Camerota, gli ultras: «Chiediamo scusa, il nostro intento era un altro. Il tempo ci darà ragione»

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Camerota, gli ultras: «Chiediamo scusa, il nostro intento era un altro. Il tempo ci darà ragione»

Sabato 8 febbraio a Marina di Camerota si è disputata la partita di calcio del campionato di prima categoria girone H tra Leoni di Marina e Real Aversana. La partita è terminata 2-1 in favore degli ospiti, ma a dieci minuti dal termine c’è stata in campo una rissa tra calciatori titolari e della panchina. Dalla zuffa due sono stati espulsi (ricevendo giovedì cinque giornate di squalifica ciasciuno dal giudice sportivo). L’arbitro in un primo momento ha sospeso l’incontro fischiando per tre volte, ma poi il match è ripartito. Dopo qualche minuto di recupero il risultato resta invariato. I Leoni perdono e il Real Aversana conquista il comando della classifica vista la sconfitta dell’Herajon. A partita terminata ignoti hanno fatto esplodere un petardo all’esterno del terreno di gioco e alle spalle degli spogliatoi degli ospiti lontano dall’impianto del ‘Leon de Caprera’. A quel punto il portiere del Real Aversana ha tentato di scavalcare il cancello del campo sportivo per raggiungere i responsabili, ma è stato fermato. Gli animi sugli spalti si sono surriscaldati. In campo un calciatore della squadra locale ha gettato la maglia dei Leoni a terra perchè spaventato dal botto. Il gesto ha fatto infuriare gli ultras che hanno cercato spiegazioni aggrappati alle reti di recinzione degli spalti. Intanto una ambulanza, allertata dal Real Aversana, ha trasportato un calciatore ospite all’ospedale perchè sembrerebbe che il petardo lo avesse stordito. Il referto medico non è stato reso noto e il calciatore è tornato a casa dopo un controllo precauzionale. Pare che qualcuno abbia esposto querela contro chi ha esploso il petardo, ma nemmeno questo è stato reso noto dai carabinieri che al telefono con il giornale del Cilento affermano: «Non possiamo dire molto perchè si tratta di un minorenne». Dopo questi fatti gli ultras hanno esposto in paese uno striscione che dice: «Dentro espulsi e pugni, fuori un botto e denunci. Spia».

Per chiarire meglio la loro posizione hanno inviato un comunicato stampa alla nostra redazione. Lo pubblichiamo integralmente di seguito:

Comunicato stampa ultras ‘Marina Boys’

Dopo un primo comunicato, segue il secondo. Nel primo abbiamo chiesto agli imprenditori e ai cittadini di Marina di Camerota un sostegno economico per aiutare i ragazzi di questo paese che volontariamente, spinti dalla passione calcistica e dal bisogno di stare tutti uniti, si sono aggregati sotto un unico colore e un’unica bandiera. Senza scopo di lucro. Senza scopi politici. Con il solo scopo di sostenere la squadra di calcio locale dei ‘Leoni di Marina’ formando un gruppo ultras che ha preso il nome di ‘Marina Boys’. Ci siamo privati ognuno di una birra, di un pacchetto di sigarette e di qualche litro di benzina in più nel motorino per comprare bandiere, striscioni e materiale che serve al gruppo per seguire la squadra in casa e in trasferta. Questo comunicato siamo stati costretti a scriverlo dopo i fatti di sabato 8 febbraio. Alla fine dell’incontro di calcio Leoni di Marina-Real Aversana, sul campo di Marina di Camerota c’è stata una lite e qualche espulso, fuori invece un petardo esploso alle spalle degli spogliatoi ospiti. Siamo arrivati più volte a colloquio con i vertici della società, anche se in ambienti poco consoni. Loro hanno fermato alcuni componenti del gruppo nei bar sbraitando contro di noi per alcuni errori commessi. Errori che tutti i giovani del mondo commettono e commetteranno. L’importante, a nostro avviso, è correggere il tiro e cercare di rafforzare il rapporto squadra-tifosi e non distruggerlo. Per gli insulti non chiediamo scusa, non siamo in chiesa e nemmeno a scuola. Il calcio è bello perchè c’è la rivalità, perchè esiste lo sfottò. Chi di voi non ha, almeno una volta, insultato un calciatore allo stadio o in tv scagli la prima pietra. Siamo tutti d’accordo sul fatto che il razzismo e le altre forme di discriminazione siano sbagliate, ma nessuno di noi fa il legislatore. Il che per quel che ci riguarda significa ragionare con la propria testa, senza metterci per forza nei panni di chi vuole o non vuole insultare i tifosi e i giocatori avversari. Quindi per noi difendere la nostra gradinata adesso significa in sostanza difendere il diritto di alcune persone di andare al campo sportivo a guardare la partita, a cantare e sostenere la propria squadra e insultare altre persone che però volendo possono rispondere a tono perché il diritto di insultare vale anche per loro. Chiediamo scusa invece per altro. Chiediamo scusa per i botti. Chiediamo scusa per le multe fatte prendere alla società. Chiediamo scusa tramite comunicato stampa, ma molti possono affermare come noi ragazzi siamo già stati negli spogliatoi dei Leoni di Marina, di fronte squadra e dirigenza. Qualcuno ha saputo spostare l’attenzione solo su di un petardo esploso fuori dal terreno di gioco e fuori dagli spogliatoi, quando l’attenzione doveva essere concentrata anche su altro. Tutti hanno visto che in campo sono avvenute più risse, tutti hanno visto il calciatore della squadra ospite lanciare una scarpetta da calcio verso il pubblico e tutti hanno visto il gesto di un calciatore del Marina che ha lanciato la maglia, che per noi rappresenta il nostro paese, a terra. Scriviamo questo non per lavarci le mani, ma solo in onor del vero purchè ognuno si assuma le proprie responsabilità.

Noi abbiamo chiesto scusa nello spogliatoio perchè a noi, che abbiamo vestito la maglia del Marina, abbiamo vinto i campionati con quella casacca e da sempre andiamo al campo per seguire i nostri concittadini, hanno insegnato che i panni sporchi si lavano in casa e non in mezzo alle piazze e nei bar urlando e sbraitando senza trovare alcuna soluzione e punto d’incontro, anzi. Cinquanta ragazzi si sono sentiti dire da uno dei vertici maggiori della società Leoni di Marina: «Noi al campo non vi vogliamo». Si, un presidente di una squadra di calcio che manda via i propri tifosi. Proprio così. Parole mai ascoltate e lette prime. Queste parole hanno il retrogusto simpatico di una barzelletta, ma il sapore, almeno nelle nostre bocche, amaro e distaccato di una persona che non ha capito il nostro intento. Una persona soprattutto che in un campo di calcio non si è mai vista prima e ora perchè da un giorno all’altro diventa membro societario della squadra di calcio di Marina di Camerota? Non vogliamo mica pensare che è per interessi? Lungi da noi questa ipotesi, sarebbe il colmo. Ma poi questa persona quando questo gruppo di ultras giocava a calcio con quella maglia, sudava, si allenava sotto la pioggia senza luce e con quattro palloni di pezza dove era? Quando questo gruppo ultras sette giorni su sette lavora per preparare la partita del sabato o della domenica dove è? Dove è quando i Marina Boys fanno sacrifici? E, ancora, è vero che i calciatori di questa squadra non percepiscono stipendi ma solo qualche rimborso per la benzina e a noi non può far altro che piacere che vestono la maglia del Marina solo per giocare a calcio e disputare un campionato fino a questo momento al di sopra delle aspettative, ma noi che i soldi li rimettiamo di tasca nostra? Questo non viene notato? Vogliamo oltretutto ricordare che dai balconi delle piazze quelli di destra e quelli di sinistra si sono riempiti le bocche promettendo occupazione e luoghi di incontro e aggregazione per i giovani. Quelli di destra e quelli di sinistra (notate bene destra e sinistra parliamo senza nessun tipo di appartenenza, la politica è roba per “grandi” per fortuna, a noi non interessa ancora) hanno promesso l’inizio dei lavori del palazzetto dello sport. I giovani di questo paradiso terrestre non si sentono presi in considerazione. Anzi, in questo paese un giovane senza occupazione è un giovane che non fa nulla dalla mattina alla sera e fuma gli spinelli sul lungomare. In questo paese un giovane che va al campo sportivo per sostenere la squadra di calcio e stare insieme a tanti altri ragazzi, è un criminale violento. In questo paese ogni nuova forma di aggregazione viene distrutta. In questo paese in ogni cosa che si fa ci sono di mezzo interessi e la politica. In questo paese i giovani si sono stancati di tutto e ora pretendono ed hanno il sacrosanto diritto di accompagnare per mano la squadra di Marina di Camerota alla vittoria, più in alto possibile. Chi è dalla nostra parte sarà ben accolto. Chi è contro di noi per il gruppo resta una persona indifferente. Ma soprattutto, chi vuole metterci il bastone tra le ruote è meglio che non ci provi proprio perchè noi andiamo avanti senza fermarci cercando di aggiustare il tiro, cercando di correggere quei piccoli errori che ogni uomo ha commesso quando era giovane, cercando di cantare sempre a squarcia gola per la squadra di Marina di Camerota, per la squadra di tutti noi!

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