Goletta verde di Legambiente boccia la Campania: è in vetta alla classifica per mare inquinato. Ecco com’è messo il Cilento

| di
Goletta verde di Legambiente boccia la Campania: è in vetta alla classifica per mare inquinato. Ecco com’è messo il Cilento

Il viaggio di monitoraggio scientifico di Goletta Verde di Legambiente lungo le coste italiane termina con un bilancio allarmante: 146 punti critici, uno ogni 51 km di costa. Dunque, è sempre emergenza foci: 112 quelle risultate ‘off limits’, tra le quali svettano Calabria, Campania e Sicilia per mare inquinato. Sardegna, Puglia e Toscana, invece, regnano incontrastate per mare pulito con le vele della Guida Blu 2011 di Legambiente e Touring Club. Insomma, sotto i riflettori anche la Campania con 14 prelievi fuori norma su 20 in totale (uno ogni 34 chilometri di costa). Sul banco degli imputati la mancata o inadeguata depurazione dei reflui fognari che, stando al bilancio di Legambiente, dipingono una regione in cui circa un milione di abitanti non sarebbero serviti da un sistema di depurazione efficiente.

Ciafani: «Migliorare sistema fognario».
«Scarichi fognari illegali, cementificazione selvaggia delle coste e progetti energetici basati sulle fonti fossili sono i principali nemici del mare italiano – dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente – Serve un green new deal per la tutela delle coste e per il rilancio dell’economia turistica del Belpaese, fondato sulla realizzazione di opere pubbliche davvero utili alla collettività. Si devono aprire nuovi cantieri per realizzare i depuratori per quel 30% di cittadini che ne è ancora sprovvisto, per migliorare un sistema fognario inadeguato a fronteggiare i picchi turistici estivi, per abbattere a colpi di tritolo gli ecomostri di cemento che deturpano le coste. Per non aggravare una situazione già complicata si abbandonino anche progetti insensati come la svendita ai privati delle spiagge con pericolosi diritti di superficie, la corsa alle trivellazioni off shore di petrolio o le ricorrenti proposte di condono edilizio, che costituiscono solo una seria ipoteca per la tutela dell’ecosistema  marino e costiero, alla base del turismo di qualità, sempre più importante per il Pil del nostro Paese».

Mancato rispetto della normativa comunitaria sui depuratori. Il monitoraggio scientifico di Legambiente conferma il preoccupante quadro che emerge dalla procedura di infrazione europea nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto della normativa comunitaria sulla depurazione degli scarichi fognari. Il maggior numero di Comuni italiani con oltre 15 mila abitanti che non si sono adeguati entro il 31 dicembre 2000 alla direttiva europea 1991/271/CE sul trattamento delle acque reflue urbane si trovano proprio in queste 3 regioni, dove si contano ben 134 comuni medio grandi senza depuratore sul totale dei 168 rilevati dalla Commissione europea in tutta Italia (sono 90 in Sicilia, 22 in Calabria e Campania).

Sono 10 in Campania i comuni che non si sono ancora adeguati alla direttiva europea sul trattamento delle acque reflue. Si tratta di Battipaglia, Capaccio, Capri, Ischia, Casamicciola, Forio, Benevento, Forio, Massalubrense, Vico Equense, Napoli Est.

Criticità nel Cilento. La cementificazione continua essere una piaga della Campania mettendo a rischio interi tratti della costiera amalfitana fin nel Cilento. Sul podio, al secondo posto, proprio la Campania, nella classifica dell’abusivismo edilizio costiero, con 476 reati accertati, il 15 %. Detiene il record per numero di sequestri effettuati, 348, e un numero di denunce che ha raggiunto quota 748.

Zone inquinate. Nel Cilento i punti critici, secondo i dati di Legambiente, sono Capaccio-Eboli alla foce del fiume Sele e Castellabate alla foce del rio dell’Arena. Alle porte del territorio cilentano c’è Battipaglia allo scarico idrovora e Salerno-Pontecagnano sulla litoranea Magazzeno.

«La fotografia di Goletta Verde- commenta Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania- è la sintesi dell’estate del mare campano. Una stagione estiva senza precedenti, con continue segnalazioni di casi di inquinamento di rifiuti solidi a mare anche da zone , vedi Cilento sempre esenti da queste situazioni di inquinamento. Non sono più tollerabili rinvii, sottovalutazioni, indifferenze. Si sta mettendo a rischio l’economia turistica , il vero petrolio della nostra regione. Il mare campano continua ad essere minacciato da troppi scarichi fognari non depurati, e alla mancanza cronica di impianti di depurazione, soprattutto da parte dei comuni dell’entroterra, si aggiunge anche il carico inquinante dei reflui che non sono adeguatamente trattati dagli impianti in attività: si tratta di una situazione davvero imbarazzante che va sanata una volta per tutte. Istituire – conclude Buonomo – da settembre un “tavolo blu” con la Regione e le amministrazioni comunali sulla depurazione per risanare e realizzare sistemi efficienti e moderni , programmare una stagione di lotta incessante all’abusivismo edilizio. Operare bene e subito è una priorità non solo per la tutela del mare e della salute dei cittadini e dei bagnanti, ma anche per l’economia regionale».

ECCO IL LINK CON LA TABELLA PER LE COSTE DEL CILENTO

Consigliati per te

©Riproduzione riservata