Camerota, Ciclope non poteva aprire in caso di pioggia: autorizzazioni e licenze sequestrate

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Camerota, Ciclope non poteva aprire in caso di pioggia: autorizzazioni e licenze sequestrate

Emergono nuovi particolari dalle indagini dei carabinieri della compagnia di Sapri coordinate dal procuratore capo Giancarlo Grippo. Il Ciclope in caso di pioggia non poteva aprire. E’ scritto nel nulla osta all’agibilità rilasciato al titolare della discoteca nel 2006. E quella tragica notte, quando è morto Crescenzo Della Ragione, il 27enne schiacciato da più massi caduti dal costone della grotta, su Marina di Camerota si era abbattuto un nubifragio. E Crescenzo, secondo gli inquirenti, si trovava sotto una pensilina, proprio per ripararsi dalla pioggia. Probabilmente, se il locale avesse rispettato uno degli accorgimenti elencati dalla commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo della prefettura di Salerno, il 27enne era ancora in vita. 

Vertice in procura
Stamattina gli inquirenti si incontreranno in procura a Vallo della Lucania nell’ufficio di Giancarlo Grippo. Prenderanno parte alle indagini, oltre ai carabinieri della compagnia di Sapri e della stazione di Marina di Camerota, anche gli uomini del corpo Forestale dello Stato di Vallo della Lucania. Nelle prossime ore, dunque, gli investigatori potrebbero chiudere il cerchio e recapitare gli avvisi di garanzia. Al momento non c’è nessuno iscritto nel registro degli indagati. Ma Grippo, all’indomani della tragedia, ha affermato: «Se c’è un’indagine ci saranno degli indagati, sicuramente». Intanto le forze dell’ordine hanno fatto già visita al Comune di Camerota. I militari, agli ordini del capitano Emanuele Tamorri, hanno sequestrato le autorizzazioni e la licenza rilasciata dal sindaco alla discoteca. Sono documenti al vaglio di chi indaga che serviranno per approfondire meglio la questione e ricostruire nel modo più dettagliato possibile una vicenda dai contorni oscuri.

Manca un tassello
Un pezzo del puzzle è andato perso, è scomparso. Nella «grotta della musica», infatti, nella notte di San Lorenzo, i carabinieri, appena giunti sul posto, non avrebbero trovato i massi che avrebbero colpito e ucciso Crescenzo Della Ragione. Eppure i testimoni oculari giurano di averli visti: «Hanno sfiorato anche noi», confermano il cugino e l’amico ai carabinieri. Ma c’è di più, ad avvalorare e rafforzare questa tesi, c’è il referto del primo esame esterno sul corpo della vittima effettuato dal medico legale Adamo Maiese: «Il giovane è deceduto a causa dello sfondamento del cranio e le ferite sono compatibili con quelle che potrebbe causare un grasso masso». Gli inquirenti hanno già nominato un perito. Rocciatori e geologi saranno a lavoro nei prossimi giorni per ispezionare la grotta da cima a fondo. I massi si sarebbero staccati da un’altezza di 60 metri a causa della forte pioggia. E proprio dal punto di disgaggio che partiranno i rilievi degli esperti. La prima versione, cioè quella che secondo alcuni Crescenzo sarebbe morto andando a sbattere contro un ramo di un albero, non ha convinto fin da subito gli inquirenti. Quando i carabinieri sono giunti sul posto, il cadavere era sotto gli occhi di tutti. Sono state le forze dell’ordine a coprirlo con un telo nero. 

«Tragedia annunciata»
Si è parlato subito di una tragedia annunciata. La pericolosità della grotta Caprara è nota a molti nel comune di Camerota. Il dissesto idrogeologico è una vera e propria piaga per il territorio. Basti pensare che a meno di 50 metri da dove è morto Crescenzo Della Ragione, qualche inverno fa, durante un temporale, una frana di pietrisco di staccò dalla montagna e invase la strada. Traffico bloccato e ore di lavoro per liberare l’arteria. Altre frane si sono succedute nel corso degli anni: sia all’interno del locale che lungo tutto la strada provinciale 562d. L’arteria, inoltre, in alcuni punti, è scavata sotto l’asfalto dal mare che continua imperterrito ad erodere e mettere paura. «La grotta è sempre stata a rischio». E’ diretto il vice questore Ferdinando Sileo, comandante della Forestale del Cilento, Vallo di Diano e Albruni, che ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano La Città. «In questi anni abbiamo fatto tutto il possibile per chiudere quella struttura – rivela il comandante – ma, purtroppo, dopo il nostro sequestro avvenuto nel 2011, è stata nuovamente riaperta». «Addirittura – continua Sileo a La Città – accertammo che non c’erano i titoli per occupare la grotta poichè si trova su un terreno gravato da usi civici». 

Autopsia e messa
Il medico legale, Adamo Maiese, effettuerà, nella giornata di domani, l’autopsia sul corpo di Crescenzo. In ospedale, al San Luca di Vallo della Lucania, c’è un via vai di parenti e amici, molti dei quali provenienti dall’hinterland napoletano. Sono ancora sotto choc, invece, il cugino e l’amico di Crescenzo, che hanno assistito alla morte del 27enne. All’autopsia potranno assistere eventuali periti di parte e, dall’esito dell’esame, potrebbero emergere particolari che andrebbero ad arricchire il quadro delle indagini. Per i funerali, invece, non si sa molto. La data non può essere fissata fin quando la procura non rilascia la salma. Per ora il corpo del giovane studente universitario, che si trovava nel Cilento in vacanza, è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nella chiesa di Sant’Alfonso, a Marina di Camerota, il prete, don Gianni Citro, che si è sempre battuto per la pericolosità del Ciclope, ha ricordato Crescenzo durante l’omelia e ha pregato per gli amici e la sua famiglia.

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