Tribunale di Vallo a 360 gradi: l’intervista al neo presidente Gaetano De Luca

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Tribunale di Vallo a 360 gradi: l’intervista al neo presidente Gaetano De Luca

Si è insediato martedì 9 giugno il nuovo presidente del tribunale di Vallo Della Lucania, dopo oltre un anno dal trasferimento del precedente presidente Elisabetta Garzo. Erano 15 anni che il foro vallese non era guidato da un magistrato di Vallo. Il giornale del Cilento ha incontrato nel suo studio Gaetano De Luca, il neo insediato presidente, per parlare con lui di alcune questioni inerenti il palazzo di giustizia e sul suo operato futuro.

Il presidente di un tribunale ha anche compiti organizzativi, lei come cambierà l’organizzazione del tribunale di Vallo Della Lucania?

Il presidente di un tribunale ha sicuramente compiti organizzativi ma che non sono svincolati dal rispetto delle leggi e dalle norme organizzative del consiglio superiore della magistratura. L’organizzazione di questo tribunale per quanto riguarda soprattutto il personale di magistratura è stata, ed è ancora purtroppo, molto condizionata dal fatto che da quasi un ventennio i magistrati che sono in servizio presso il tribunale di Vallo sono quasi tutti magistrati di prima nomina che difficilmente restano dopo il periodo di permanenza minimo che è di tre anni, il perché si sia creata questa situazione non sta a me dirlo ma sicuramente questa situazione è stata determinata anche dal carico enorme di procedimenti civili pendenti che a suo tempo non sono stati definiti dalla sezione stralcio costituita all’indomani della soppressione delle preture circondariali e che era organizzata con giudici onorari. Lo scopo del legislatore attraverso la costituzione di questa sezione stralcio era quella di far partire il tribunale senza arretrati, in realtà, dopo dieci anni di funzionamento di questa sezione, l’arretrato è stato restituito pari pari al tribunale che si è trovato non solo le cause ultra decennali ma anche tutte quelle che nel frattempo erano iscritte. Questo dato, unito a quello della scopertura dei posti, del tempo necessario ad ottenere la copertura dei posti che si sono resti vacanti ha determinato indubbiamente una situazione che dal punto di vista organizzativo è stata sicuramente molto difficile, ed approfitto dell’occasione per ringraziare il presidente facente funzioni De Angelis che in questo ultimo anno ha dovuto far fronte anche all’assenza del presidente del tribunale che qui ormai manca da un anno. L’organizzazione è condizionata dal rispetto delle norme regolamentari del consiglio superiore della magistratura ma ci sono comunque spazi per poter intervenire ed io ritengo che in questo momento il settore che richiede un maggiore impegno è proprio il settore delle cause civili, impegno però che non è e non può essere esclusivo della magistratura ma deve essere anche dell’avvocatura e delle stesse parti, cioè gli utenti della giustizia, che devono abbandonare le cause che non hanno più senso e significato pratico, purtroppo da noi molte cause si fanno per mere questioni di ripicca. Bisognerà che tutti si rendano conto che se questa situazione non migliora nel tempo effettivamente il tribunale è a rischio perché oggi, secondo le norme del consiglio superiore, non dovrebbero esistere tribunali con meno di 15/20 magistrati e noi siamo ad undici quindi siamo tra quelli che se non dimostrano di dare un senso alla loro presenza sul territorio potrebbero essere soggetti in futuro ad un accorpamento, cosa che sicuramente andrebbe evitata. Il primo settore che dovrà essere investito da una diversa organizzazione, per quanto riguarda il lavoro soprattutto dei giudici, è quello del civile.

Parliamo della situazione del tribunale, come l’ha trovata? Funzionalità, personale, struttura.

La struttura è senz’altro idonea, anche se vanno fatti dei cambiamenti, vanno recuperati degli spazi a favore del tribunale che ha bisogno di più aule di quelle che sono attualmente e sua disposizione, però nel complesso la struttura è più che funzionale. Non altrettanto si può dire del personale che nel corso degli anni è stato decimato ed ora siamo a poco più di una trentina di dipendenti, ormai da anni il personale che va in pensione non viene più sostituito e quindi il carico di lavoro individuale aumenta, se poi aggiungiamo che anche il numero delle cause sia civili che penali aumenta si comprenderà che la maggior parte dei nostri collaboratori sia sottoposta ad una pressione di lavoro notevole. Sono sicuro che avrò anche la loro collaborazione, così come l’hanno prestata già in precedenza ed anche qui, qualche diversa distribuzione del personale potrà portare a degli ulteriori miglioramenti nella funzionalità, non molto, come ripeto, perché sono tutti abbastanza gravati di lavoro però qualcosa di meglio si potrà fare.

Ma perché non viene più assunto nuovo personale?

Questa è una domanda che bisognerebbe rivolgere al ministro di grazie e giustizia. Ce lo chiediamo in tanti, anche l’associazione nazionale magistrati in tempi non molto lontani ha duramente replicato al ministero che continuava ad affermare la situazione del personale era in via di miglioramento ma noi questo miglioramento non lo vediamo. Si dice che dovrebbero essere assunti circa mille dipendenti che sono un’inerzia sull’intero territorio nazionale. Noi abbiamo anche poi la prospettiva di assorbire, con la mobilità, il personale che attualmente è alle dipendenza delle provincie, il che da un lato faciliterebbe l’ingresso nella struttura organizzativa amministrativa delle persone di cui abbiamo bisogno ma dall’altro lato ci creerebbe parecchi problemi perché, come chiunque può immaginare, si tratta di dipendenti di altre amministrazioni che non hanno alcune esperienza rispetto alla giustizia e che avranno bisogno di un periodo di riconversione, di training, quindi non sarà, se ci sarà, un vantaggio immediato. Questa è una soluzione anche avversata dai nostri sindacati del settore giustizia perché da anni, all’interno dell’amministrazione della giustizia non si fanno i concorsi del personale per accedere a qualifiche superiori e quindi è facile a chiunque capire che il riversamento del personale di altre amministrazioni in quello della giustizia finirebbe per coprire proprio quei ruoli a cui legittimamente molte persone aspirano ormai da anni e sono in attesa di concorsi che non sono mai stati banditi.

In una recente classifica stilata dal Corriere Della Sera il tribunale di Vallo risulta 133esimo su 139 fori della penisola con oltre la metà dei procedimenti con la durata superiore ai tre anni. Un suo commento in merito a questa cosa e poi come si farà fronte a questa situazione?

L a classifica è stata redatta soprattutto in relazione alle cause civili, come ho già detto prima c’è una pluralità di fattori che ha portato a questo risultato sicuramente non positivo. La scarsa funzionalità della sezione stralcio allorquando fu istituito il giudice unico di primo grado, poi la scarsità dell’organico nella magistratura rispetto alle pendenze, la scopertura dei posti di magistratura e dei tempo necessari ad avere la copertura, fra l’andata via di un magistrato e l’arrivo di un nuovo può passare anche un anno ed un ruolo civile che resta fermo un anno è un dramma. In più dobbiamo aggiungere la “causicità” veramente eccessiva delle nostre popolazioni, questo lo devo dire da cilentano e da vallese, si fanno veramente cause per cause che altrove si avrebbe pudore di proporre davanti ad un giudice e la scarsa funzione di filtro esercitata dall’avvocatura su questo tipo di azioni. Tutti questi fattori messi insieme hanno prodotto questo risultato, bisogna tener conto poi che i magistrati che vengono assegnati a Vallo sono quasi tutti magistrati di prima nomina che per quanto siano giovani preparati e volenterosi devono avere il tempo per farsi l’esperienza che conta molto anche in questa professione, e quindi naturalmente il lor ritmo di produzione non è quello che si può attendere da una persona che ha già 10 anni di esperienza. Il complesso di questi fattori e la loro interazione ha prodotto questo risultato, ma questo non significa che non possa essere modificato anzi, io mi auguro che ciò avvenga e sicuramente l’attenzione del tribunale, del presidente e dei suoi colleghi sarà indirizzata prima di tutto allo smaltimento delle cause ultra decennali, perché purtroppo ci sono 670 cause ultra decennali, già definire quelle nel limite di un anno, un anno e mezzo, se la situazione del personale resta invariata, sarebbe un bel successo francamente. Stiamo discutendo con i colleghi di quale sia il miglior tipo di organizzazione da assumere per raggiungere questo risultato ma sicuramente questo sarà il primo obiettivo che ci dobbiamo porre e che dobbiamo tentare di raggiungere, e ripeto, non da solima insieme all’avvocatura ed insieme alle parti che possono anch’esse valutare quando possa essere ancora attuale e utile una pronunzia del giudice in una certa maniera.

Sicurezza. Dopo la strage al tribunale di Milano, dopo oltre tre anni, sono stati attivati anche qui i metal detector. Come ha trovato la sicurezza all’interno della struttura? C’è ancora qualcosa da fare in tal senso?

La sicurezza è ad un buon livello devo dire, per quanto non sia strettamente compito del presidente del tribunale, ma posso dire che è ad un buon livello. Sicuramente ci sono delle cose ancora da fare, ho già appreso dal procuratore della repubblica che queste iniziative sono in corso di realizzazione. Dovremmo soprattutto diversamente attrezzare la zona d’ingresso ma dobbiamo anche risolvere un problema di controllo da parte del personale della polizia giudiziaria, ad oggi tutto ciò che avviene all’ingresso di questo tribunale avviene per la collaborazione della cooperativa che ha in gestione la funzionalità di tutto l’ufficio che però non svolge compiti di polizia giudiziaria, quindi, all’ingresso di una persona che dovesse essere male intenzionata o dovesse portare con se oggetti atti ad offendere purtroppo occorre l’intervento della polizia giudiziaria. Questo è un punto dolente della situazione perché anche i carabinieri, per quanto ci riguarda, soffrono di una scarsità di organico che non permette di avere un drappello fisso di due persone così come dovrebbe essere, tuttavia c’è comunque il controllo di un carabiniere. È una situazione che può migliorare ma siamo sicuramente già ad un buon livello.

Qualche tempo fa girava voce che avrebbero voluto chiudere il tribunale di Vallo Della Lucania per spostarlo altrove. Cosa ne pensa di questa cosa se fosse portata a compimento e quanto pesa secondo lei la presenza di un tribunale nel territorio cilentano?

Io prima di fare un discorso di carattere economico, che chiunque può fare immaginando qual è il movimento di persone che un tribunale determina e quale sia il riflesso economico che questo movimento di persone pesa positivamente sull’economia di un certo territorio, volevo invece dire che guardo a questo fenomeno sotto il profilo del servizio che viene offerto alla gente che diversamente si troverebbe a doversi recare a Salerno per non dire, e mi auguro che non accada, a Eboli ed in qualche altra località della provincia salernitana il che sarebbe un dato molto negativo. Vero la giustizia soprattutto come servizio per la gente, ho fatto per molti anni il pretore ed ancora oggi, soprattutto qualche persona anziana mi saluta con questo appellativo e la cosa mi fa estremamente piacere perché il pretore per secoli ha incarnato la figura di una giustizia prossima, vicina ed immediata, cioè quello che dovrebbe riuscire a fare oggi il tribunale. Il punto è che secondo il consiglio superiore non dovrebbero esistere tribunali con meno di 15/20 magistrati ed è ovvio che per arrivare a questo risultato, essendo impensabile che nell’intera provincia di Salerno possano esistere solo due tribunali (Nocera Inferiore e Salerno), sarà necessario estendere la circoscrizione territoriale del tribunale di Vallo. Per la verità abbiamo perso l’occasione, allor quando è stata effettuata l’ultima revisione e perché, ad esempio, il circondario di Sapri poteva essere aggregato sicuramente e Vallo così come si poteva tentare la stessa operazione per l’ex circondario di pretura di Capaccio-Roccadaspide. Io penso ad un tribunale del Cilento, un tribunale che estenda l’area della sua giurisdizione in modo da portarlo progressivamente a coincidere, se non in tutto almeno in parte, con l’area del Parco Nazionale del Cilento Vallo Di Diano ed Alburni che è una realtà socio-economica territoriale ormai viva da anni e con la quale cisi potrebbe unificare. 

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