Scandalo forestale, Santoro e Petillo dinanzi ai giudici: nuovo interrogatorio alla luce di nuovi indizi

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Scandalo forestale, Santoro e Petillo dinanzi ai giudici: nuovo interrogatorio alla luce di nuovi indizi

Continuano le indagini degli inquirenti sul presunto giro di mezzette estorte dai due ex comandanti della Forestale di Capaccio Marta Santoro e suo marito Antonio Petillo. L’accusa a loro carico sarebbe di concussione e tentata concussione a danno di imprenditori che avrebbero confessato di aver consegnato somme di danaro alla Santoro in cambio di omissione di controlli.

Parliamo, quindi, di un giro di tangenti ad ampio raggio che avrebbe previsto un target monetario dai 2mila fino ai 10.000 euro. Ad incastrare i due ex sovrintendenti della Forestale ci sarebbero oltre alle testimonianze suddette, anche intercettazioni telefoniche, accuse consistenti, quindi, tali da condurre gli inquirenti all’arresto del 3 ottobre dei due coniugi. Un provvedimento d’arresto eseguito alle prime luci dell’alba con un vero e proprio blitz delle forze dell’ordine nell’abitazione dei due sottoposta poi a perquisizione.

Dopo il no del Tribunale del Riesame che ha respinto le richieste di revoca delle misure cautelari avanzate dagli avvocati dei due sovrintendenti (Antonello Natale, Antonio Zecca e Domenico Guazzo) si apre un nuovo capitolo nell’intricata vicenda che vede protagonisti i due soprintendenti. In particolare è previsto per il prossimo giovedì (15 novembre) un nuovo interrogatorio per la Santoro detenuta da circa 42 giorni nel carcere di Fuorni. La donna, infatti, comparirà dinanzi al pm Maurizio Cardea per chiarire in merito a nuovi riscontri emersi nel corso delle indagini e nel comtempo avanzare una nuova richiesta di scarcerazione. Sempre giovedì anche il Petillo sarà sottoposto a nuovo interrogatorio assistito dal suo legale Domenico Guazzo. La speranza degli inquirenti è che entrambi decidano di collaborare alla ricostruzione dei fatti in considerazione della gravità del quadro accusatorio a loro danno. Infatti l’ex comandante rischia fino ai 12 anni di detenzione per il reato di concussione e tentata concussione, invece per il millantato credito la pena prevista oscillerebbe tra 1 e 5 anni di carcere. Il Tribunale del Riesame nelle motivazioni che hanno determinato la conferma di detenzione in cella dei due ritiene tutt’ora la Santoro in grado di inquinare le prove, l’interrrogatorio di giovedì, quindi, sarà determinante ai fini di un chiarimento ai magistrati di alcuni episodi chiave che hanno determinato lo stato di detenzione ovvero quelli in cui ci sarebbe stato uno scambio di danaro finalizzato all’omissione di controlli tra gli ex comandanti e gli imprenditori. 

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