Altura e Lipu contestano il progetto Mercurio, il sistema per il videocontrollo del parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni

| di
Altura e Lipu contestano il progetto Mercurio, il sistema per il videocontrollo del parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni

E’ nato il progetto mercurio, per la realizzazione di un sistema di monitoraggio e sicurezza ambientale nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

Il progetto è stato approvato dalla regione Campania e ha come fine la costruzuine di un sistema integrato per il videocontrollo del territorio con prevenzione ed avvistamento incendi. Il progetto esecutivo predisposto dal parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni denominato “Mercurio” ha un importo complessivo di € 3.505.000,00.

Altura e Lipu contestano il progetto: “La delegazione regionale della Campania di Altura (associazione per la tutela degli uccelli rapaci e dei loro ambienti) e la sezione provinciale della L.I.P.U. di Salerno (lega italiana protezione uccelli) – si legge nella lettera inviata da Altura e Lipu al Parco – contestano il “Progetto Mercurio”.

Di seguito i motivi della contestazione riportata nella missiva inviata da Altura e Lipu alla Corte dei Conti, alla Giunta regionale, al ministero dell’Ambiente e al pnCVDA:

Il progetto prevede di collocare qui e là qualche telecamera (92 in totale per un costo unitario di € 10.608,00), le telecamere saranno posizionate prevalentemente su pali della pubblica illuminazione.

Chi l’ha ideato forse pensava ad un parco tecnologico non certamente ad un parco naturale di oltre 180.000 ettari.  

A parere delle associazioni scriventi quest’opera si configura quale inutile spreco di denaro pubblico per i seguenti motivi:

  1. La vastità dell’area rende risibile il numero e la distribuzione territoriale delle telecamere per il controllo delle attività dolose di piromani e vandali e attività colpose da parte di incivili che disseminano il parco di rifiuti vari.
  2. Le 92 telecamere (come da progetto) per la loro ubicazione si troveranno in punti da dove sarà impossibile osservare l’attività di bracconieri, boscaioli abusivi, piromani e vandali che ovviamente viene esercitata lontano da vie di comunicazione e aree antropizzate. E’ facile ipotizzare quale potrebbe essere la sorte futura di queste costosissime apparecchiature. Per evitarne furti e danneggiamenti, a loro volta, dovranno essere superprotette e tutelate. Come evitare ciò? Recintando a loro volta i pali elettrici con reti metalliche e filo spinato? Triste immagine per un Parco Nazionale.
  3. L’attività preventiva nell’avvistamento degli incendi è importantissima nel ridurre al minimo la gravità e pericolosità degli stessi.

A questo proposito negli anni scorsi le Associazioni naturalistiche e di protezione dell’ambiente, come ad es. la Sezione provinciale di Salerno della LIPU hanno realizzato autonomamente campi antincendio.

Questi campi sono vere scuole di vita nell’educare i partecipanti al rispetto della natura con attività concrete come l’avvistamento antincendio, la raccolta di rifiuti, la messa in opera e manutenzione di cartellonistica antincendio, la sensibilizzazione dei turisti a queste tematiche; e vengono annualmente organizzati nelle strutture pubbliche e private a tutela del territorio (parchi, riserve e oasi naturali) praticamente con costi per la collettività minimi.

Negli anni scorsi la LIPU di Salerno ha proposto l’allestimento di questi campi all’Ente Parco nel territorio cilentano non ricevendo mai alcun riscontro.

Ricordiamo che i primi campi antincendio in Italia sono stati realizzati proprio a Castellabate (sede logistica Villa Matarazzo) dal leggendario Pietro Dohrn nei primi anni ’70 del secolo scorso con ottimi risultati.

Idee semplici, progetti ad impatto zero sull’ambiente con spese irrisorie. Oltre la natura ne beneficerebbero anche i conti pubblici e in questi tempi di profonda crisi economica e morale non è poco.

Consigliati per te

©Riproduzione riservata