Caso ‘Pozzallo’ a Camerota, Guzzo chiede 1 milione di euro di danni al sindaco Romano e al suo braccio destro

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Caso ‘Pozzallo’ a Camerota, Guzzo chiede 1 milione di euro di danni al sindaco Romano e al suo braccio destro

Un milione di euro. E’ questa la richiesta di risarcimento danni che il consigliere di opposizione del Comune di Camerota, Pierpaolo Guzzo, formulerà, tramite i suoi legali, al sindaco Antonio Romano e all’ex sindaco Antonio Troccoli raggiunti da avviso di garanzia per la presunta diffamazione relativa alla vicenda “Pozzallo”.

I fatti risalgono alla scorsa campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale di Camerota, quando il candidato a sindaco Romano e l’ex sindaco Antonio Troccoli (attuale capo staff del primo cittadino) lanciarono dure accuse nei confronti di Giovanni Guzzo e del figlio Pierpaolo, responsabile, il primo, secondo la versione fornita dagli odierni indagati, di essersi impossessato illecitamente di 20 ettari di terreno comunale in località Pozzallo, con il benestare del figlio Pierpaolo, allora candidato nelle lista avversaria e già vice sindaco uscente. In conseguenza della presunta diffamazione, la famiglia Guzzo, padre e figlio, hanno sporto denuncia formale di querela nei confronti di Antonio Romano e di Antonio Troccoli per la tutela della propria dignità e della propria immagine, «fortemente compromesse da tali condotte illecite penalmente perseguibili», è scritto in una nota di Guzzo.

Il sostituto procuratore della procura di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, ha iscritto Troccoli e Romano nel registro degli indagati, per diffamazione e in concorso di reato. Gli stessi sono anche indagati per aver violato il divieto di propaganda elettorale, così come stabilito dalla legge in materia, che vige nell’intervallo di tempo tra la chiusura della campagna elettorale e l’apertura delle urne. Il consigliere Pierpaolo Guzzo, dunque, «ritenendosi fortemente leso e danneggiato dalle azioni diffamatorie poste in essere dagli indagati – è scritto ancora nella nota -, si costituirà parte civile per chiedere un risarcimento, pari a 1.000.000,00 di euro per tutti i danni morali e di immagine patiti a causa e in conseguenza della condotta delittuosa posta in essere dagli autori dei fatti illeciti».

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