Agricoltura, Coldiretti Salerno: «Sei mesi dopo chiusura bandi Psr, da Regione neanche graduatorie provvisorie»

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Agricoltura, Coldiretti Salerno: «Sei mesi dopo chiusura bandi Psr, da Regione neanche graduatorie provvisorie»

«Sono trascorsi sei mesi dalla chiusura dei bandi del Piano di Sviluppo Rurale ma dalla Regione Campania non si hanno risposte. Non è stata pubblicata neanche la graduatoria provvisoria». E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti Salerno. «Ancora una volta la struttura regionale ha disatteso le aspettative di tante aziende agricole che facevano affidamento sulle opportunità offerte dal PSR. I bandi sono ormai chiusi dal 18 settembre 2013 e, ad oggi, 176 giorni dopo, la struttura regionale non ha ancora nemmeno predisposto le graduatorie provvisorie. Nonostante le pressanti richieste ad accelerare le pratiche – osserva la Coldiretti Salerno – si sono allungati i tempi di valutazione con istruttorie ancora più complesse e farraginose. E i numeri sono allarmanti se si tiene conto che, per legge, l’iter di istruttoria avrebbe dovuto concludersi entro 110 giorni dalla chiusura del bando. Insomma, il ritardo maturato è impressionante».

«Mentre per le aziende si registra sempre una rigidità quasi assoluta nel rispetto delle tempistiche imposte dal manuale delle procedure, altrettanto non si può dire per la Struttura Regionale e per l’Organismo Pagatore, Agea – denuncia la Coldiretti Salerno – e la situazione è ancor più preoccupante se si tiene conto che ad attendere invano una risposta dalla Regione Campania sono tanti giovani che hanno partecipato ai bandi per le misure 112 e 121, nate per promuovere il ricambio generazionale degli imprenditori agricoli e il miglioramento della competitività aziendale. Parliamo di gravi ritardi – ancora una volta dovuti dalla burocrazia regionale – che creano difficoltà insormontabili a tanti giovani agricoltori”.

Per il presidente provinciale di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio, «si tratta dell’ennesimo schiaffo ai giovani che non vogliono andar via da questa terra, che inutilmente si battono contro i mulini a vento della burocrazia. Una situazione che è diventata ormai insostenibile».

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