Angelo Vassallo ricordato lontano dal Cilento, Dario a Repubblica: «Mai più a Pollica»

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Angelo Vassallo ricordato lontano dal Cilento, Dario a Repubblica: «Mai più a Pollica»

«Dario Vassallo, a nome della Fondazione che porta il nome del sindaco ucciso, ha chiesto di poter fare nel nostro Comune questa manifestazione il 5 settembre nella sala consiliare, perché vede in Renato Natale, il nostro sindaco, un esempio di amministratore onesto e simbolo della buona politica. Renato incarna anche eticamente il modo di pensare e di agire di Angelo Vassallo». Per il quarto anniversario dalla morte, il Sindaco Pescatore non sarà commemorato nella sua Pollica ma a Casal di principe. A confermarlo è il vicesindaco del comune casertano in un’intervista di Repubblica Napoli a firma del giornalista Raffaele Sardo

«A Pollica non facciamo più nulla  –  spiega Dario Vassallo a Repubblica  –  il motivo è semplice: Oggi sono quasi quattro anni che Angelo è stato ucciso. Cioè 47 mesi e 6 giorni e da quel territorio fino adesso ho ricevuto cinque querele. Ogni qualvolta abbiamo ricordato Angelo con la Fondazione, hanno affisso sui muri manifesti che inveivano contro di me e mio fratello. Come mai? Hanno detto che volevamo la notorietà. C’è stata una delibera comunale del’11 novembre 2010 con la quale ci assegnavano una sede, ma ancora oggi la Fondazione Angelo Vassallo non ha una sede. Inoltre, quando ho chiesto e chiedo ancora al Pd, il partito al quale era iscritto mio fratello, un’indagine interna, un qualche cosa per conoscere la posizione di questo partito nei confronti dell’uccisione di mio fratello, c’è un parlamentare locale che mi minaccia di querela. Da vittima passo per carnefice. Ma vi sembra una cosa normale? Angelo Vassallo dopo 47 mesi e 6 giorni è ancora presidente della comunità del parco. I sindaci di 89 comuni ancora non sono stati capaci di eleggere il nuovo presidente. Ho chiesto a Bersani di fare chiarezza. L’ho chiesto anche alla nuova dirigenza del Pd. Vorrei che dopo quasi quattro anni qualcuno si domandasse perché hanno ucciso Angelo. Mio fratello  –  insiste Dario Vassallo  –  doveva essere preso come elemento di pacificazione della sinistra, soprattutto nel nostro territorio, non come elemento di odio».

Fonte Repubblica Napoli

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