Uccisione cani randagi a Sant’Arsenio, Codacons chiede il perché sui ritardi del canile

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Uccisione cani randagi a Sant’Arsenio, Codacons chiede il perché sui ritardi del canile

Dopo la notizia dell’uccisione di cani randagi a Sant’Arsenio, il Condacons Vallo di Diano è intervenuto per chiedere di accertare i perché dei ritardi nella costruzione del canile comprensoriale, «la cui prima pietra – fa sapere l’associazione a mezzo stampa – è stata posta in pompa magna nella campagna elettorale delle amministrative del 2009».

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«L’uccisione di animali è un reato penale – commenta Roberto De Luca, responsabile della sede valdianese – Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni. Pertanto, dopo aver appreso la notizia dell’avvelenamento di sette cani randagi a Sant’Arsenio, abbiamo immediatamente scritto alle autorità competenti».

«Attraverso la stampa – si legge nella comunicazione del Codacons – veniamo a conoscenza del reato, commesso da ignoti, di avvelenamento di cani randagi. Si chiede, pertanto, un cortese intervento atto all’accertamento dei fatti riportati dalla testata giornalistica locale e a prevenire, nel futuro, questi esecrabili reati. Si chiede altresì di voler accertare quali siano le cause del ritardo della costruzione del canile comprensoriale in località Marroni a Sala Consilina, di cui si fa menzione nel pezzo giornalistico».

«Si chiede, quindi – prosegue il Codacons – alle Autorità competenti non solo di accertare i fatti raccontati nella cronaca giornalistica, ma anche di accertare le ragioni dei ritardi nella costruzione del canile comprensoriale in località Morroni a Sala Consilina, menzionata nel testo dell’articolo da noi allegato all’esposto. Si ricorda, infatti, che da anni la struttura comprensoriale giace in una situazione di limbo, mentre si sta rischiando di causare rischi ai cittadini e danni alle povere bestiole, ancora lasciate senza assistenza».

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