Vallo della Lucania, soldi spariti alle Poste: condannato il direttore

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Vallo della Lucania, soldi spariti alle Poste: condannato il direttore

Quattro anni e 6 mesi di reclusione: questa la condanna inflitta al 55enne Pasquale Cammarosano (nella foto), ex direttore di Poste Italiane. Ad emettere la sentenza di primo grado, per il reato di appropriazione indebita, il collegio giudicante del tribunale di Vallo della Lucania, composto dal presidente Donatella Bove e da magistrati Fabio Lombardo e Alberto Imperiale. Cammarosano fu arrestato, nel 2009, quando dirigeva la filiale della frazione Massa di Vallo: le indagini portarono alla scoperta di prelievi illeciti ai danni degli ignari utenti dell’ufficio postale, per un totale di oltre 730 mila euro. Ammanchi sui propri libretti che i correntisti denunciarono ai carabinieri. Insieme a Poste Italiane, ora Cammarosano (licenziato subito dopo lo scandalo), dovrà pagare le spese processuali e risarcire per il danno sofferto tutti i clienti, che sono già stati rimborsati delle somme sottratte. Soddisfatti gli avvocati delle parti civili: Nicola Botti, Giuseppe Carrato, Francesco Bellucci e Umberto Luongo.

Una vicenda che destò molto scalpore, visto che Cammarosano era considerato una persona perbene e onesta, fino a quando un’altra brutta storia non lo vide finire in carcere, ovvero quella relativa all’omicidio di Carmine Novelli nel 2001, agricoltore 57enne del posto che voleva denunciarlo dopo la scoperta di un ammanco, sul suo libretto postale, di quasi 150 milioni di vecchie lire. A distanza di 9 anni dalla morte dell’agricoltore, Cammarosano fu arrestato per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere: ad incastrarlo le impronte digitali lasciate sul sacchetto della spazzatura nel quale fu ritrovato, sul ciglio di una strada a Moio della Civitella, il corpo di Novelli, pestato e strangolato a morte. Un procedimento ad oggi pendente in Corte d’Assise.

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