«Via gli immigrati. Periferia cittadina ostaggio di ripetuti crimini predatori»

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«Via gli immigrati. Periferia cittadina ostaggio di ripetuti crimini predatori»

Il quartiere Prato di Eboli fa partire la rivolta per l’arrivo di ulteriori profughi. Le prime colpe vengono, infatti, immediatamente scagliate contro il vicensindaco Cosimo Pio Di Benedetto e l’assessore Lazzaro Lenza. Alle pesanti proteste alle veementi lamentele da parte dei cittadini l’assessore ed il vicesindaco rispondono che non è stato di certo il comune a deciderne l’accoglienza ma la Prefettura. Così, mentre si inizia già a valutare quali saranno i centri d’accoglienza idonei alla ricezione degli immigrati, il partito di Eboli ‘Noi con Salvini’ scende in campo diffondendo un comunicato stampa firmato dal coordinatore cittadino, Vincenzo Albano e dal coordinatore provinciale, Mariano Falcone. Nel comunicato, inaugurato da un titolo rigorosamente metaforico ‘Tanto tuonò che piovve’, si legge:

«Mentre, a mezzo stampa, si apprende della irresponsabile gestione ‘al buio’ dell’emergenza migranti che saranno ospitati nel nostro Comune, gestione che per inciso ha colpevolmente tagliato fuori le istituzioni cittadine, la sezione ebolitana di ‘Noi con Salvini’ sta lavorando ad un tavolo trasversale che metta in contatto e crei fattiva collaborazione tra i comitati di quartiere ed i gruppi spontanei della periferia cittadina, realtà effettivamente interessata dalla nuova e forzata ospitalità. I contatti, già partiti durante la scorsa settimana, stanno evidenziando come il timore di una tangibile emergenza sicurezza stia affliggendo le periferie, già ostaggio di ripetuti crimini predatori. Il territorio ebolitano, che già ospita centinaia di immigrati senza identità, stipati in evidente stato di mancanza di garanzie igienico-sanitarie, non può più mettere a repentaglio la sicurezza dei residenti e calpestare la dignità degli ospiti. Invochiamo buonsenso, quello stesso buonsenso che ci impone di chiedere con la massima urgenza che l’istituzione comunale esegua un preciso e puntuale censimento, peraltro strombazzato in campagna elettorale da più parti ma ancora lungi dall’essere realizzato, di tutti i migranti ospitati nelle strutture più o meno ufficiali presenti sul nostro territorio. Quello alla sicurezza è un diritto, questo è il momento in cui tutti siamo chiamati a salvare il salvabile: chi finge di non vedere il problema e taccia di razzismo chi si spende per razionalizzare quanto sta accadendo è, nella migliore delle ipotesi, in malafede».

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