Caso petrolio, incontro Schell: per il Comitato No al petrolio nel Vallo di Diano “Solo un maldestro tentativo di rassicurare la popolazione”

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Caso petrolio, incontro Schell: per il Comitato No al petrolio nel Vallo di Diano “Solo un maldestro tentativo di rassicurare la popolazione”

Dopo l’importante incontro tra i vertici della Schell e la stampa locale di martedì 13 marzo presso la domora d’epoca “Torre Antica” in Atena Lucana i vertici del Comitato “No petrolio nel Vallo di Diano” si dicono delusi dai risultati di un incontro che doveva delucidare in merito ad un progetto altamente lesivo per il comprensorio.

Di seguito riportiamo l’intera dichiarazione del Comitato che spiega i dubbi ed, a suo dire, la lacunosità dell’incontro di Atena Lucana.

Le ragioni della delusione La giornata di ieri ha segnato alcuni passaggi importanti.

I media – ricorda il Comitato – hanno evidenziato la bocciatura che la commissione regionale Ambiente ha dato alla Shell sul progetto “Monte Cavallo”.

Bene, ma sarebbe più corretto parlare rinvio; infatti, quello espresso dalla commissione è un parere: l’ultima parola spetta all’ente tramite i suoi organi decisionali, in primis il Consiglio regionale.
 
Questo comitato dunque si limita a evidenziare la lacunosità dei progetti.
 
Forse Shell pensava di passare su questi territori e le persone che li abitano con estrema semplicità. Così non è e non sarà mai – continua – non solo per la Shell, ma per chiunque pensi di poter venire nel Vallo di Diano a spremere le risorse ed andare via lasciando desolazione ed inquinamento.

Ma la partita ieri s’è giocata anche ad Atena Lucana.
 
La multinazionale ha voluto incontrare giornalisti e forze economiche del territorio in due diversi incontri. All’ultimo momento, in mattinata, Shell ha accettato un confronto con una folta delegazione forte della presenza di esponenti dei comitati per il No al petrolio, associazioni ambientaliste e semplici cittadini.

Dietro la facciata di cortesia, i tre uomini inviati ad Atena hanno mostrato i reali obiettivi di Shell. Non sappiamo dove abbiano preso il coraggio di negare la pericolosità della realizzazione di un pozzo profondo almeno 5mila metri in zona a massimo rischio sismico e con problemi di permeabilità delle rocce e di grave rischio idrogeologico in superficie.

Durante l’incontro è avvenuto il maldestro e risibile tentativo di rassicurarci dicendoci che “per ora facciamo solo indagini statistiche, prima di arrivare al pozzo ci metteremo anni” come se per le persone che vivono qui sia accettabile andare avanti con una “spada di Damocle” che da qui a 4, 5, 6 anni, potrebbe tagliarci la testa.

Alla luce di quanto accaduto – continano i vertici del Comitato – oggi più che mai siamo convinti che Shell non è venuta qui per fare bene al territorio e alle persone che da millenni ci vivono.

Oggi più che mai diciamo forte No al petrolio nel Vallo di Diano. Né con Shell, né con nessun altro!
 
Questo comitato, insieme agli altri comitati ed al coordinamento delle associazioni che si oppone alle trivellazioni petrolifere, combatterà, informerà e spiegherà in tutte le sedi per far emergere la fondatezza delle proprie argomentazioni.

Un ultimo passaggio di ringraziamento è per il senatore Alfonso Andria ed ai suoi colleghi (Vincenzo De Luca, Teresa Armato, Anna Maria Carloni, Maria Fortuna Incostante e Vincenzo Vito) che hanno sottoscritto la seconda interrogazione parlamentare in pochi giorni per dire no al petrolio.
 
Grazie al loro intervento – conclude – i ministri Passera e Clini sono nella posizione di dover dare spiegazioni su questo folle progetto.

Comitato “No al petrolio nel Vallo di Diano”

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