A tu per tu con Giovanni Tortora, regista dell’Ad Atletico Pisciotta

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A tu per tu con Giovanni Tortora, regista dell’Ad Atletico Pisciotta

Consapevolezza di poter ambire al traguardo massimo e furore che lo vedi negli occhi. Abbiamo di fronte Giovanni Tortora, regista del Pisciotta, squadra militante nel campionato regionale di seconda categoria. Attualmente i verdi, allenati da mister Scarpati, stazionano in quarta posizione e il giovane talento è sicuro che si possa fare di più, molto di più. Lo senti nelle parole, lo osservi negli atteggiamenti. In una sera fredda di gennaio, Tortora decide di confidarsi con noi.

Salve Tortora, innanzitutto grazie per la sua disponibilità.

Grazie a voi! Sa, da quando mi ha chiamato e mi ha detto che voleva parlare con me, mi sono sentito orgoglioso e anche un po ansioso non lo nascondo, perché adesso io sto rappresentando anche un po la mia squadra.

Iniziamo parlando della stagione in corso, cosa mi dice sul campionato che sta vivendo la sua squadra?

Beh, siamo quarti e abbiamo vinto benissimo l’ultima partita giocata (4-1 contro il Pattano). Stiamo andando bene direi. A parer mio, però, si poteva addirittura fare meglio, in quanto in alcuni frangenti siamo stati piuttosto sfortunati,  sia per quanto riguarda gli episodi singoli e sia per negligenze nostre. Le dirò,  io credo nella vittoria del campionato. Non so se sono l’unico, ma ritengo che la squadra sia strutturata per ottenere il massimo risultato. Nelle ultime partite abbiamo dimostrato grande forza e compattezza, e, cosa fondamentale non abbiamo mai perso contro una big. Sono convinto che nel girone di ritorno faremo molto meglio.

Bene, vedo che lei è molto deciso su questo punto, ovvero la vittoria del campionato. Vuol farmi qualche nome della vostra rosa, in modo da far conoscerlo anche ai lettori?

Non posso non citare Ranavolo, il bomber della squadra. Finora ha segnato quasi in ogni partita giocata e ci sta trascinando letteralmente. Un altro giocatore, ormai conosciuto ai più,  é Caputo, uomo di qualità e di ordine, ma una menzione particolare vorrei farla a Savino, il nostro stopper. Secondo me la sua importanza è maggiore di quella che viene riconosciuta. Merita più considerazione, perché per noi il suo lavoro li dietro è fondamentale. Sempre pulito, ma duro allo stesso tempo, è un difensore di razza. 

Altri nomi?

Non voglio nominare tutti altrimenti le verrebbe fuori un’intervista continentale, ma per me Tortora Luca (centrocampista, non parente) vede il calcio come me, e per questo ritengo sia un valore aggiunto decisivo della nostra rosa.

Ecco, proprio lì volevo arrivare. Mi parli un po di lei.

Di me? Beh, dopo qualche difficoltà nei primi match, a causa anche del cambio di categoria, mi sono piano piano ambientato nel cuore del gioco e migliorato i sincronismi con i miei compagni. Adesso sto facendo meglio,  anche se posso dare molto di più. 

Un aneddoto sulla sua, peraltro ancora giovane, carriera?

Sono orgoglioso di giocare con i miei colori. Da un gusto particolare difendere la propria bandiera. Però,  se devo fare un appunto,  mi fa un po rabbia vedere gente che prima giocava con me e che adesso si ritrova in categorie superiori, seppur avendo avuto le mie stesse possibilità. Questi brutti pensieri però spariscono nel momento esatto in cui scendo in campo.

Lei ha un modo molto particolare di intendere il calcio che si riscontra anche nel suo gioco. A chi si ispira?

Allora. Lei che mi ha seguito ha potuto appurare come io ami dribblare e creare superiorità numerica in campo, anche rischiando qualcosa,  perché no? Io mi ispiro ad Andres Iniesta, fuoriclasse del Barcellona, anche se ultimamente ritrovo nel mio stile “qualcosa” di Kovacic  (fantasista dell’Inter). Ovviamente con le dovute proporzioni!

Per chiudere il discorso rosa, cosa mi dice del mister?

Scarpati è un ottimo allenatore, sia in campo che nei rapporti con i giocatori. Sa farsi rispettare, sempre e comunque. Sta lavorando bene, anche perché preparato tatticamente.

E la società?

Sono entusiasta della nostra dirigenza. È composta da persone del luogo,  ed è facilissimo per questo rapportarsi con loro. La cosa che più mi ha fatto felice, è stata l’allestimento della rosa: quasi tutti giocatori del paese. Tutto questo a dimostrazione di un attaccamento alla bandiera verde, e grande coesione nelle scelte.

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