Caso petrolio Vallo di Diano, incontro stampa – Shell: “Non si procede senza il consenso del territorio”

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Caso petrolio Vallo di Diano, incontro stampa – Shell: “Non si procede senza il consenso del territorio”

Si è tenuto oggi 13 marzo l’incontro tra i vertici della Schell e la stampa presso la dimora d’epoca “Torre Antica” in Atena Lucana.

Presente anche il giornalista di Rai3 Enrico Deuringer insieme a tutte le testate giornalistiche del territorio ed ai vertici del Comitato “No petrolio nel Vallo di Diano”, “Fare Ambiente”, e del “Comitato per la tutela del territorio”.

Si è trattato di un incontro esplicativo caratterizzato da numerose domande alle quali hanno risposto il portavoce della Shell Domenico Ciancio, la geologa Katia Grassi e Franca Mazzatorta delegato della Shell nei rapporti con il Governo.

Due le conclusioni emerse nel corso dell’importante evento:

– non verrà effettuato alcun tipo di trivellazione da parte della Schell senza il consenso del territorio

– a nessuna compegnia petrolifera sarà concesso di trivellare nei comuni facenti parte del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni; se giungeranno autorizzazioni le attività di sondaggio saranno effettuate in aree contigue alla zona Parco.

Il campo d’azione, quindi, sarà ristretto a soli tre comuni: Atena Lucana, Sala Consilina e Padula.

“Questo incontro – chiariscono i tre rappresentanti della multinazionale Schell – è stato voluto per fare chiarezza sul progetto Monte Cavallo e per spiegare in maniera chiara in cosa consiste l’attività che eventualmente andremo a svolgere nei comuni interessati dal progetto di ricerca di idrocarburi.

Fino a quando l’UMIG (Ufficio Nazionale Miniere) – spiegano – non ci rilascerà il permesso al termine dell’iter che coinvolge anche la Regione, noi non inizieremo alcuna attività e ci sono casi in cui le autorizzazioni necessarie sono arrivate anche dopo 5 anni.

I tempi di messa in opera sono estremamente lunghi perchè dopo il primo via rilasciato dalla Regione partirebbe una fase esplorativa che nel caso del Vallo di Diano si concretizzerebbe in una mappatura del territorio – spiega la geologa Katia Grassi – per capire in base a dati già esistenti se c’è idrocarburo nel sottosuolo, e non è detto che poi si proceda oltre perchè statisticamente solo in un caso su otto ci sono le condizioni che permettono anche alla luce di una valutazione economica di procedere alla perforazione e non è detto che nel Vallo di Diano queste condizioni ci siano.

Alla fine – conclude – sarà poi necessario un nuovo via per poter investire in un pozzo petrolifero”.

Poste anche domande sul rischio inquinamento a cui la geologa Katia Grassi ha risposto spiegando che nell’attività di perforazione saranno utilizzati fanghi naturali e nessuna sostanza anomala, nel merito del rischio sismico si è detto che non esiste alcuna relazione tra attività sismica ed attività estrattiva.

Decisioni importanti sono state prese nel corso di quest’incontro, quindi, decisioni che saranno occasione di ulteriori discussioni e confronti; l’affare patrolio nel Valdiano di certo non finisce qui.

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