  «La Gelbison – ha dichiarato De Cesare –  è sempre stata una società che  ha basato la sua longevità sull’appoggio popolare anche nelle decisioni strategiche, facendo riferimento alle diverse anime che la rappresentavano». «Oggi, continua De Cesare, la società è gestita soltanto da un paio di persone che non tengono in nessun modo conto di quanto suggerito da chi questa società la vive da sempre». De Cesare si è anche espresso in maniera critica sulla campagna acquisti e sugli ingaggi accordati ai calciatori pur ammettendo che il tecnico Ferraro è una persona dalle buone prospettiva che però va in crisi alla prima difficoltà a causa della rosa non proprio idonea al modulo di gioco adottato.  In conclusione De Cesare si è augurato che la squadra  possa presto riprendersi dopo questo inizio di stagione non proprio esaltante auspicando un ritorno sul mercato per sostituire un paio di elementi non all’altezza della squadra, elementi che sono stati definiti “errori macroscopici” in sede di campagna acquisti.

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