Caso Mastrogiovanni, presentata interrogazione parlamentare: «Legare i malati ai letti del reparto di psichiatria di Vallo della Lucania era prassi diffusa»

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Caso Mastrogiovanni, presentata interrogazione parlamentare: «Legare i malati ai letti del reparto di psichiatria di Vallo della Lucania era prassi diffusa»

La deputata del Pd Luisa Bossa ha presentato un’interrogazione parlamentare nella quale evidenzia che «il pm del processo sul caso Mastrogiovanni ha chiesto condanne lievi e inferiori alle attese, da un massimo di 4 anni e 4 mesi a un minimo di 2 anni, per i sei medici e i sei infermieri che hanno avuto in cura l’uomo, sollecitando l’assoluzione per altri sei imputati; il magistrato ha mostrato di non credere nella tesi accusatoria del consulente medico della Procura di Vallo Lucania (che ha parlato di edema polmonare provocato dalla lunga contenzione) e ne ha formulata una diversa, accogliendo alcuni rilievi degli avvocati difensori».

Nell’interrogazione, presentata al ministro della Salute, chiede se «il Ministro interrogato sia a conoscenza della vicenda, se non ritenga necessario disporre accertamenti di competenza presso l’Ospedale Civile «San Luca» di Vallo della Lucania per verificare se siano continuati altri comportamenti simili a danno di altri pazienti del reparto di psichiatria, e se non ritenga di intervenire, per quanto di sua competenza, per scongiurare che possano verificarsi altri episodi del genere».

Il processo sul caso di Franco Mastrogiovanni, il maestro elementare di Castelnuovo Cilento morto il 4 agosto 2009 dopo 83 ore di contenzione ininterrotta, è giunto alle battute finali. Si attende infatti la sentenza per il 30 ottobre ma nel frattempo è stato diffuso in rete, sul sito del settimanale L’Espresso, il filmato integrale della lunga agonia dell’uomo. Le telecamere a circuito chiuso del reparto di psichiatria hanno ripreso «tutta la fase della vera e propria detenzione di Mastrogiovanni. Nel video – si legge nell’interrogazione della deputata – si vede l’uomo bloccato dai legacci sanitari per più di tre giorni. Mastrogiovanni si agita, si dimena, o si calma. La morte sopraggiunse nella notte, i medici la certificarono come avvenuta in mattinata, nella cartella clinica non c’è traccia dell’uso dei legacci di contenzione. Al di là della vicenda giudiziaria, che arriverà a sentenza alla fine di ottobre, restano le inequivocabili immagini di un’agonia avvenuta in un Ospedale pubblico, sotto lo sguardo indifferente di medici e infermieri».

La parlamentare del pd sottolinea che «legare i malati ai letti del reparto di psichiatria di Vallo della Lucania, del resto, era una prassi diffusa: il pm ha prodotto in aula, durante il processo, 22 cartelle cliniche di pazienti sottoposti alla contenzione. Uno di loro era il compagno di stanza di Mastrogiovanni, a lui legarono solo le mani così – come ha spiegato nel processo – una notte riuscì coi piedi ad avvicinare al letto il tavolino dove era poggiata una bottiglia d’acqua, l’afferrò e si dissetò. Mastrogiovanni non ebbe questa possibilità. Dall’ esame autoptico del cadavere i medici legali hanno anche appurato che Franco non è stato né oggetto di specifiche attenzioni terapeutiche e neanche alimentato nel corso della degenza. Qualunque trattamento sanitario, a norma della legge n. 180 del 1978 deve assicurare “il rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione, compreso per quanto possibile il diritto alla libera scelta del medico e del luogo di cura” ».

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