Treni: la risoluzione o la rivoluzione. Lo sciopero del 12 aprile non riserva nulla di buono, anzi preannuncia tempi bui

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Treni: la risoluzione o la rivoluzione. Lo sciopero del 12 aprile non riserva nulla di buono, anzi preannuncia tempi bui

Molti pendolari del Cilento hanno dovuto cedere alla protesta indetta dal personale Trenitalia e rinunciare a viaggiare. Molte sono le cose che il viaggiatore su rotaia ignora. Dal primo aprile il biglietto del treno è aumentato, perché allora si sciopera, colpendo per otto ore i viaggiatori del sud, della Campania e del nord Italia? Lo sciopero, si é saputo poi, é una denuncia che i lavoratori ferroviari hanno fatto, attraverso le sigle dei vari sindacati, al gruppo FS , in relazione di: occupazione, manutenzione, turni di lavoro equipaggi, e smantellamento divisione cargo. Settori che nulla hanno a che fare con l’alta velocità. La protesta attivata il 12 aprile non riserva nulla di buono, anzi preannuncia tempi bui.

Un passo indietro A novembre, Trenitalia presenta il conto di quanto deve avere dalla Regione Campania. Centocinquanta milioni di euro sarebbe la cifra necessaria per evitare licenziamenti personale, cancellazione e rottamazione di treni e sul tavolo delle trattative, alla presenza del direttore Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, la  Regione Campania chiuse l’accordo. Tutti gli addetti del comparto Ferrovia tirarono un sospiro di sollievo.

Attualmente Una piccola quota pare sia stata versata a Trenitalia dalla Regione, ma talmente irrisoria che c’e’ stata la necessità, da parte del sindacato Cisl del settore, di discutere dei punti di crisi del trasporto merci e quello viaggiatori. Il sunto è stato che il conto da presentare in Regione sarebbe salito a duecento milioni di euro. Oltre alla riscossione di questi soldi cosa rimarrebbe da fare a Trenitalia per rispondere alla sua crisi economica? Pensa bene il viaggiatore su rotaia che a questo punto non bastano certo gli aumenti dei biglietti a sollevare certe sorti. Qualcuno confida che della storica Ferrovia poco rimane. Una delle società ramo di trenitalia, Cargo, che non ha mai sofferto di crisi, sarebbe anch’essa in gravi difficoltà. Perché ad alti livelli, per paradosso, pare si preferisca il trasporto su gomma, quello più inquinante, rispetto a quello su rotaie. Così bisogna tagliare il personale, non quello degli uffici, ma quello di manovra, di composizione e scomposizione treni. Poi, pare che Trenitalia, imponga una novità: la ‘primordiale’ figura del macchinista di manovra viene a rivestire più ruoli contemporaneamente. Con dei veloci corsi trimestrali obbligatori, fino ad assumere cinque mansioni contemporanee. Il macchinista diventa quindi: verificatore, formatore, manovratore, capotreno, accompagnamento treno, macchinista di manovra. Nelle FS dei bei tempi, il sistema formativo comprendeva sei mesi di officina più un anno di corso solo per diventare verificatore. Trenitalia però si allinea con la crisi e il costo di questi corsi li ammortizza risparmiando sulle indennità di funzione e con un taglio di personale inequivocabile, grazie a una sola figura che svolgerebbe allo stesso istante cinque ruoli diversi. Quello che l’utenza non sa è che ora si potrebbe trovare a viaggiare, sia esso un capotreno o un macchinista, con una sorta di ‘Mastrolindo tuttofare’ che potrebbe accettare questo nuovo protocollo per contrastare il licenziamento.

Quello che il viaggiatore su rotaia non sa é che il Governo centrale, per il trasporto locale, voleva garantire treni nuovi, pulizia nei vagoni, pezzi di ricambio per le vetture e le macchine motrici, grazie all’istituzione di un Fondo Nazionale in aiuto alle Regioni. Se non ci sono soldi alla Regione Campania, se Trenitalia non si presterà a partecipare ad  indispensabili bandi di gara per la Campania, se ancora non si sa chi rappresenta e tutela i cittadini al Governo, basteranno i sindacati e i delegati di Trenitalia a mandare a casa certi assessori che  si sono sottratti alla comprensione di una situazione così grave? I lavoratori di Trenitalia rischiano il taglio dello stipendio, il posto di lavoro, la sicurezza sul lavoro. E sono alte le probabilità dei tagli di alcuni treni.  Intanto una stazione inutile vicinissima a un’altra, sulla tratta Cilentana riprende vita. Un’altra, vicino Salerno, impiega anni per un ammodernamento di locali mai utilizzati. Appalti che attivano cantieri costosi, gli impegni dei  politici in talune situazioni, sono la bizzarra sintesi di certi interessi e  certi poteri. Segni di uno spreco che continua ad esserci a danno di chi è vittima della propria civiltà e che tutti i giorni, ormai, rischia, nel 2013, di non arrivare dove deve arrivare nei luoghi, nei tempi e nei modi adeguati. Fra crisi economica, scelte politiche, tagli, scioperi, guasti. Immaginarsi qualunque scenario si può. Come fantasticare su macchine volanti. Come pensare alla risoluzione o alla rivoluzione. Come prendere in prestito il titolo di un libro: ‘Se una notte d’inverno (e d’estate) un viaggiatore’.

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