Rogo Eripress, ancora nessuno spiraglio per i 47 dipendenti: operai pronti allo stato di agitazione

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Rogo Eripress, ancora nessuno spiraglio per i 47 dipendenti: operai pronti allo stato di agitazione

Pare non avere fine il calvario dei 47 operai dell’Eripress di Cicerale chiuso dal 4 aprile del 2012 a causa di un devastante incendio che distrusse gran parte del complesso. La struttura è al momento dismessa in attesa di bonifica e conseguente ristrutturazione, ma a preoccupare è la sorte dei 47 dipendenti ora cassaintegrati. Oggi incontro della speranza con Confindustria. Si attendono, infatti, soluzioni concrete visto che dal 12 agosto prossimo gli operai si ritroveranno privi di ammortizzatori sociali.

«Disilluse sino a ora tutte le aspettative – lamentano i dipendenti – in seguito al fatto che la proprietà poneva sul tavolo delle trattative l’esigenza di trasferire le presse e i macchinari ancora in Eripress in altri siti». Cosa che potrebbe comportare la cessione del complesso ad un imprenditore locale e quindi la chiusura definitiva dell’Eripress.  Al riguardo gli operai hanno annunciato che «si vedranno costretti a bloccare i cancelli dell’azienda riservandosi di estendere la manifestazione al blocco di strade o ad attivare altre forme di protesta». C’è attesa, intanto, per l’esito della riunione che si terrà nel pomeriggio di oggi in Confindustria tra dipendenti, sindacati aziendali (Cgil, Cisl Uil, Confai) e i vertici Eripress.

Mercoledì 4 aprile 2012, intorno alle 9,00 un vasto incendio interessa lo stabilimento Eripress di Cicerale, un incendio che stando alla ricostruzione degli inquirenti sarebbe stato scatenato da un corto circuito all’impianto elettrico dei pannelli fotovoltaici installati sul lastrico solare o da problemi con la messa in opera dell’impermeabilizzante per il tetto della struttura. Sul posto giungono immediatamente carabinieri e vigili del fuoco che lavorano allo spegnimento delle fiamme e a far luce sulla dinamica del fatto. Alcune ambulanze, inoltre, intervengono per soccorrere alcuni dipendenti leggermente ustionati. Il vasto incendio, inoltre, causa una nube tossica di rilevanti proporzioni che si posiziona su di un area occupata da una scuola elementare prontamente evacuata. A questo punto è allarme ambientale. Dopo i controlli di rito, però, arrivano le risultanze dell’Agenzia regionale per la tutela ambientale sui prelievi effettuati: «Gli inquinamenti ambientali misurati sono nei limiti di accettabilità del rischio», si legge nella nota. E’ scongiurato, quindi, il pericolo di un disastro ecologico, possono tirare un respiro di sollievo, così, i cittadini dei cinque comuni coinvolti nell’incendio della fabbrica rimane adesso in piedi la ‘pratica’ dei 47 operai a rischio disoccupazione.

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